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mercoledì 14 dicembre 2022

“Grazie” di Daniel Pennac è stato rappresentato per i primi due fine settimana di dicembre, al Teatro del Giullare di Salerno

 



Fonte: www.lapilli.eu

di Maria Serritiello


Non sappiamo perché viene premiata la protagonista del concentrato monologo “Grazie” di Daniel Pennac, quando si apre il sipario, ma la troviamo con le spalle rivolte al pubblico, nell’atto d’inchinarsi per ringraziare. Al lato del palcoscenico, seduta su delle sedie, fa bella mostra di sé, la giuria, severa e quasi immobile fino alla fine

Inizia così l’assolo di Brunella Caputo che con l’originalità di scrittrice e regista stessa del lavoro, modifica lo scritto di Pennac, inserendo un alter ego, Davide Curzio che la guida, la sostiene, la puntella, le suggerisce e la rinforza nei momenti di più acuta timidezza e volontà di scappare via.  Si assiste, per un’ora, tale è il tempo, ad un rimando di battute, dall’uno all’altra, ad un incastro perfetto di toni misurati, di suggerimenti, di gestualità e di pause, che tendono a vivacizzare l’originale e solitario monologo. Su tutto, l’analisi della parola grazie ed il suo vero significato.

Di lei non sappiamo nulla, né chi è, né da dove viene, anzi no, lo sapremo in seguito, da un paesino della Francia ed è lì per il riconoscimento della sua opera omnia, sicché la troviamo a ringraziare con foga e voce alterata a ripetere: “Graziee” “grazieeeeeeeeeee”, sempre più forte in modo da farsi sentire, fino in fondo al teatro

La parola grazie, a pensarci bene, viene usata poco e male e non sempre se utilizzata, apprezzata per ciò che esprime. Daniel Pennac con questo suo scritto di pacata ironia e Brunella e Davide con una notevole prova di teatro ce ne disvelano il significato.

A ritirare il premio, la nostra artista dovrebbe essere una donna sicura, consapevole dei propri mezzi ed invece appare impacciata, sfiduciata, cercando d’imbastire un discorso di ringraziamento, senza riuscirvi. Inutilmente fruga nelle tasche alla ricerca del pezzo di carta dove ha appuntato qualche riga. Ed ancora, sapendo di essere la vincitrice del premio si è premurata di assistere a varie cerimonie per apprendere come ci si debba comportare.

 

Così passa in rassegna a mente, con visibile ironia, a chi dovrebbe rivolgere il suo ringraziamento. Alla giuria, che non conosce, ai parenti che non frequenta, agli amici che non sono sinceri, a chi l’ha ostacolata, od a chi l’ha spronata? Forse a nessuno o anche no, a se stessa, in grado di ricevere con merito, quel grosso trofeo, a stento sostenuto dalle sue braccia.

Si dà così un valore etico al sostantivo, per affermare che non si può dire grazie a cuor leggero, dividendo il ringraziamento in tre cerchi, nei quali comprendere, tra l’altro, il pubblico e lo staff. Di sicuro, la premiata, sa che non vorrebbe mai e poi mai ringraziare il suo maestro delle elementari, un uomo cattivo che le ha rovinato l’infanzia e lo afferma con voce adirata e rabbia non più repressa. Ai bambini, allora, a loro i soli ringraziamenti, conclude.

L’interpretazione di Brunella Caputo, come attrice è stata perfetta, quale regista è stata originale per aver adattato il ruolo maschile sé ed a dialogizzare ciò che dalla penna dell’autore è nato come monologo. Una scelta gradevole, nuova che ha portato sulle scene Davide Curzio e vederli tutti e due insieme è stato tornare indietro nel tempo, Eccezionali come coppia attoriali, un incastro che ha reso piacevole un’ora trascorsa a rivalutare ed a pensare a chi e come dire grazie da oggi in poi

Maria Serritiello

 

Grazie

Di Daniel Pennac

Adattamento e regia  Brunella Caputo

Interpreti: Brunella Caputo e Davide Curzio

Suoni e Luci: Virna Prescenzo

 

 

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