Fonte: Wikipedia
Fidel Alejandro Castro Ruz ( audio; Birán, 13 agosto 1926[2] – L'Avana, 25 novembre 2016[3]) è stato un rivoluzionario e politico cubano.
È stato primo ministro di Cuba dal 16 febbraio 1959 all'abolizione della carica, avvenuta il 2 dicembre 1976, ed è stato, dal 3 dicembre 1976 al 18 febbraio 2008, Presidente del Consiglio di Stato[4] e Presidente del Consiglio dei ministri, nonché Primo Segretario del Partito Comunista di Cuba, il partito unico del Paese, che tuttavia non partecipa direttamente alle elezioni.
Castro, assieme al fratello Raúl, a Che Guevara e Camilo Cienfuegos è stato uno dei protagonisti della rivoluzione cubana contro il regime del dittatore Fulgencio Batista e, dopo il fallito sbarco nella baia dei Porci da parte di esuli cubani appoggiati dagli Stati Uniti d'America, proclamò l'istituzione della Repubblica di Cuba, uno Stato monopartitico di stampo socialista, che secondo Castro e i suoi sostenitori è una democrazia popolare apartitica,[5][6] ma che i dissidenti e buona parte degli analisti politici internazionali definiscono come regime totalitario.[7]
Ha spesso giocato un ruolo internazionale maggiore di quanto lascino supporre le dimensioni geografiche, demografiche ed economiche di Cuba, a causa della posizione strategica e della vicinanza geografica agli Stati Uniti del Paese. Castro è una figura controversa: i detrattori lo considerano un nemico dei diritti umani, mentre i suoi sostenitori lo considerano un liberatore dall'imperialismo e sottolineano i progressi sociali che egli ha promosso a Cuba.[8]
È noto anche con l'appellativo di Líder Máximo ("Condottiero Supremo"), a quanto pare attribuitogli quando, il 2 dicembre 1961, dichiarò che Cuba avrebbe adottato il comunismo in seguito allo sbarco della baia dei Porci a sud dell'Avana, un fallito tentativo da parte del governo statunitense di rovesciare con le armi il regime cubano; nel corso degli anni Castro ha rafforzato la popolarità di quest'appellativo.
Secondo i suoi sostenitori, la leadership di Castro si è mantenuta così a lungo grazie al sostegno delle masse, dovuto al miglioramento delle condizioni di vita. Secondo i detrattori, invece, le cause andrebbero cercate nell'utilizzo di metodi coercitivi e repressivi.
Il 18 febbraio 2008, dopo quasi mezzo secolo di presidenza, Fidel Castro ha dichiarato che non avrebbe accettato una nuova elezione alla Presidenza del Consiglio di Stato e del consiglio dei Ministri, a causa di problemi di salute.
Il 19 aprile 2011, Fidel Castro si dimette anche dalla carica di primo segretario del Partito Comunista di Cuba,[9] consegnando i suoi poteri nelle mani del fratello Raúl Castro, il quale sta lentamente avviando alcune riforme in senso liberale a favore del popolo e della non florida economia locale, compromessa soprattutto dal lungo embargo a cui è stata costretta l'isola.
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