di Maria Serritiello
Ha un buon inizio “Che Comico 2016-2017” al Teatro Ridotto di Salerno, conclamato
tempio della comicità, con la performance di Mino Abbacuccio, vincitore del
Premio Charlot 2010 e comico di successo in tutte le edizioni di Made in Sud. Il giovane artista
campano, trentun anni di età, era già stato al Ridotto nel 2011, alla sua prima
esibizione d’inizio di carriera. Quando appare in scena, alto, abbigliato in
modo informale, con maglia e pantalone nero e dopo aver ringraziato la famiglia
Tortora che ha dato l’incipit al suo
successo, attacca disinvolto un monologo nel quale rientrano temi giornalieri e
per questo apprezzati da tutti, di cui le mamme invasive, i padri vittime della
tirannia femminile, le fidanzate gelose, i call center, le zanzare. Un panorama
in chiave umoristica della società attuale, ma molto veritiera. Divertente la
nuova figura del “Tatuatore” da lui interpretata e che succede al timido
giovanotto bistrattato dalla famiglia, in particolare dalla madre, che lo
costringe ad apparire con una coniglietta tra le mani per farsi coraggio. “Nessuno mi vuole e saluta Tittì” il
tormentone dei suoi monologhi, sostituito dall’attuale “Se non sbaglio nu sbaglio ma se sbaglio, sbaglio” dell’arguto
tatuatore. Un mantra che ormai fa parte
del lessico giovanile e che si ripete simpaticamente anche presso chi giovane
non lo è più. La comicità di Abbacuccio è attenta, scrupolosa, porta in
semplicità da lui che ha tutta l’aria perbene del giovane della porta accanto.
Le sue uscite sono fresche, quasi mai scontate, né banali o peggio ancora
volgari, le gags sussurrate e non gridate, suscitano un sorriso riflessivo, ma
non per questo meno accettato. La risata, poi, non è mai estorta, anzi è tranquilla
e poco invasiva. Una serata, quella trascorsa al Ridotto, passata in compagnia
di persone pacate, con un comico sereno e gentile che ha condotto l'inizio
della stagione teatrale, con tatto e delicatezza, senza sguaiataggine, ne'
ferocia. Tutto ciò può apparire riduttivo, ma così non è, forse corre il
rischio solo di essere calpestata da troppa volgarità inutile, laddove andrebbe
catalogata tra merce rara.
L’
Intervista
Cinque
anni fa hai debuttato proprio in questo teatro, che effetto ti fa esserci ritornato?
Ho provato un piacere enorme a tornare e ad
avere strumenti diversi da come potevo averli all’inizio. La prima volta era
una situazione forzata, ero al Ridotto perché avevo vinto il Premio Charlot, ma
non mi sentivo pronto, tanto è vero che lavorai molto a prepararmi, per
affrontare al meglio il pubblico del piccolo teatro, vero tempio della
comicità. In sostanza non volevo deludere chi aveva avuto fiducia in me.
Ne
hai fatta di strada, tutte le edizioni di “Made in sud”, quanto l’esperienza ti
ha fatto crescere professionalmente?
L’esperienza
di Made in Sud è stata molto importante, mi ha dato la possibilità di
migliorare le capacità e fornirmi di tecniche che all’inizio non possedevo. Con
venti puntate all’anno si deve essere, per forza, preparati a scrivere un pezzo
ogni settimana e che sappia anche far ridere. Tutto è all’insegno della
velocità, ma ciò, però, rafforza.
Da
dove trai spunto per i tuoi monologhi?
Dal
quotidiano e ciò che mi succedo intorno, basta osservare attentamente la gente
che ti passa accanto.
Che
fine ha fatto “Tittì” ora che sei il “Tatuatore” che spesso sbaglia?
Dopo
tanti anni di Tittì ho cercato un altro personaggio per non stancare il
pubblico e perché ne avesse nostalgia. Io sono molto legato a Tittì, è stata la
coniglietta a farmi conoscere al grande pubblico ma dovevo trovare un altro
personaggio o non avrei più partecipato a Made in Sud, per mia stessa volontà.
Così mi sono testato e ci sono riuscito, il personaggio funziona e diverte.
Prima di concludere la
chiacchierata, Mino Abbacuccio ha tenuto a sottolineare il piacere di aver
rincontrato la scrivente, che 5 anni fa lo ha recensito al suo debutto, in
maniera lodevole. Era la prima volta e lui ne ha conservato intatto il ricordo.
Maria Serritiello
Mino
Abbacuccio si è aggiudicato il premio " Vado al
Massimo" intitolato a Massimo Troisi e inserito nel circuito "Bravo Grazie!"
la Champions League della comicità. Grazie alla sua verve e alla sua simpatia,
il giovane campano ha fatto incetta di premi, portando a casa anche il premio
della critica e quello del pubblico. Vado al Massimo ha segnato l'ultima serata
della manifestazione E...state a Pignola, giunta alla XX edizione e curata
dall'associazione culturale Il Focolare. Abbacuccio ha vinto anche il Premio
d'Arte Umoristica nel 2007 e il Premi Otto Volante nell'ambito del premio
Massimo Troisi 2009 e il 2010 il Premio Charlot
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