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mercoledì 24 agosto 2016

Trentunesima rassegna del Teatro dei Barbuti a Salerno senza il suo ideatore







Fonte :www.lapilli.eu
di Maria Serritiello


L'8 agosto scorso a Salerno, come sempre in questo mese, si è riaperto il sipario sul Teatro dei Barbuti, ma non è la stessa cosa degli altri anni,anche se il cartellone è di eccellenza ed ha per titolo  "La grande Magia". La ragione e' una sola, dietro le quinte non c'è più Peppe Natella, altrimenti conosciuto come "Il Professore". Dire Teatro dei Barbuti senza di lui, che trentun' anni fa, in una Salerno devastata dal terremoto, pensò di far rivivere il centro storico, e' come dire che a Natale non si viva l'atmosfera magica  della nascita del divin bambino. Eppure è così e proprio la vigilia di Natale di quest'anno se n'è andato, forse per allestire lassù, il più bel presepe, con i suoi amati pastori,altra sua passione, lasciandoci più soli e più smarriti.
Ora il Teatro ha riaperto in suo ricordo, nel suo segno, quelli lasciati a sua figlia Chiara , che ne riceva l'eredità, prima che se ne andasse, perché tutto fosse uguale e perché lo spettacolo dovesse continuare immutato I salernitani che seguono la rassegna dall'inizio si trovano disorientati non avendo ancora metabolizzato la sua morte. Per ora ci piace ancora ricordarlo montare la vespa, andare avanti ed indietro o schivo e silenzioso dietro le quinte, felice che il sipario, con le voci inconfondibili di Davide Curzio (registrata dal Brasile) e di Brunella Caputo, annunciare ogni sera la rassegna e lo spettacolo di turno, si apra  come sempre nell'angolo più accogliente di Salerno
Un pò di  storia dei Barbuti
 Largo S. Maria dei Barbuti, dove si svolgono i principali spettacoli in cartellone, deve il suo nome ai Longobardi,  che nel VII secolo occuparono Salerno, contribuendo allo sviluppo della città. I guerrieri longobardi, dalla lunga barba e perciò barbuti si stanziarono in quella vasta zona della città racchiusa  ad est dall'attuale via delle Botteghelle e ad ovest da via Canali. Nel rione che prende il nome dal popolo nordico, fu edificata, per il culto religioso degli abitanti, la piccola chiesa di S.Maria dei Barbuti, ormai sconsacrata, di recente ristrutturata, come tutto il largo e che, abbandonato l'uso delle preghiere, ora serve come  camerino per gli attori. Nessuno avrebbe scommesso trentun 'anni fa il successo di questa rassegna, nata in un posto di assoluto degrado, in un  centro storico che aveva perso le sue radici e  che non sapeva credere nello splendore futuro. La prima edizione, nell'anno 1983, si svolse in un centro storico devastato dal terremoto, ma Peppe Natella, il professore lungimirante ed i suoi collaboratori ebbero l'intuizione di montare un palcoscenico sotto le stelle, per fare teatro e musica fra i vicoli più angusti della città. Il primo spettacolo, "Festa, farina e forca"di Corradino Pellecchia, con le musiche  di Gaetano Macinante, la regia di Andrea Carraro e le scene di Massimo Bignardi, appartiene alla storia del teatro salernitano e a portarlo in scena fu la "compagnia delle corde" con attori che provenivano da diverse compagnie salernitane. Dalla prima edizione ne sono trascorse trentuno tutte di grande pregio culturale ed artistico, da questo palcoscenico sono passati:Concetta e Peppe Barra, Enzo Cannavale, Carlo Buccirrosso, Peppe Lanzetta, Lello Giulivo, Mariano Rigillo, Anna Teresa Rossini, Corinne Clery, Patrizio Trampetti, Gino Rivieccio, Benedetto Casillo, Vittorio Marsiglia, Marina Confalone, per citarne solo alcuni.
 
Maria Serritiello
 
 
 

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