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giovedì 16 settembre 2010

Il 9%dei lavoratori è vittima di mobbing


INDAGINE

FONTE: TISCALI NOTIZIE

Il 9% dei lavoratori italiani dichiara di avere subito soprusi e umiliazioni durante la loro vita professionale, ma le più colpite dal rischio di maltrattamenti e vessazioni sono le donne. Lo rileva un'indagine dell’Istat redatta sulla base di una convenzione con il Dipartimento delle Pari Opportunità sul disagio nelle relazioni lavorative. In totale sono 2 milioni e 630 mila coloro che hanno lavorato con superiori, colleghi o persone a loro sottoposte che dichiarano di aver sofferto, nel corso della vita, vessazioni o demansionamento o privazione dei compiti. A subire di più sono le donne, con il 9,9% nel corso della vita.Più vittime fra le donne - I comportamenti vessatori degli ultimi 3 anni riguardano nel 91% dei casi la sfera della comunicazione (critiche senza motivo, scenate, minacce verbali o scritte), nel 63,9% la qualità della situazione professionale, nel 64,1% l'immagine sociale, nel 50,4% le relazioni sociali e nel 3,9% aggressioni. Le donne subiscono più di frequente scenate e critiche, vengono umiliate e ricevono più offerte e offese di tipo sessuale. Gli uomini vengono più spesso messi a lavorare in condizioni disagevoli e attaccati per le loro opinioni politiche e religiose.Le vessazioni più comuni - Il 3,3% dei lavoratori, ha detto di essere stato vittima di demansionamento e di privazione dei compiti nel corso della loro vita; il 2,6% negli ultimi tre anni, l'1,5% negli ultimi 12 mesi. 420 mila lavoratori (1,4%) hanno subito sia comportamenti persecutori, sia demansionamento nell'arco della loro vita: sono per lo più giovani tra i 25 e i 44 anni, laureati o diplomati, residenti al Sud (8,1% dei lavoratori) e in particolare in Campania (10,9%).Capi aguzzini - Negli ultimi tre anni, nell'80% dei casi, sono stati i superiori a creare situazioni di disagio in ambito lavorativo, seguiti da colleghi (29,7%) e sottoposti (7,5%). Gli autori sono stati soprattutto uomini e nel 52,4% dei casi operavano da soli. Le cause del disagio hanno riguardato soprattutto l'avvento di una nuova dirigenza (22,3% dei casi), l'autoritarismo del capo (19,3%) e la gelosia da parte dei colleghi (15,3%).Scarsa informazione per le vittime - Il 72,5% delle vittime ha confidato il disagio a qualcuno e il 25,6% ha coinvolto i superiori. Il 12% si è rivolto al sindacato, lo 0,6% al comitato per le Pari opportunità. "In Italia - ha commentato il Capo di Gabinetto del Ministero delle Pari Opportunità, Simonetta Matone - manca l'informazione sulla possibilità di tutelarsi. I comitati per le Pari opportunità hanno potere esiguo, mentre dovrebbero fornire elementi per aiutare i lavoratori a scegliere cosa fare".Vittime di molestie e ricatti sessuali 10,5 mln di italiane - Una donna su due di età fra i 14 e 65 anni - nel complesso 10 milioni 485 mila - ha subito nel corso della sua vita almeno una molestia sessuale o un ricatto sul lavoro a sfondo sessuale. Più diffuse sono le molestie verbali (26%), i pedinamenti (21,6%), l'esibizionismo (20,4%), la molestia fisica (19%). Sono più a rischio - rileva l'Istat in un'indagine sulle molestie sessuali e i ricatti sessuali sul lavoro nel biennio 2008-2009 - le donne delle grandi città (64,9%) e nei comuni periferici (58%). Valori sopra alla media (51,8%) si rilevano per le donne del nord-ovest (57,2%) e del nord-est (54,3%); in particolare in Piemonte (58,9%), Lombardia (56,9%), Emilia Romagna (56,3%) e Liguria (55,5%).Colpita 1 donna su 2 - Negli ultimi tre anni, in particolare, sono state 3 milioni 864 mila (il 19,1% del totale) le donne di 14-65 anni ad aver subito almeno una molestia sessuale o un ricatto sessuale sul posto di lavoro. Le più colpite sono le ragazze di 14-24 anni (38,6%) che hanno il doppio delle probabilità di subire una molestia, seguono le 25-34enni (29,5%). I valori più alti poi riguardano le laureate (26,1%) e le diplomate (22,3%). Negli ultimi tre anni il fenomeno risulta maggiormente diffuso al Sud (21% contro il 19,9% del Nord-ovest e 17,7% del Nord-est).Più diffuse le molestie verbali - La molestia verbale è la più diffusa (26% nel corso della vita; 9,1% negli ultimi tre anni), seguono i pedinamenti (21,6%-7,1%), l'esibizionismo (20,4%-2,8%), la molestia fisica (19%-4,1%), le telefonate oscene (18,2%-5,6%). Per quanto riguarda le molestie fisiche, il 59,4% ha per autori estranei o persone che si conoscono solo di vista (14,1%). Tra le persone conosciute bene, gli autori più frequenti sono amici (7%), colleghi (5,1%), datore di lavoro (4,7%) e compagni di scuola (1,4%). Un terzo delle molestie (28,8%) avviene sui mezzi pubblici o alla stazione; in strada o al mercato (18,8%), al lavoro (12,6%), in discoteca o al bar o al cinema (11,7%).Lavoro in cambio di sesso - Negli ultimi tre anni, all'1% delle donne (140 mila) è stata chiesta la disponibilità sessuale al momento dell'assunzione, lo 0,4% (61 mila) è stato ricattato per esser assunto e lo 0,5% (65 mila) per mantenere il posto di lavoro o fare carriera. Queste donne hanno per lo più un titolo di studio elevato.Le reazioni - Di fronte ad un ricatto sessuale, l'81,7% delle donne non ne parla con nessuno; solo il 18,3% lo racconta, di solito ai colleghi. Quasi nessuna di queste vittime ha denunciato il fatto alle forze dell'ordine. Nel 28,4% dei casi (il 31,4% negli ultimi tre anni) perché si ritiene che non sia un fatto grave; nel 23,9% (28,4%) perché se la cavano da sole o con l'aiuto dei familiari, nel 20,4% per mancanza di fiducia nelle forze dell' ordine o per l'impossibilità di agire, per il 15,1% per paura di essere giudicata male.Calano le telefonate oscene - È invece crollato negli ultimi dieci anni il numero delle telefonate oscene subite dalle donne. Il tasso di vittimizzazione (per le donne da 14 a 59 anni) per le telefonate oscene era del 33,4% nel biennio 1997-1998 ed ha raggiunto il 17,9% nel 2008-2009. Il tasso corrispondente agli ultimi tre anni è addirittura dimezzato, passando dal 18,5% (1997-1998) al 9,4% (2002) e al 6,1% (2008-2009). Secondo Linda Laura Sabbadini, direttore centrale dell' Istituto, questo "tracollo delle telefonate oscene ha a che vedere con il fatto che il molestatore sa bene che il numero telefonico da cui parte la chiamata può essere conosciuto, quindi lui non si può più nascondere. I cambiamenti nel panorama della telefonia quindi funzionano da deterrente".Molestie in calo - In calo rispetto a dieci anni fa anche le molestie sessuali: dal 24% del 1997-1998 al 19,7% del 2008-2009. Una tendenza già evidenziata nel 2002 quando si registrò il 19,7% di vittime. In questo caso, per Sabbadini, la spiegazione ha a che vedere con gli effetti positivi prodotti dalla legge sulla violenza sessuale (la n. 66 del 1996) ed anche per una maggiore consapevolezza del fenomeno fra le donne e di cui parlano diffusamente anche i media. "Tutto ciò - precisa - contribuisce a costruire un clima di condanna e stigmatizzazione sociale della violenza contro le donne e favorisce l'inibizione di manifestazioni violente contro di loro".Uomini e donne sono cambiati - A parere di Simonetta Matone, capo di gabinetto del ministero per le Pari Opportunità, questi "dati in positivo" sono dovuti anche "alla maggior consapevolezza del diritto all' integrità fisica del corpo da parte delle donne. Ma anche gli uomini sono cambiati. Se cala il numero delle telefonate oscene è anche perché c'è una maggior comunicazione sessuale tra uomo e donna. Un grande aiuto lo ha dato la legge sullo stalking; inoltre le donne oggi sentono più vicine le istituzioni".

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