Mia madre Bianca e Anna Carmela sono figlie di due sorelle, Carmela(detta Nennella) e Mariuccia,detta da noi nipoti (Zizia). Delle due sorelle, Carmela era la madre di mia mamma Bianca e Anna Carmela (chiamata Lina) era la figlia di Mariuccia. Bianca e Lina erano come due sorelle, Lina, infatti era figlia unica. Vissute insieme, fu ovvio che i loro figli fossero legati come fratelli.Un tempo le famiglie contavano molto per l'educazione dei figli . Io e Vincenzo, più tardi Antonio ,mio fratello e Antonella sorella di Vincenzo, abbiamo vissuto pomeriggi a giocare, ad andare al mare, a raccontarci chi di noi avesse letto più libri dell'altro. Divenuti adulti ci siamo visti di meno, ma ogni volta, incontrandoci era una festa.
Ecco spiegato ,come io e il Sindaco di Salerno siamo cugini, non mi sarei mai vantata di esserlo, se così non fosse stato e se non ci fosse un'affettività grande ed una giovinezza trascorsa insieme.Per me era come avere 3 fratelli, Antonio, Vincenzo ed Antonella. Un quartetto perfetto, se la morte non ci avesse colpiti! 8 anni fa è morta Antonella , appena un anno fa, mio fratello Antonio. Io e Vincenzo siamo come dei sopravvissuti ad un'epoca che ha significato molto nelle nostre vite. Non a caso sono stata invitata a scrivere l'elogio funebre per Lei, zia Lina era stata, oltre alla grande zia per me, la mia madrina di battesimo.
(Nella foto a sinistra mia madre Bianca, a destra zia Lina)
Cara
zia Lina,
E’ toccato a me doverti
accompagnare per l’ultima volta, con le parole, me l’ha chiesto il tuo adorato
Vicenzo, ma forse così doveva andare. Delineare la tua figura non è un atto
formale, ma risponde ad una mia esigenza affettiva, che da sempre mi ha legato
a te. Nell’ultimo periodo della tua malattia, quando venivo a trovarti solevi
accogliermi con l’esclamazione di contentezza “oh la mia nipotina” e i tuoi
occhi di cielo s’illuminavano. Sei stata una donna eccezionale, intelligentissima,
aperta, libera, saggia e vivace. L’humor non ti è mai mancato, anche nei
momenti più difficili, superati con la forza di una combattente. Eppure eri
nata bene, i tuoi genitori ti avevano allevata, da figlia unica, come una
principessa e per un lungo periodo lo sei stata, poi si sa la vita riserva
sorprese che tu hai superato con l’energia giusta. Raccontavi la tua esistenza come
un romanzo, dicevi che per molto tempo sei stata felice, viaggi, cene, e tutto
ciò che ti poteva rendere appagata, cara zia Lina, mai un rimpianto, mai
qualche antico livore, sei stata giovanile, moderna e comprensiva sempre,
sorprendendoci ogni volta. Tutti ti ricordano con dolce affettività, sei stata
la Signora Schosten, l’atelier che ha vestito tutta Salerno, per innumerevoli
anni, sempre elegante e profumata, capelli in ordine, trucco mai eccessivo, la
tua figura era tenuta in gran conto tra i negozianti di via Mercanti, sei stata
la vera signora, sorridevi a tutti, salutavi ognuno, un modo di approcciarti
comunicativo e gentile. Colta, con te si poteva affrontare qualsiasi argomento,
eri sempre informata, eh sì che avevi frequentato l’Istituto Magistrale, per
poi scriverti a Napoli, al Magistero Suor Orsola Benincasa, ma dopo i primi
anni di frequenza, l’amore per il padre dei tuoi figli, pose fine ai tuoi
studi. Quello che più si notava in te, era il tuo stare un passo avanti alle
donne del tempo, avevi capito tutto sull’emancipazione della donna, che
cominciò a realizzarsi con le lotte sessantottine. Antifascista convinta e come
sarebbe potuto essere altrimenti con due genitori come i tuoi? In casa si
respirava aria liberale a pieni polmoni, tuo padre, Antonio Campana, fu partigiano e perseguitato, la tua casa in Via
Velia era meta di raccolta di personaggi importanti politicamente, mentre tua
madre Maria Iazzetta, fu promotrice
a Salerno dell’UDI, Unione Donne Italiane, un’associazione femminile di promozione
politica, sociale e culturale, senza fini di lucro, fondata nel 1943 da Rina
Piccolato una grande
organizzazione per l'emancipazione femminile italiana. Cara zia Lina, potevi
mai essere diversa tu? Giusto, allora, i garofani rossi, simbolo di eguaglianza
per tutti, a ricoprire la tua bara. Gli ultimi 8 anni sono stati vissuti da te
con grande dolore, la perdita prematura di tua figlia Antonella, ti aveva
piegata in due, ma non abbattuta per amore di Eleonora, la figliola di
Antonella. Amavi in egual misura Paola, la figliolina di Vicenzo, per lei avevi
sempre dolci parole. Nel finale degli anni ti è stato di compagnia “Pippo” un
gattone nero, che amavi tanto, ora è solo nella casa a miagolare per la sua
padrona. Una piena di ricordi mi spingono a non volerti lasciare andare, sei
stata una madre perfetta anche con me, privata troppo presto dell’amore
materno. Abbiamo passato tanti momenti insieme, ai pranzi del giovedì a casa
tua, di quei tempi restiamo tristemente, solo io e Vincenzo, il Sindaco della
città di Salerno, ma per me l’immenso cugino, di cui tu andavi fiera quando ti
dicevo di averlo visto nella funzioni di primo cittadino. Non ti dirò addio,
zia, nessuno ne ha voglia, allora facciamo così, ti sei addormentata come
facevi a casa e noi tutti silenziosamente veglieremo sul tuo sonno senza
dimenticarti mai.
Maria Serritiello
Quando zia Lina si sposò con zio Ninuccio Napoli, c'è una foto di famiglia che li ritrae uscenti dall'Hotel Diana, il maggiore per cerimonie in, a tenere lo strascico della sposa, c'è una bimbetta con le treccine ed un vestito lungo di colore bianco. Quella bambina ero io. La musica suonata nell'elegante locale, durante il pranzo, non la potrò dimenticare: "La vie en rose" nella versione cantata da Yves Montand.
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