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di Maria Serritiello
del
Che fosse un'artista completa lo si intuisce da subito, poi la conferma arriva appena si ha modo di parlarle. Personale elegante, capelli ingrigiti ad arte, occhi vivissimi su di un ovale addolcito da un melanconico sorriso, così si presenta Cinzia Marseglia, per due sere consecutive, all'incontro con il Ridotto di Salerno, unica donna nella programmazione del 2014-2015 e direttamente da Zelig con lo spettacolo "Una donna tuttadunpezzo". Nel piccolo teatro del Ridotto, Cinzia si è trovata a suo agio, ha divertito per quasi due ore, ammiccando, provocando ma sempre di gusto il pubblico che le ha tenuto bordone. Uno spettacolo il suo, raffinato, corposo, allegro, pieno di comunicativa, ma, a volte, anche umanamente dolente. Ha vari registri nella voce, Cinzia, sì, perché prima che comica, poi si saprà involontariamente, è attrice di teatro, dizione perfetta, presenza scenica e capacità interpretativa. Il suo monologo, un condensato di vita vissuta o presunta, il dubbio regge bene la scena, è qualcosa che appartiene un po' a tutti, fosse solo per l'età, eh sì che come si faceva il letto una volta, non è conoscenza dei giovani. Ciò che dice e come lo dice, rende l'assolo, elegante, originale, intelligente, porto con la grazia e fine comicità, già appartenuta a "Signore" del teatro quali: Franca Valeri, Bice Valori, Anna Marchesini ed Ave Ninchi, donne che al teatro hanno reso arte particolare, come e più degli uomini. Cinzia Marseglia è nel loro segno, sulla loro scia e con gran classe. I suoi sketch sono dei piccoli capolavori di osservazione del reale, che scrive lei stessa, in collaborazione con Giovanna Donini. Comicità sagace, fine, mai volgare, sia pure con qualche parola forte. L'essere attrice comica, in un settore quasi esclusivamente degli uomini, la rende particolare e la sua comicità ci è parsa valere di più.
Maria Serritiello
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