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martedì 22 ottobre 2024

Sabato 19 ottobre i Normanni sono tornati a Salerno, per conto dell’opera lirica rappresentata al Teatro Augusteo di Salerno


 Fonte: www.lapilli.eu

di Maria Serritiello


Grande successo di pubblico per l’esecuzione dell’opera lirica” I Normanni a Salerno” del musicista Temistocle Marzano su libretto di Leone Emanuele Bardare al Teatro Augusteo di Salerno, ad ingresso libero. La rappresentazione lirica, voluta fortemente dal Presidente dell’associazione “Temistocle Marzano”, Eugenio Paolantonio ha letteralmente trionfato per la bravura degli esecutori. Applausi scroscianti per i talentuosi interpreti diretti dal Maestro Giuseppe Polese ed accompagnati al pianoforte dal Maestro Nicola Polese, il coro “Jubilate Deo” con le loro voci, veri strumenti naturali, hanno sopperito la mancanza dell’orchestra. La lettera che il Maestro Temistocle Marciano inviò all’allora sindaco per fare dono alla città di Salerno di questa sua composizione, è stata letta, ad inizio di spettacolo, dalla voce ammaliante ed inconfondibile dell’attore Davide Curzio, assente in sala per omesso e trascurato invito.

Trama Dell’opera

I° Atto.

La vicenda si svolge agli inizi del XI secolo.

Il primo figlio di Tancredi d’Hauteville, Guglielmo Braccio di Ferro, è stato chiamato dal Re Normanno Guaimaro in rinforzo della difesa della città di Salerno, sotto l’assedio saraceno Nella gran sala gotica del palazzo di Guaimaro fervono i preparativi per le nozze di sua Figlia, la Principessa Bianca e Guglielmo. La principessa, a differenza del clima di festa che si respira a palazzo, appare mesta. Ella infatti non può fare altro che piangere la sua sorte infelice in quanto non sa dimenticare l’amore infinito che prova per Ainulfo condottiero normanno non ancora tornato dalla sua ultima spedizione. Mentre è ormai prossimo lo sposalizio giunge a palazzo la notizia che sono state avvistate alla costa delle navi saracene. Si interrompe la festa e i canti di giubilo diventano canti di guerra.

II Atto

È notte. In un punto della marina di Salerno i Saraceni, che hanno ormai fissato le loro tende, inneggiano alla guerra. Ainulfo, che all’insaputa della principessa Bianca e di tutti i Normanni si è convertito alla fede saracena, si intrattiene in una lunga conversazione con Agar, suo confidente, il quale, con l’intento di riaccendere l’odio di Ainulfo contro Guaimaro e la sua Patria, gli annunzia che Bianca è stata promessa in sposa al Normanno. Intanto al palazzo di Guaimaro, Berta, fedele confidente di Bianca annuncia a quest’ultima l’imminente arrivo di Ainulfo e la principessa rinvigorita da nuova speranza, aspetta il suo arrivo. Sul far dell’alba Ainulfo giunge finalmente a palazzo. Egli è avvolto in un ampio mantello che copre l’armatura saracena ed indossa una celata che gli copre completamente il viso. Bianca non appena lo vede gli va incontro per abbracciarlo ma quando scorge l’armatura al disotto del mantello retrocede bruscamente. È l’amor patrio che troneggia su quello dell’amato. Ainulfo furioso l’afferra quasi a trascinarla con sé, ma al richiamo delle trombe è costretto ad allontanarsi.

III° Atto

All’interno delle mura di Salerno sono state erette molte tende tra le quali, d’avanti, quella di Guaimaro tenuta strettamente a guardia. Alcuni soldati sono intenti alle opere del campo e Guaimaro li esorta a combattere per la salvezza di Salerno. Squillano le trombe e tutti si inginocchiano per invocare l’aiuto celeste.

Intanto Ainulfo avvolto in un ampio mantello per non farsi riconoscere, si reca al cospetto di Guglielmo come un comunissimo duce saraceno a chiedere denaro in cambio della dipartita da Salerno o Bianca come ostaggio. Guglielmo gli ordina di mostrargli il suo volto. Ainulfo si scopre il volto continuando a minacciare Guglielmo e Salerno. Il popolo che ha assistito alla scena, nel riconoscere il traditore Ainulfo, si lancia all’inseguimento di Ainulfo Bianca, sopraffatta, cade svenuta tra le braccia di Berta.

IV° Atto

In una bellissima piazza ornata a festa, si intrecciano danze e cori di popolani che aspettano con in mano rami di ulivo l’arrivo dei guerrieri vittoriosi. Guglielmo ha ormai confidato a Bianca che, svolto il suo compito, deve tornare al paese natio. Intanto Uberto dà la notizia che Ainulfo non è morto, ma è prigioniero. Infatti, poco dopo, Ainulfo viene condotto in piazza dinanzi ai vincitori, tra l’ira del popolo e dei soldati normanni che inneggiano al linciaggio. Guaimaro tenta di frenare quest’impeto d’ira ma il popolo si ammutina e alcuni di loro tirano fuori i pugnali. Ainulfo pur di non essere il trofeo di guerra della vittoria normanna, o di cadere cadavere per mano di uno di loro, ghermisce la mano di un popolano che stava per ferirlo con un pugnale e con esso si trafigge il petto. Bianca che accorre per sorreggerlo raccoglie il suo addio e confida in Dio per la salvezza della sua anima. Ainulfo muore e viene coperto dalle bandiere. Su tutti troneggia la croce di Cristo.

Con l’augurio che questo gioiello musicale, sia inserito di diritto nella stagione operistica del Teatro Verdi, vuoi per la sua pregevolezza che per la bravura di chi ha amato Salerno, Temistocle Marzano, dedicandole il frutto del suo genio creativo.

Mi piace, qui annoverare, tutti coloro che hanno fatto della serata un successo.

I Normanni a Salerno opera in 4 atti di Temistocle Marzano su libretto di Leone Emanuele Bardare. Tanto per capire di chi si è servito Temistocle Marzano, per la stesura del libretto, Leone Emanuele Bardare è l’autore dell’integrazione del testo scritto del Trovatore di Giuseppe Verdi, venuto a mancare il librettista Salvatore Cammarano che l’aveva iniziato

Produzione ed Edizione Critica: Eugenio Paolantonio

Con: Davide Maria Sabatino- basso

Chiara Polese- soprano

Gianluca Pantaleone-tenore

Maurizio Esposito – baritono

Coro filarmonico- Jubilate Deo

Maestro al pianoforte-Nicola Polese

Direttore- Giuseppe Polese

“Il Medioevo Normanno ed il Melodramma. Bardare e Marzano a Salerno” Introduzione all’opera e commento Dott.re Gennaro Saviello- Università eCampus Salerno.

La serata è stata presentata con grazia e partecipazione emotiva da Angela Luisa De Stefano.

Si è solito, in teatro, lanciare fiori al soprano che eccelle, su Chiara Polese, virtualmente, da tutto il pubblico presente, ne è stato lanciato un enorme fascio di rose colorate di rosa, data la giovane età, da dividere, s’intende con il bravo tenore Gianluca Pantaleone

Maria Serritiello

www.lapilli.eu








 

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