Fonte: www.lapilli.eu
di Maria Serritiello
Sabato 5 e domenica 6
ottobre, al Piccolo Teatro del Giullare, alla ripresa della nuova stagione
teatrale 2024/2025 è stato rappresentato “Ho sentito il bisogno di dirlo
a qualcuno” elaborazione drammaturgica sul personaggio di Katherine Mansfield, scritto ed interpretata
da Francesca Pica.
La scena si apre sul buio
assoluto e nella penombra vi rimane per tutto il tempo. Dietro il personaggio
che di lì a poco prenderà la parola, uno stand sollevato con appesi abiti del
primo ‘900, stile british, ravviva quel tanto che può la scena. Francesca
Pica, attrice, in una composta interpretazione, c’introdurrà nel mondo di Katherine
Mansfield, scrittrice, saggista e giornalista neozelandese.
L’elaborazione drammaturgica della talentuosa interprete copre sia, il vuoto di
conoscenza di alcuni di noi, sia il richiamo alla mente di altri. In tutti e
due i casi si dovrà essere memori del lavoro di fedele ricerca del personaggio,
alla giovane interprete salernitana con una brillante carriera aperta su vasti
spazi. I passaggi della vita trascorsa della scrittrice sono stati sottolineati
da un’originale drammaturgia del suono, composta ed eseguita dal vivo dal maestro Carlo Roselli,
musica mai invasiva, ma che ha pervaso le atmosfere brumose dei paesi lontani
dal sole.
E così sapremo di
Katherine Mansfield, dove Mansfield non è il suo vero cognome, ma l’ha ripreso
dalla nonna paterna, perché il suo, Beauchamp, non le piaceva. Una donna
risoluta e moderna, a volte si nasce, come suol dirsi, anche se la sua data è
fissata al 14 ottobre 1888 a Wellington Nuova Zelanda. Figura importante nel
movimento modernista, destinata alla scrittura fin da piccola. Terza figlia,
dei cinque, frequenta la scuola a Karori con le sue sorelle, prima
di frequentare il Wellington Girls' College e di passare alla prestigiosa
Fitzherbert Terrace School, dove Mansfield diviene amica di Maata Mahupuku. La
soprannominerà Sally e sarà la sua musa ispiratrice per i primi lavori. Pare
che con lei abbia avuto una relazione amorosa, che scandalizzò l’ottima sua
famiglia, fatta di perbenismo integrale e niente affatto progressista. Oltre
alle tre sorelle Katherine ha un fratello prediletto con il quale trascorre
anni felici che descriverà nell’opera “Prelude”, fatta pubblicare da Virginia
Wolf, nel mezzo di una loro relazione amorosa. Nel 1902 Mansfield
si innamora di Arnold Trowell, un mediocre violoncellista, ma i suoi sentimenti
non furono per la maggior parte ricambiati. Nel 1903 si traferisce a Londra,
vive una vita bohémien, ha relazioni sentimentali con donne, ma non disdegna di
sposarsi, forse per voler superare la disinvolta sua vita sessuale. Scrittrice
di fatti quotidiani i suoi racconti non hanno un principio ed una fine, donna
indipendente è stata esploratrice della vita, breve, perché ammalata di tisi,
muore a soli 34 anni. Nelle sue composizioni ha descritto stralci di vita
familiare, sentimenti leggeri, la semplice infanzia, i battiti del cuore, i
frammenti di un’esistenza delicata, ma degna di essere descritta, perché come
avrebbe detto Virginia Woolf “la storia è volgare”.
Uno spettacolo, quello di
Francesca Pica, meritevole di essere visto sia per la composizione del
personaggio, sia per la sua recitazione, pacata, disinvolta, interpretativa di
più voci, di più sfumature, impostata per ben accompagnare la storia, sì da
entrare nell’esistenza della tormentata Mansfield, concentrati e senza bruschi
passaggi. Il lavoro si completa, poi, con il respiro musicale del maestro Carlo
Roselli, il soffio gentile del suo estro musicale, goduto per tutta la
durata della rappresentazione.
Maria Serritiello
www.lapilli.eu
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