Fonte: www.lapilli.eu
di Maria Serritiello
A 10 anni dalla morte,
l’edizione 27esima dei Concerti di Villa Guariglia, creati e voluti da
Antonia Wilburger, con tenacia tutta teutonica e nel segno dell’amore, che le
appartiene di diritto, ha voluto omaggiare il musicista salernitano Enrico
Parrilli. Nessuno dei tanti strumantisi di valore, esistenti del nostro
territorio, tanto da far annoverare la scuola di Jazz Salernitano la migliore
in campo nazionale, aveva preso prima d’ora l’iniziativa
E siamo a mercoledì 17
luglio, a Raito, nella Villa Guariglia, l’incantevole luogo, posizionato nella
parte iniziale e più panoramica della divina costiera là ci sarà il tributo, il
giornalista Carlo Pecoraro, il traghettatore.
Enrico Parrilli
Nato nel 1927, è stato uno
dei più noti ed il migliore jazzista salernitano, il papà morale di tutti i
gruppi musicali, formatisi negli anni ’60 e ’70 in città e provincia, che come
ci dirà Tony Borlotti, nel suo libro di ricerca “60’s Salerno Beat
Resurrection- Complessi salernitani degli anni Sessanta”, sono stati più di
300. La sua carriera ha un inizio esponenziale, quando trova sulla sua strada,
a 16 anni, siamo nel 1943, le truppe angloamericane sbarcate a Paestum, apprende,
così, l’allegria dello swing, grazie ai V-Disc, i dischi della vittoria
ricevuti in dote dalle truppe angloamericane. È la folgorazione! Ascolta,
studia, impara con caparbietà, tanto da essere notato da alcuni soldati a Curti,
di Giffoni Valle Piana, dove si trovava sfollato con la sua famiglia, questi riconoscendogli
talento lo vollero come pianista nelle feste organizzate a Salerno per gli
ufficiali e la sua paga era proprio un V-Disc.
Passano gli anni, gira il
mondo con il grande Bruno Venturini, la possente voce del nostro
territorio, conquista ben due edizioni della leggendaria “Coppa Vaccaro”,
istituita dal Circolo Napoletano del Jazz, anno 1959 e l’anno dopo, con l’amico
sassofonista Mario Schiano e l’Accademic quintet, così composto: Enrico
Parrilli al vibrafono, Achille Guglielmi al pianoforte, Franco Serino alla
batteria, Vittorio Liguori al violoncello. Successivamente un incontro alla
N.A.T.O, con Dave Brubeck, a Montreaux con Oscar Peterson
per giungere al concerto di Salerno, al fianco di Romano Mussolini e Tony
Scott. Una vita dedicata alla musica ed essere sempre sulla scena da
protagonista, vuoi per l’amato jazz, vuoi per essere il re delle serate
salernitane con il suo complesso i “G-Men e poi gli incontri con i più
valenti musicisti dell’epoca, sono memorabili, come lo è la capacità
irresistibile, di comunicatore. Tutti, per questo, l’hanno amato,
riconoscendolo come insostituibile maestro e quando, nel 2014, è scomparso,
ogni musicista della nostra terra si è sentito orfano, forse è questa la
ragione del tanto tempo trascorso per giungere a Villa Guariglia all’interno
della prestigiosa kermesse ed a “Ricordando un maestro di swing”. Per
lui mercoledì 17 luglio, davanti allo scenario della natura
sovrabbondante di Villa Guariglia, ha suonato l’ultima formazione:
Antonio Cavaliere,
pianoforte
Rino Angrisani,
contrabasso
Miki Serlenga, sassofono,
Enzo Negro, batteria.
Sul finale, ad omaggiare
affettuosamente il Maestro, vivo nel ricordo, si è avvicendata la “bella
gioventù” musicale della nostra terra: Enzo Negro, batteria; Leo Aniceto,
piano; Carmine Viscido, contrabasso; Enrico di Marino, chitarra/ voce; Gerry
Popolo, sax tenore.
La musica si diffonde e
si espande nei ricordi dei presenti, nelle emozioni trascorse, che, al tocco
magico degli strumenti, si presentano intatte così come sono state vissute.
Che serata magnifica, di
quelle che si riescono a combinare, solo per il talento innato e coltivato di
musicisti che, nel segno di un grande, hanno dato spettacolo in maniera
elegante e sentimentale
Villa Guariglia è alle
nostre spalle, si chiude e Night and Day, note nella mente, accompagnano
all’uscita. Musica, quella, che faceva incontrare, parlare, innamorare gli
umani. Che nostalgia!
Maria Serritiello
www.lapilli.eu
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