di Maria Serritiello
Lo scorso Mercoledì Santo, quando la scuola ha già fatto il bagaglio per le sospirate vacanze pasquali, al Circolo Canottieri Irno, un’ex scolaresca del Liceo classico De Sanctis, appassionata di teatro antico, per averlo più volte interpretato, negli anni passati, sotto la sapiente regia della Prof.ssa Anna Rotunno, ha portato in scena: “Elena o il sogno del doppio”. Opportunamente, dato il valore della rappresentazione, il gruppo è stato invitato ad esibirsi, dinanzi ad un folto pubblico, dalla Presidente del Parco Schelgaita, Clotilde Baccari Cioffi.
La tragedia scritta da Euripide ha una trama che vuole riabilitare l’onorabilità di Elena, persa definitivamente nell’Iliade di Omero, per cui Paride, a Troia avrebbe condotto un “eidolon”, plasmato dagli dei, al posto della donna più bella del mondo. Trascorsi i dieci anni di guerra e Troia finalmente espugnata, Menelao riprende sua moglie, ovvero quella che crede fosse la sua donna e alza le vele per Sparta. Trascorrono sette anni di spericolate peregrinazioni, senza arrivare a destinazione, anzi Menelao naufraga sulle coste dell’Egitto. Qui 17 anni prima, Ermete aveva trasportato in volo e messa sotto protezione di Proteo la vera Elena, che non ha perso mai la speranza di dimostrare la sua innocenza. I due s’incontrano, alfine, ma non è facile ricongiungersi definitivamente, uno perché Menelao sa di aver lasciato l’altra Elena, l’eidolon, in una grotta e solo la venuta del nunzio ristabilirà la verità, due, il nuovo re dell’Egitto, Teoclimeno intende sposare la bella spartana. Per avere un finale rassicurante, non in linea con quelli tragici, Euripide fa ricorso al deus ex machina, i Dioscuri che assicureranno il successo in questo del piano di fuga degli sposi ricongiunti. Il loro intervento capovolgerà il finale tragico della tragedia antica in commedia, annunciando quella che si chiamerà “commedia nuova” anche se conserverà l’impianto classico. La struttura della tragedia euripidea, infatti, è molto più punteggiata e ricca di novità rispetto al passato, soprattutto nelle tragedie più tarde, e per la progressiva svalutazione del ruolo drammatico del coro. Anche lo stile della ricerca euripidea rompe con la tradizione, mediante l'alternanza delle modalità narrative.
Il libero adattamento del dramma euripideo è stato realizzato dalla bravissima Prof.ssa Anna Rotunno, e, come lei stessa ci dice, ha aggiunto molto opportunamente gli sconfinamenti del comico, facendo passare tutta la vicenda come un'invenzione di Elena, che per sfuggire ai sensi di colpa si abbandona al sogno del doppio, rifacendosi così la pura facciata della fedeltà coniugale. Nello sdoppiamento si possono cogliere tutte le battute sfacciate lanciate contro la bella Elena dal coro delle “comari”, le uniche ad essere esterne al sogno e per questo consapevoli della realtà. Elena, infine, ritrovando se stessa, si allontanerà dai vuoti fantocci della sua immaginazione.
Un team bene affiatato di giovani, provvisti di sana passione per l’arte ed encomiabili per essere degli ex: Francesca Credentini (Elena), Davide Giudice (Menelao), Carmine Nastri (Teucro), Nunzio Brancaccio (Teoclimeno), Chiara Salzano (Teonoe), Rocco di Muro (Messaggero), Francesco Paolo Volpe (Messaggero Rap), Gaia Rocco (Vecchia Comare), Andrea Bonfrisco (Eco, Alfabeta, Comare) Benedetta Moresca, Marta Genovese (Scenografia), Davide Caravano (Aiuto Regia). I ragazzi hanno saputo ben caratterizzare i vari personaggi, tutti bravissimi nel recitare e nel ricordare il copione, che in più punti ha molto divertito per l’inserimento di battute attuali. Che dire, poi, del testo e della regia della Prof.ssa Anna Rotunno, per altro nota per il suo rigore stilistico tutto classico in cui emergono, sfortunatamente per noi in modo raro, perle di leggiadria comico-satirico-umoristico, impensabili e godibilissime. Una lettura apparentemente superficiale consente all'autrice di operare traslati situazionali moderni, contemporanei, realistici, mettendo in atto così una pièce teatrale leggera, piacevole, allegra ma non per questo meno aderente al testo originale e perfettamente in linea con la realtà odierna. Bella l’atmosfera creatasi tra i giovani che interamente l’hanno trasferita al pubblico, divertito da tanta ingenua giovialità e splendida leggerezza. Curati i costumi, sebbene siano usciti solamente dall’abilità creativa dei giovani e non da designer. Buona la scelta delle musiche a far da sottofondo: Renee Aubry (Lungomare , Salento), Requiem di Berio.
Maria Serritiello
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