Fonte: www.lapilli.eu
di Maria Serritiello
Il 3 ottobre scorso, presso la prestigiosa “Sala Moka”, sita nel centro della città, in Corso Vittorio Emanuele 104 di Salerno, si è inaugurato l’anno sociale, 2016/2017, del “Caffè dell’Artista”, associazione culturale aderente all’U.N.I.A.C. Il Caffè dell’Artista è uno dei maggiori contesti culturali della città, per la mole d’incontri svolti nei vent’anni di attività, e proprio quest’anno ne ricorre il ventennale. In un giorno del 1996 e precisamente il 23 luglio, Florinda Battiloro, Maria Luisa Bergamasco, Anna Cipriani, Lucio Ronca, Edda D'Acunto, Rosetta Fruttu, Anella Vitolo, sentirono l’esigenza di vivere un’esperienza artistica- letteraria, di frequentarla, di produrla e di sperimentarla assieme a tante altre persone che con loro condividessero tale desiderio. Per nome fu scelto quello che ricordava gli antichi Caffè letterari, dove ad incontrarsi furono poeti, pittori, filosofi, artisti di ogni genere per parlare d'arte, e non solo.
Così, da quel giorno, ogni settimana, precisamente il lunedì, da ottobre a giugno, al Caffè dell’Artista si è parlato e si parla di letteratura, poesia, musica, arte, filosofia, religione, neuroscienza ed attualità sociale. Un bell’impegno a mantenere il tempo degli incontri, ma il pubblico è sempre tanto interessato da rendere lieve l’organizzazione del tutto.
A rallegrare l’incontro della prima serata ci hanno pensato loro i “Blue Champagne” una simpatica ensemble vocale, che ha per repertorio i successi del “Quartetto Cetra”. “Quando nel mio jukebox c’è un disco dei Platters” cantano Giampiero Pierro, Marida Niceforo, Andrea Iannone, Marco De Simone, Edoardo Attanasio ed ecco venirci incontro i tanti altri successi del famoso quartetto degli anni ‘40 di Felice Chiusano, Lucia Mannucci, Tata Giacobetti e Virgilio Savona. I testi di molte canzoni, cantate dalle Blue Champagne, sono ironici ma sempre garbati, mai fuori dalle righe e impiantati su di una vocale polifonica, finemente arrangiata. Le voci sincroniche, nei vari toni, rendono un buon effetto ed il risultato finale è ottimo. A volte le canzoni si prestano anche ad un accenno di teatralità che le Blue Champagne non si lasciano sfuggire come ad esempio nel brano “Sola me ne vo per la città”, innestata con l’arrangiamento di fondo del famoso brano di Paolo Conte “It’s wonderful”, sicché il ripetere< via, via> diventa un contro canto divertente. Le canzoni si susseguono < <Aveva un bavero Il Visconte di Castelfombrone, Un disco dei Platters, Che centrattacco!!!, Nella vecchia fattoria, Vecchia America, Un bacio a mezzanotte, Concertino, I ricordi della sera>>per citarne alcune e un'Italia in bianco e nero si materializza nella sala, vecchi ricordi e colonna sonora di tante sere trascorse ad ascoltare la radio, prima e successivamente a guardare tutt’insieme la tv, l’unico canale. La vita era semplice allora, solo l’essenziale, il superfluo si sognava ad occhi aperti. E sguardi sognanti si sono visti in sala, nostalgia di un tempo giovanile, aiutata dal canto dei bravi interpreti, le cui voci, limpide è modulate, ricreano nell’ascoltarle.
La loro formazione, per tracciarne in breve la storia, prende corpo da un sogno nel cassetto di due persone, che un giorno s'incontrano e scoprono di essere accomunate dalla stessa passione: la musica di un genere, nobile qual si voglia, ma desueta. Volerla far rivivere, anche come memoria di costume presso i giovani che tutto consumano senza conservarne traccia, fu tutt’uno e nel maggio del 2013, danno vita ai Blue Champagne. La scelta dello stile propende per un accompagnamento strumentale acustico, con chitarra e pianoforte, e una sezione vocale polifonica. Oltre ai brani dei Cetra, il repertorio ingloba pezzi dello swing americano ed italiano degli anni ‘40-‘50 e tutti gli arrangiamenti sono curati dagli stessi componenti del gruppo. Nel finale e dopo aver allietato il pubblico per ben due ore, i Blue Champagne si congedono con un motivo di Perry Como, cantante melodioso americano e “Caterina”, questo il titolo del brano, arrangiata dal gruppo, è diventata frizzante, divertente e perfino trascinante, così come conviene in un finale allegro.
Maria Serritiello
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