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domenica 23 ottobre 2016

“Non è da tutti andare a Corinto” lo dice Geppino Lauriello al Caffè dell’Artista di Salerno

Fonte: www.lapilli.eu
di Maria Serritiello


 

Confermandosi Geppino Lauriello, Primario Emerito di Bronco pneumologia, scrittore e studioso del mondo antico e non solo, un affabulatore di gran classe, per i temi, che di volta in volta affronta al Caffè dell’Artista, l’associazione culturale che ogni lunedì tiene i suoi incontri, nella bellissima Sala Moka, al centro della città, lunedì 17 ottobre, ha trattato il tema “Non è da tutti andare a Corinto”. Proviamo a seguire quanto è stato descritto nella dotta conversazione, pur mantenendo leggerezza e soavità.

 

Prendendo spunto da una frase citata da Orazio nell’epistola 17 del I libro: …non è da tutti andare a Corinto (non omnibus licet adire Corynthum), Geppino Lauriello ha svolto un dettagliato excursus sulla ierogamia, ovvero sulla prostituzione sacra esercitata nel mondo antico ed in particolar modo a Corinto, un tempo notoria città di piacere e di fanciulle disponibili. La ierogamia, il cui apogeo può essere collocato tra V-IV secolo a. C. era un culto nato per iniziazioni rituali prematrimoniali di donne libere spontaneamente offertesi alla dea della fecondità e dell’amore nel tempio di Afrodite sull’Acro Corinto, di cui oggi non restano che scarse rovine. Una ritualità successivamente decaduta in seguito all’affidamento del compito a semplici ierodule, ovvero ad addette al tempio di modesta estrazione sociale, e ad etere, cortigiane provviste di una certa cultura, eleganti e raffinate, che partecipavano alle cerimonie religiose con musiche e canti.

 In definitiva la procedura aveva perduto l’aureola di sacralità ed era diventata una prostituzione vera e propria, anche se svolta seguendo una certa liturgia.

 

Il culto ierogamico era nato a Babilonia in Mesopotamia e ce lo descrive Erodoto, lo storico greco fiorito nel V secolo, probabile testimone oculare. Le donne si raccoglievano nel recinto del tempio dedicato alla dea in attesa di essere prescelte dal forestiero in visita. Questi poteva giacere con loro solo dietro il versamento di un’offerta obbligatoria particolarmente salata e dopo aver pronunziato una frase rituale. Da quel momento però, precisa lo storico, non ci sarebbe stata più somma bastevole per poter avere quella donna una seconda volta. 

La ierogamia fu fenomeno abbastanza esteso nel mondo arcaico. Da Babilonia e i paesi della Mesopotamia s’era diffuso in Asia Minore nella Lidia, poi in Fenicia,  quindi a Cipro, ad Erice in Sicilia, a Sicca in Numidia, a Corinto, diventato l’emblema, la rappresentazione simbolica del libertinaggio e delle follie erotiche, tanto da avere una serie impressionante di citazioni storiche e letterarie, riportate in gran parte dal relatore, anche a dimostrazione di una ricerca condotta con certosino impegno: Oltre Orazio, a parlarne sono Erodoto, Strabone, Eliano, Valerio Massimo, Diodoro Siculo, Pindaro, Ateneo, Diogene Laerzio, Ovidio, Pausania, Aristofane, Platone e perfino San Paolo nella Prima Lettera ai Corinzi.

 

Con l’avvento dei romani e la riduzione di Corinto a semplice capoluogo di provincia dell’impero, non si sentirà più parlare di ierogamia, anche se la città continuerà ad essere luogo di piacere e di sfrenatezze.  Ma con il sopraggiungere delle prime ombre del medioevo, anche il ricordo della Corinto di un tempo scomparirà del tutto, impietosamente soffocato dalle ceneri dell’oblio

Maria Serritiello.   
 
 

 

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