di Maria Serritiello
Quello della sera di San Matteo a Salerno è stato un brutto “affaire”.
Brutto per duplice ragione, la prima perché a fare muro contro muro con i
fedeli è la chiesa, la seconda è che l’immagine di Salerno ne esce sporcata,
con la complicità di agitatori, stampa, televisione ufficiale, detrattori di De
Luca Sindaco, tanto per ricordare, eletto con il 75% di consenso popolare e per
il chiacchiericcio fine a se stesso che ha aumentato ed esasperato il tiro.
Ho aspettato 4 giorni prima di scrivere sul blog http://maria-ilmiogiornale.blogspot.com,
il mio pensiero, perché mi riconosco viscerale, se mi si tocca la città e
neanche ho voluto leggere i giornali o guardare le tv locali e nazionale. Ho preferito
meditare per interpretare me stessa su ciò che significa da sempre (ahimè…anni
su anni) la festività del Santo Patrono. Come sempre in ogni vertenza la
ragione sta nel mezzo (In medio stat virtus) già dei filosofi scolastici medievali ma prima il
filosofo Aristotele, nell'Etica
Nicomachea.
Il fatto, grazie alla velocità dell’informazione attuale
(vedi fb, scatti in wz e giornali on line, si è subito risaputo, ognuno si è
sentito investito dal sacro furore della verità, la verità personale (ovvio),
da trasmettere ai posteri, forse cosa buona ma…
Da un po’ di tempo e saprei anche dire da quando c’è un
pressapochismo pauroso nello svolgere qualsiasi professione, potrei
invariabilmente, attingendo informazioni da Wikipedia o da un tutorial su
quello che vorrei fare, nozioni utili per cambiare mestiere (facevo
l’insegnante).
Detto ciò, lode alla veloce conversione di ogni professione o
mestiere, gli esperti mi sono sempre piaciuti…ma forse questo è il punto, non
tutti possono fare ogni cosa senza lo studio e le capacità operative e dirsi
esperti. Dico ciò perché puntualmente, a Salerno, arrivano e guarda caso sempre
pronti quando c’è “ammuina”, mai quando si fanno le cose serie come gli asili
nido all’avanguardia, il sorpasso con Reggio Emilia. Ma tant’è ai giornalisti
piace scrivere piu’ del morto ammazzato che della buona azione, rivolta a chi
ne ha bisogno. Un tempo per educare al bene i ragazzi, c’era il Premio della
bontà’ Tra tutti gli alunni d’Italia ne veniva scelto uno e al cospetto del
Presidente della Repubblica veniva premiato. La stampa dava risalto alla
notizia e la bontà aveva il suo momento buono per invogliare gli altri per gli
anni a venire.
Tutto ciò non accade piu’ e se pure succede chi se ne
frega…altri sono i modelli da imitare. La bontà è un nome astratto per dirla
con le parole di chi conosco, non è “carriolabile”, ovvero non si può
materialmente trasportarlo su di una carriola.
Ma torniamo al 21 settembre, alla celebrazione solenne del
Santo Patrono a ciò che per anni, per me, è stata la processione e se entrano
in essa, emozioni, ricordi, volti che non ci sono più, luogo sempre lo stesso,
per vedere sfilare le sei statue: Ante , Gaio, Fortunato, (dette “e sore e San
Matteo”, per via dei loro capelli lunghi (sei di numero, Arcivescovo Moretti,
sei e non due o tre come sciattamente ricordava, in conferenza stampa, dando
prova che la processione già non l’interessava.(la fonte è da documentazione
video) ed ancora il gusto della milza, a “meveze” e il suo odore sparso nei
vicoli, il panino imbottito del gustoso cibo all’aceto, i fuochi per elevarsi a
guardare il cielo, ogni tanto, punteggiato di stelle e di scintille infuocate.
Che cos’è che la infastidisce tanto, Moretti e non si trinceri dietro la
Conferenza Episcopale o disposizioni di facciata, abbia il coraggio di dire che
cosa non va nei portatori che, per la cronaca sollevano statue pesantissime,
anche di 14 quintali (San Giuseppe”) per esempio e che cosa non va nella
popolazione salernitana che sta osteggiando da quando ha messo piede in
cattedrale.
Domanda, chiunque gestisce una folla e nel caso di San
Matteo, dire folla è riduttivo, così come una classe, uno spogliatoio sportivo,
una popolazione in rivolta et similia, sa che alcune eccedenze non le può
usare, previo ciò che è successo il 21 sera e non è stato un bel vedere, mi
creda, fare il braccio di ferro con il braccio di San Matteo! Perché desiderava
fare da solo la processione? Lei non lo neghi, ha fatto trovare le, ribadisco,
le 6 statue a terra nell’Atrio del Duomo, elevato da Roberto il Guiscardo, che
dopo aver invaso Salerno, fece atto di ammenda con la costruzione di tale
meraviglia artistica. Non mi dica che non prevedeva questa reazione o se non
l’ha prevista avrebbe potuto al momento, mediare. Due giorni prima i portatori,
da intere generazioni, tanto per saperlo, c’è gente che ha 70 anni e porta il
santo per voto, si sono accordati con lei, avevano accettato tutte le nuove
regole, anche se mi sembra assurdo, essendo Il santo un gabelliere, vietare la
protezione ai finanzieri. Anche loro gente non affidabile, Arcivescovo Moretti?
E vabbè, allora ombre fosche su tutto il salernitano. Nell’entrata in comune… è
il Sindaco che omaggia il santo e non viceversa, il Palazzo di città è la casa
dei cittadini o siamo ancor alla lotte per le investiture. Peccato che il 21
settembre non fosse Il rigido inverno toscano, ma una splendida giornata di
sole per mettere in atto l’altra tradizione tutta salernitana, “il bagno di San
Matteo” e De Luca non fosse Enrico IV, inginocchiato per tre giorni, dinanzi alla
magione di Matilde di Canossa.
Le bande, analizziamo perché ci sono sei bande al seguito.
Sei Arcivescovo Moretti, perché sei sono le statue. Senza musica è difficile
portare le pesanti statue sulle spalle e senza mai fermarsi, come lei
pretendeva. La musica serve a dare il passo e l’energia necessaria, guardi i
bersaglieri senza la fanfara che sarebbe la loro corsa o il trombettiere delle
antiche guerre, tanto che se moriva in battaglia, la tromba doveva essere
raccolta da altri “ Passe ’e Ammozza”, (Al
passo, fermati) grida il capo paranza che si riconosce dal colore diverso della
veste per le girate a” mmare e a muntagne”…segno che San Matteo deve proteggere
le due nature della città.
La CEE dirà in merito anche ai Gigli di Nola, alla Madonna
dell’Arco, alla “Iute” di Montenegrine, alla Madonna delle Galline…Credo che
lei sapesse che così facendo si sarebbe creata la frattura con i salernitani da
lei poco amati tanto da farle dire “ dopo questo giorno nulla è più come prima”
, ebbene sì Arcivescovo, nulla potra’ tornare come prima se lei insiste ad
essere solo un uomo che è stato offeso.
Salerno è una città accogliente e i portatori rappresentano
l’anima piu’ popolare della città, pronti alla distensione ed a cancellare le
immagini negative della città che offendono un’intera popolazione che tiene al
suo Santo.
Personalmente mi resta il rammarico perchè per la prima volta
da quando sono nata non ho visto la processione. Un punto fermo nella vita si
deve pur tenere non mi posso sentire affratellata con la festa dei dragoni
della Cina o con l’october fest berlinese, per citarne qualcuna. Sono
Salernitana e mi voglio connotare per tale, come quando da bambina mi
guadagnavo il giochino alle bancarelle e il lettone per vedere i fuochi
d’artificio
Fin qui le mie emozioni e ciò che ho provato nel vedermi la
religiosità della festa negata, ma per equilibrare il mio intervento, mi corre
l’obbligo, a piè di pagina riportare la notizia di per sé grave tratta da
Cronache del Mezzogiorno
Processione di San Matteo, c’è
l’inchiesta
Indagini su «inchini» e le offese al vescovo
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La Procura apre un fascicolo,
verifiche affidate alla Digos
Gli inquirenti vogliono capire chi ha aperto il Comune
Gli inquirenti vogliono capire chi ha aperto il Comune
Turbamento di funzione religiosa, offese ad un ministro di
culto: sono le ipotesi di reato, per il momento a carico di ignoti, sulle quali
la procura della repubblica di Salerno sta indagando in relazione ai fatti
avvenuti ieri in occasione della processione della statua di San Matteo. La
procura ha delegato gli agenti della Digos ad effettuare le indagini. Ieri sono
stati visionati i filmati riguardanti varie fasi della processione, dai quali
emergerebbero pesanti insulti verso il l’Arcivescovo di Salerno, monsignor
Luigi Moretti. Gli inquirenti hanno già ascoltato alcune persone che hanno
partecipato alla processione. E stanno verificando anche alcuni episodi
registrati durante la processione. Tra questi l’apertura dell’ingresso del
Comune: la sosta dinanzi a Palazzo di Città non era stata autorizzata, invece
la statua di San Matteo è stata portata nell’atrio.
. Sotto la lente d’ingrandimento della polizia anche
l’accensione di fuochi pirotecnici nei pressi della spiaggia di Santa Teresa
nonostante non vi fosse alcuna autorizzazione. Per questo caso si ipotizza
quindi la violazione del testo unico di legge di Pubblica Sicurezza.
Insomma più si scava e più si comprende che non c’è stata una
buona comunicazione tra le due parti, ci si auspica che presto avvenga una
inversione di marcia per il bene della chiesa, dei fedeli e della città intera.
Maria Serritiello
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