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sabato 27 settembre 2014

Sed libera nos a malo



di Maria Serritiello
 

Quello della sera di San Matteo a Salerno è stato un brutto “affaire”. Brutto per duplice ragione, la prima perché a fare muro contro muro con i fedeli è la chiesa, la seconda è che l’immagine di Salerno ne esce sporcata, con la complicità di agitatori, stampa, televisione ufficiale, detrattori di De Luca Sindaco, tanto per ricordare, eletto con il 75% di consenso popolare e per il chiacchiericcio fine a se stesso che ha aumentato ed esasperato il tiro.

 

Ho aspettato 4 giorni prima di scrivere sul blog http://maria-ilmiogiornale.blogspot.com, il mio pensiero, perché mi riconosco viscerale, se mi si tocca la città e neanche ho voluto leggere i giornali o guardare le tv locali e nazionale. Ho preferito meditare per interpretare me stessa su ciò che significa da sempre (ahimè…anni su anni) la festività del Santo Patrono. Come sempre in ogni vertenza la ragione sta nel mezzo (In medio stat virtus) già dei filosofi scolastici medievali ma prima il filosofo Aristotele, nell'Etica Nicomachea

Il fatto, grazie alla velocità dell’informazione attuale (vedi fb, scatti in wz e giornali on line, si è subito risaputo, ognuno si è sentito investito dal sacro furore della verità, la verità personale (ovvio), da trasmettere ai posteri, forse cosa buona ma…

Da un po’ di tempo e saprei anche dire da quando c’è un pressapochismo pauroso nello svolgere qualsiasi professione, potrei invariabilmente, attingendo informazioni da Wikipedia o da un tutorial su quello che vorrei fare, nozioni utili per cambiare mestiere (facevo l’insegnante).

Detto ciò, lode alla veloce conversione di ogni professione o mestiere, gli esperti mi sono sempre piaciuti…ma forse questo è il punto, non tutti possono fare ogni cosa senza lo studio e le capacità operative e dirsi esperti. Dico ciò perché puntualmente, a Salerno, arrivano e guarda caso sempre pronti quando c’è “ammuina”, mai quando si fanno le cose serie come gli asili nido all’avanguardia, il sorpasso con Reggio Emilia. Ma tant’è ai giornalisti piace scrivere piu’ del morto ammazzato che della buona azione, rivolta a chi ne ha bisogno. Un tempo per educare al bene i ragazzi, c’era il Premio della bontà’ Tra tutti gli alunni d’Italia ne veniva scelto uno e al cospetto del Presidente della Repubblica veniva premiato. La stampa dava risalto alla notizia e la bontà aveva il suo momento buono per invogliare gli altri per gli anni a venire.

Tutto ciò non accade piu’ e se pure succede chi se ne frega…altri sono i modelli da imitare. La bontà è un nome astratto per dirla con le parole di chi conosco, non è “carriolabile”, ovvero non si può materialmente trasportarlo su di una carriola.

 

Ma torniamo al 21 settembre, alla celebrazione solenne del Santo Patrono a ciò che per anni, per me, è stata la processione e se entrano in essa, emozioni, ricordi, volti che non ci sono più, luogo sempre lo stesso, per vedere sfilare le sei statue: Ante , Gaio, Fortunato, (dette “e sore e San Matteo”, per via dei loro capelli lunghi (sei di numero, Arcivescovo Moretti, sei e non due o tre come sciattamente ricordava, in conferenza stampa, dando prova che la processione già non l’interessava.(la fonte è da documentazione video) ed ancora il gusto della milza, a “meveze” e il suo odore sparso nei vicoli, il panino imbottito del gustoso cibo all’aceto, i fuochi per elevarsi a guardare il cielo, ogni tanto, punteggiato di stelle e di scintille infuocate. Che cos’è che la infastidisce tanto, Moretti e non si trinceri dietro la Conferenza Episcopale o disposizioni di facciata, abbia il coraggio di dire che cosa non va nei portatori che, per la cronaca sollevano statue pesantissime, anche di 14 quintali (San Giuseppe”) per esempio e che cosa non va nella popolazione salernitana che sta osteggiando da quando ha messo piede in cattedrale.  

Domanda, chiunque gestisce una folla e nel caso di San Matteo, dire folla è riduttivo, così come una classe, uno spogliatoio sportivo, una popolazione in rivolta et similia, sa che alcune eccedenze non le può usare, previo ciò che è successo il 21 sera e non è stato un bel vedere, mi creda, fare il braccio di ferro con il braccio di San Matteo! Perché desiderava fare da solo la processione? Lei non lo neghi, ha fatto trovare le, ribadisco, le 6 statue a terra nell’Atrio del Duomo, elevato da Roberto il Guiscardo, che dopo aver invaso Salerno, fece atto di ammenda con la costruzione di tale meraviglia artistica. Non mi dica che non prevedeva questa reazione o se non l’ha prevista avrebbe potuto al momento, mediare. Due giorni prima i portatori, da intere generazioni, tanto per saperlo, c’è gente che ha 70 anni e porta il santo per voto, si sono accordati con lei, avevano accettato tutte le nuove regole, anche se mi sembra assurdo, essendo Il santo un gabelliere, vietare la protezione ai finanzieri. Anche loro gente non affidabile, Arcivescovo Moretti? E vabbè, allora ombre fosche su tutto il salernitano. Nell’entrata in comune… è il Sindaco che omaggia il santo e non viceversa, il Palazzo di città è la casa dei cittadini o siamo ancor alla lotte per le investiture. Peccato che il 21 settembre non fosse Il rigido inverno toscano, ma una splendida giornata di sole per mettere in atto l’altra tradizione tutta salernitana, “il bagno di San Matteo” e De Luca non fosse Enrico IV, inginocchiato per tre giorni, dinanzi alla magione di Matilde di Canossa.

Le bande, analizziamo perché ci sono sei bande al seguito. Sei Arcivescovo Moretti, perché sei sono le statue. Senza musica è difficile portare le pesanti statue sulle spalle e senza mai fermarsi, come lei pretendeva. La musica serve a dare il passo e l’energia necessaria, guardi i bersaglieri senza la fanfara che sarebbe la loro corsa o il trombettiere delle antiche guerre, tanto che se moriva in battaglia, la tromba doveva essere raccolta da altri  “ Passe ’e Ammozza”, (Al passo, fermati) grida il capo paranza che si riconosce dal colore diverso della veste per le girate a” mmare e a muntagne”…segno che San Matteo deve proteggere le due nature della città.

La CEE dirà in merito anche ai Gigli di Nola, alla Madonna dell’Arco, alla “Iute” di Montenegrine, alla Madonna delle Galline…Credo che lei sapesse che così facendo si sarebbe creata la frattura con i salernitani da lei poco amati tanto da farle dire “ dopo questo giorno nulla è più come prima” , ebbene sì Arcivescovo, nulla potra’ tornare come prima se lei insiste ad essere solo un uomo che è stato offeso.

Salerno è una città accogliente e i portatori rappresentano l’anima piu’ popolare della città, pronti alla distensione ed a cancellare le immagini negative della città che offendono un’intera popolazione che tiene al suo Santo.

Personalmente mi resta il rammarico perchè per la prima volta da quando sono nata non ho visto la processione. Un punto fermo nella vita si deve pur tenere non mi posso sentire affratellata con la festa dei dragoni della Cina o con l’october fest berlinese, per citarne qualcuna. Sono Salernitana e mi voglio connotare per tale, come quando da bambina mi guadagnavo il giochino alle bancarelle e il lettone per vedere i fuochi d’artificio

 

Fin qui le mie emozioni e ciò che ho provato nel vedermi la religiosità della festa negata, ma per equilibrare il mio intervento, mi corre l’obbligo, a piè di pagina riportare la notizia di per sé grave tratta da Cronache del Mezzogiorno

Processione di San Matteo, c’è l’inchiesta
Indagini su «inchini» e le offese al vescovo

La Procura apre un fascicolo, verifiche affidate alla Digos
Gli inquirenti vogliono capire chi ha aperto il Comune
NDA

Processione di San Matteo, c’è l’inchiesta
Indagini su «inchini» e le offese al vescovo
La Procura apre un fascicolo, verifiche affidate alla Digos
Gli inquirenti vogliono capire chi ha aperto il Comune
Turbamento di funzione religiosa, offese ad un ministro di culto: sono le ipotesi di reato, per il momento a carico di ignoti, sulle quali la procura della repubblica di Salerno sta indagando in relazione ai fatti avvenuti ieri in occasione della processione della statua di San Matteo. La procura ha delegato gli agenti della Digos ad effettuare le indagini. Ieri sono stati visionati i filmati riguardanti varie fasi della processione, dai quali emergerebbero pesanti insulti verso il l’Arcivescovo di Salerno, monsignor Luigi Moretti. Gli inquirenti hanno già ascoltato alcune persone che hanno partecipato alla processione. E stanno verificando anche alcuni episodi registrati durante la processione. Tra questi l’apertura dell’ingresso del Comune: la sosta dinanzi a Palazzo di Città non era stata autorizzata, invece la statua di San Matteo è stata portata nell’atrio.

. Sotto la lente d’ingrandimento della polizia anche l’accensione di fuochi pirotecnici nei pressi della spiaggia di Santa Teresa nonostante non vi fosse alcuna autorizzazione. Per questo caso si ipotizza quindi la violazione del testo unico di legge di Pubblica Sicurezza.

 

Insomma più si scava e più si comprende che non c’è stata una buona comunicazione tra le due parti, ci si auspica che presto avvenga una inversione di marcia per il bene della chiesa, dei fedeli e della città intera.
Maria Serritiello
 
 
 

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