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mercoledì 19 febbraio 2025

“Inviolata” Compagnia Senza Confine Fasano Brindisi terzo appuntamento al festival Teatro XS città di Salerno

 

Fonte : www.lapilli.eu

di Maria Serritiello

“Inviolata”, al XVI concorso Teatro Festival XS di Salerno, ha smosso la memoria collettiva dei presenti, con una riflessione all’indietro, sì da ricordare il cammino principiato, le dinamiche usate, le sofferenze affrontate, i pregiudizi umani e culturali sormontati, ma anche per ben rammentare    che il processo di emancipazione non è affatto concluso, anzi.

Una gran fetta di donne, ancora ovunque, subisce violenze e soprusi inimmaginabili, 40 milioni di persone è vittime della schiavitù moderna e tra queste, il 71% sono donne e ragazze, sicché 28 milioni di donne vivono in condizioni di schiavitù e privazione dei diritti.

Quella rappresentata, la scorsa domenica, è una micro storia di un piccolo paese della Sicilia degli anni ’60: Alcamo, dove la donna è “serva anche di Dio” (nelle preghiere) che di uguaglianza va predicando. Franca Viola, una giovane donna si accinge ad ingaggiare una lotta titanica contro la morale corrente, contro la tradizione patriarcale e contro una cultura che giustifica la violenza sulle donne.

Lo spettacolo ha inizio. Tre giovane donne, scalze e vestite di bianco si rincorrono sull’aia contadina, vivendo momenti di spensieratezza mentre stendono vestiti, cravatte, sottane, sulle corde tese. Giocano e sbeffeggiano il maschio con gli abiti del bucato, imitando la volgare sfrontatezza quando si rivolgono al loro essere brave ragazze mute. Sguardo chino e sottomesso, capo coperto dallo scialle nero, dopo il disgusto delle “toccate”, dopo che è successo ancora una volta.  E così per un’ora intera rivediamo rappresentata la storia di ribellione della giovane contadina siciliana, Franca Viola, nel rifiutare il matrimonio riparatore, dopo essere stata stuprata e tenuta in ostaggio dal mafioso Filippo Melodia.

La sua storia, la nostra storia! Ad una donna disonorata e privata della virtù, un valore secolare per accertare all’uomo di essere il primo nella procreazione, che altro resta se non consegnare la sua vita all’ aguzzino di turno? È oggetto di sua proprietà, con buona pace del rapitore, della famiglia, del vicinato, dell’opinione pubblica ed anche della religione. Questo il credo di accettazione per la donna degli anni ’60 che si trascinava dietro secoli di schiavitù. Più volte parole, senza rispetto, come svergognata, disonorata, infangata, spudorata, sfacciata, sono state rivolte alla donna deflorata dall’uomo orco, ma quello che colpisce di più sono le zizzanie delle donne stesse, nei loro cortili, per strada, dietro le persiane e mentre si recano in chiesa. Eva contro Eva, il danno maggiore fatto dalle donne alle donne, una rovina che ha stagnato il movimento di emancipazione, solo perché soffocate dal pauroso conformismo, dalla rassegnazione e dall’incapacità di liberarsi dai pregiudizi, divenendo così, le peggiori accusatrici delle donne stesse, utile ad alimentare e confermare il potere maschile.

La storia affrontata sul palco è stata potente ed è quella che ha segnato un momento cruciale nella lotta per i diritti delle donne in Italia, non meno di 65 anni fa. Le bravissime attrici ci ricordano, non senza emozioni le leggi che hanno scandito il percorso: 1981 eliminazione del delitto d’onore, 1996 il matrimonio riparatore non estingue il reato.

Colpo di Teatro, per non trascurare l’aspetto letterario, a sostegno dell’evolversi della vita, il monologo sulla libertà, la dignità ed il coraggio di opporsi a norme sociali oppressive, tratto dal Don Chisciotte di Miguel Cervantes, reso magistralmente dalla piccola attrice, di appena 17 anni.

Tutto è stato assemblato in maniera perfetta: la recitazione: uno stretto dialetto siciliano, non essendo la prima lingua delle attrici, la scena, semplice, ma rievocativa di un paese del sud, i personaggi maschili resi scenici da cravatte e coppole, le movenze sinuose, volgari ad imitazioni del maschio, la bellezza della danza a piedi nudi ed alla freschezza delle giovani interpreti, continuazione e testimone di donne passate, ma così presenti nel bel pezzo di teatro. Franca Viola, l’interprete principale, evocata in assenza per tutto quello che ha rappresentato ed una volta messa alla gogna dall’ignoranza del tempo, ha spezzato le catene del conformismo e si è protesa al di là dell’arretratezza. La musica, il canto le luci ed il tempo, un buon esempio di Teatro civile

Maria Serritiello

 

INVIOLATA  Compagnia Senza Confine Fasano Brindisi

Drammaturgia e Regia David Marzi e Teresa Cecere

Con Maria Barnaba, Sandra Di Gennaro, Ilenia Sibilio

Allestimento scenico Lisa Serio

Musica di scena Kemonia

Cunto Mario Incudine




 

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