Fonte: www.lapilli.eu
di Maria Serritiello
Grande successo di
pubblico per l’esecuzione dell’opera lirica” I Normanni a Salerno” del
musicista Temistocle Marzano su libretto di Leone Emanuele Bardare al Teatro
Augusteo di Salerno, ad ingresso libero. La rappresentazione lirica, voluta
fortemente dal Presidente dell’associazione “Temistocle Marzano”, Eugenio
Paolantonio ha letteralmente trionfato per la bravura degli esecutori.
Applausi scroscianti per i talentuosi interpreti diretti dal Maestro Giuseppe
Polese ed accompagnati al pianoforte dal Maestro Nicola Polese, il
coro “Jubilate Deo” con le loro voci, veri strumenti naturali, hanno
sopperito la mancanza dell’orchestra. La lettera che il Maestro Temistocle
Marciano inviò all’allora sindaco per fare dono alla città di Salerno di questa
sua composizione, è stata letta, ad inizio di spettacolo, dalla voce ammaliante
ed inconfondibile dell’attore Davide Curzio, assente in sala per omesso
e trascurato invito.
Trama Dell’opera
I° Atto.
La vicenda si svolge agli
inizi del XI secolo.
Il primo figlio di
Tancredi d’Hauteville, Guglielmo Braccio di Ferro, è stato chiamato dal Re
Normanno Guaimaro in rinforzo della difesa della città di Salerno, sotto
l’assedio saraceno Nella gran sala gotica del palazzo di Guaimaro fervono i
preparativi per le nozze di sua Figlia, la Principessa Bianca e Guglielmo. La
principessa, a differenza del clima di festa che si respira a palazzo, appare
mesta. Ella infatti non può fare altro che piangere la sua sorte infelice in
quanto non sa dimenticare l’amore infinito che prova per Ainulfo condottiero
normanno non ancora tornato dalla sua ultima spedizione. Mentre è ormai
prossimo lo sposalizio giunge a palazzo la notizia che sono state avvistate
alla costa delle navi saracene. Si interrompe la festa e i canti di giubilo
diventano canti di guerra.
II Atto
È notte. In un punto
della marina di Salerno i Saraceni, che hanno ormai fissato le loro tende,
inneggiano alla guerra. Ainulfo, che all’insaputa della principessa Bianca e di
tutti i Normanni si è convertito alla fede saracena, si intrattiene in una
lunga conversazione con Agar, suo confidente, il quale, con l’intento di
riaccendere l’odio di Ainulfo contro Guaimaro e la sua Patria, gli annunzia che
Bianca è stata promessa in sposa al Normanno. Intanto al palazzo di Guaimaro,
Berta, fedele confidente di Bianca annuncia a quest’ultima l’imminente arrivo
di Ainulfo e la principessa rinvigorita da nuova speranza, aspetta il suo
arrivo. Sul far dell’alba Ainulfo giunge finalmente a palazzo. Egli è avvolto
in un ampio mantello che copre l’armatura saracena ed indossa una celata che
gli copre completamente il viso. Bianca non appena lo vede gli va incontro per
abbracciarlo ma quando scorge l’armatura al disotto del mantello retrocede
bruscamente. È l’amor patrio che troneggia su quello dell’amato. Ainulfo furioso
l’afferra quasi a trascinarla con sé, ma al richiamo delle trombe è costretto
ad allontanarsi.
III° Atto
All’interno delle mura di
Salerno sono state erette molte tende tra le quali, d’avanti, quella di
Guaimaro tenuta strettamente a guardia. Alcuni soldati sono intenti alle opere
del campo e Guaimaro li esorta a combattere per la salvezza di Salerno. Squillano
le trombe e tutti si inginocchiano per invocare l’aiuto celeste.
Intanto Ainulfo avvolto
in un ampio mantello per non farsi riconoscere, si reca al cospetto di
Guglielmo come un comunissimo duce saraceno a chiedere denaro in cambio della
dipartita da Salerno o Bianca come ostaggio. Guglielmo gli ordina di mostrargli
il suo volto. Ainulfo si scopre il volto continuando a minacciare Guglielmo e
Salerno. Il popolo che ha assistito alla scena, nel riconoscere il traditore
Ainulfo, si lancia all’inseguimento di Ainulfo Bianca, sopraffatta, cade
svenuta tra le braccia di Berta.
IV° Atto
In una bellissima piazza
ornata a festa, si intrecciano danze e cori di popolani che aspettano con in
mano rami di ulivo l’arrivo dei guerrieri vittoriosi. Guglielmo ha ormai
confidato a Bianca che, svolto il suo compito, deve tornare al paese natio.
Intanto Uberto dà la notizia che Ainulfo non è morto, ma è prigioniero.
Infatti, poco dopo, Ainulfo viene condotto in piazza dinanzi ai vincitori, tra
l’ira del popolo e dei soldati normanni che inneggiano al linciaggio. Guaimaro
tenta di frenare quest’impeto d’ira ma il popolo si ammutina e alcuni di loro
tirano fuori i pugnali. Ainulfo pur di non essere il trofeo di guerra della
vittoria normanna, o di cadere cadavere per mano di uno di loro, ghermisce la
mano di un popolano che stava per ferirlo con un pugnale e con esso si trafigge
il petto. Bianca che accorre per sorreggerlo raccoglie il suo addio e confida
in Dio per la salvezza della sua anima. Ainulfo muore e viene coperto dalle
bandiere. Su tutti troneggia la croce di Cristo.
Con l’augurio che questo
gioiello musicale, sia inserito di diritto nella stagione operistica del Teatro
Verdi, vuoi per la sua pregevolezza che per la bravura di chi ha amato Salerno,
Temistocle Marzano, dedicandole il frutto del suo genio creativo.
Mi piace, qui annoverare,
tutti coloro che hanno fatto della serata un successo.
I Normanni a Salerno opera
in 4 atti di Temistocle Marzano su libretto di Leone Emanuele Bardare.
Tanto per capire di chi si è servito Temistocle Marzano, per la stesura del
libretto, Leone Emanuele Bardare è l’autore dell’integrazione del testo
scritto del Trovatore di Giuseppe Verdi, venuto a mancare il librettista Salvatore
Cammarano che l’aveva iniziato
Produzione ed Edizione
Critica: Eugenio Paolantonio
Con: Davide Maria
Sabatino- basso
Chiara Polese- soprano
Gianluca
Pantaleone-tenore
Maurizio Esposito –
baritono
Coro filarmonico-
Jubilate Deo
Maestro al
pianoforte-Nicola Polese
Direttore- Giuseppe
Polese
“Il Medioevo Normanno ed
il Melodramma. Bardare e Marzano a Salerno” Introduzione all’opera e commento
Dott.re Gennaro Saviello- Università eCampus Salerno.
La serata
è stata presentata con grazia e partecipazione emotiva da Angela Luisa De
Stefano.
Si è solito, in teatro,
lanciare fiori al soprano che eccelle, su Chiara Polese, virtualmente,
da tutto il pubblico presente, ne è stato lanciato un enorme fascio di rose
colorate di rosa, data la giovane età, da dividere, s’intende con il bravo tenore
Gianluca Pantaleone
Maria Serritiello
www.lapilli.eu