Fonte :www.lapilli.eu
di Maria Serritiello
Da subito si è introdotti
all’interno di questo, che sarà un rapimento vero e proprio. In piedi in uno
spazio anonimo, che si rivela essere l’aeroporto, assistiamo impotenti al
sequestro dell’attivista umanitaria Mariella e della sua guida Johanna. I
movimenti sono precisi ed improvvisi, le due sagome ricoperte da capo a piedi,
assaltano e riescono a prendere prigioniere le due ragazze. Con ancora le urla
delle sequestrate nelle orecchie, con i gesti rudi nell’ammanettarle negli
occhi, siamo trasferiti, per assistere all’interrogatorio, in uno spazio
anonimo e dismesso. Tanti oggetti alla rinfusa, sgabelli, carrelli, un tavolo,
su cui è posta una scacchiera, drappi, paraventi, insomma un posto squallido,
come squallido è tutto il resto. Le due ragazze narcotizzate ed a capo coperto,
sono ammanettate di spalle su due sedie, il silenzio le avvolge. Passa del
tempo, nessuna voce, nessun rumore, in effetti sono piantonate da due arabi,
poi Johanna si risveglia e chiama a gran voce Marirella. Comincia un dialogo
spezzettato e misto a paura, si chiedono dove siano e in quali mani cadute. Le
successive azioni sono veloci, il viso viene scoperto, sono incalzate dalle
domande senza che possano capire che cosa vogliono da loro e chi siano. Un
colpo di rivoltella alla guida, uccidendola è la risposta. La paura
s’impossessa di Mariella, di fronte ha due donne, coperte da capo a piedi,
abiti arabi, che maneggiano la pistola con molta disinvoltura, dato l’omicidio
precedente. Alla domanda chi fosse e che cosa l’abbia spinta fin lì, lei dice
di essere italiana e ha l'intenzione di introdurre un nuovo programma
alimentare che possa aiutare i bambini del loro paese a sfuggire alla crudeltà
della fame. Viaggia da sola, in compagnia della guida conosciuta in internet ed
incontrata all’aeroporto. Non le credono ed ha inizio un brutale interrogatorio
da
parte delle due donne mussulmane, mirato a scoprire il disegno che nasconde, ma
le uniche cose che riescono a sapere e che Mariella è una pianista jazz ed è
fidanzata con Luca. Tutto il resto e cioè che Mariella è un terrorista senza
scrupoli con l'unico scopo di comprare da un biochimico Kaled una tossina con
cui infettare il cibo di centinaia di fast food, per poter così uccidere
migliaia di persone, si saprà sotto tortura, dito dopo dito trapanato, fino a
giungere alla inconfessabile verità.
E così “Dita”, è uno
spettacolo diretto, unghiate di orrore e sangue elargito a piene mani da donne
spregiudicate nel raggiungere il loro sordido scopo, alle prese con uno
scricciolo di donna, italiana per amor di patria, ma di razza, di quelle che
non cedono di fronte a niente, a tinte nere, senza alcuna concessione ai buoni
sentimenti, con scene truci e con effetti sonori brutali e sadicamente crudi.
Le dita della ragazza saltano una dopo l’altra non senza orrore da parte dello
spettatore, il sangue che zampilla il trapano che trancia, un ronzio
insopportabile.
Così abbiamo creduto che
la giovane Mariella fosse l’eroina della storia, che le aguzzine non avessero
sentimenti umani, le dita fasciate con la garza imbevute di sangue, non
creavano dubbi. Mariella sebbene sofferente resiste ad ogni possibile tortura,
alla sete, al getto di acqua sul corpo e lo spettatore sempre più intriso delle
sue torture, quasi non resiste più e desidera che quell’orribile interrogatorio
abbia fine. E fine c’è: la sua uccisione
Esaurito il compito, le
due donne predispongono una nuova trappola on-line per catturare altri
terroristi.
Teatro di tanta ferocia è
difficile ad assistere, “Dita” non lascia respirare, trasmette angoscia, paura,
dolore, ribellione, repulsione, con l’unico desiderio che tutto sia compiuto
nel più breve tempo possibile. L’attesa è infernale, grazie alla recitazione scarna,
essenziale, immediata ed incisiva di Amelia
Imparato, Maria Rosaria Milito, Paola Senatore, Cinzia Ugatti
La
Regia è di Andrea Carraro
Tratto dal film thriller Five Fingers del 2006,
diretto Laurence Malkin, Andrea Carraro
ne ha saputo trarre un eccellente lavoro teatrale
Maria Serritiello
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