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martedì 2 maggio 2023

Ottavo Appuntamento al Teatro Genovesi per il Festival Nazionale XS Città di Salerno, la Compagnia Teatro Estragone di Udine con “Nei i panni di Cyrano” di Nicolas Devort, interprete Norina Benedetti. Regia di Filippo Fossa

 


Fonte:www.lapilli.eu

di Maria Serritiello

Ottavo Appuntamento al Teatro Genovesi per il Festival Nazionale XS Città di Salerno, organizzato dalla Compagnia dell’Eclissi in collaborazione con l’I.S.S. Genovesi-Da Vinci di Salerno ed il sostegno del Soroptimist International club di Salerno, con “Nei panni di Cyrano” di Nicolas Devort con Norina Benedetti. Regia di Filippo Fossa. Luci Michele Zamparini.   

Chiunque abbia insegnato nella scuola non può non commuoversi allo spettacolo di Norina Benedetti: “Nei panni di Cyrano”, presentato al Quattordicesimo Festival XS Città di Salerno, come ottavo ed ultimo lavoro.

Ecco, il teatro scompare ed intorno c’è la scuola, quel luogo fatato che mescolando parole, conoscenze, abilità, sensibilità, duttilità, amore, per scegliere solo alcune delle tante capacità, in possesso del docente, rende possibile l’educazione dei nostri ragazzi. Lei è là, la professoressa Giuliana Fortini, con il fisico sottile, il sorriso accogliente e la rara capacità di incidere, ad attendere ed a spendere la sua giornata per il benessere intellettivo e trasformazionale dei propri allievi. Il teatro che fa il verso a se stesso, con una scena scarna, pochi giochi di luce, vuoto musicale, una sedia, solo una sedia, quella sganciata ad un banco, per racchiudere lo spazio di rappresentazione, per essere balcone, per limitare la stanza di Pietro, con spettro di autismo. La Prof Norina, attrice raffinatissima, si carica addosso tutti i personaggi –allievi dello spettacolo e come un gladiatore, pieno di energia, sarà di volta in volta: Piero, Massimo, Asia, Kevin, Brian con una incredibile bravura nel personalizzarli, che sul palco non si sente la loro mancanza. L’intuizione di usare, poi, un classico, come il Cyrano di Rostand, per trattare il tema della diversità, con la delicatezza dovuta, ne fa un pezzo educativo di grande pregio. All’interno della storia, congegnata in maniera perfetta, sono concentrati i vari alunni, incontrati, nei miei tanti anni d’insegnamento (N.D.R), ma anche della collega-attrice ed autrice, per averceli sagomati ed interpretati. Li riconosciamo da subito e li amiamo per quelli che sono, cercando di portarli dalla nostra parte, creando per loro progetti educativi su misura, nessuno deve restare indietro, tutti dalla stessa parte, certamente con le diversità proprie. A volte siamo in classe prima di loro ed eccoli vederli arrivare: lo studioso, sotto un pesante zaino, il simpatico con la camminata spavalda, la belloccia con il passo felpato dell’indossatrice, il bullo che spalanca la porta come sull’infinito e poi lui, il cucciolo da proteggere, da aiutare a camminare da solo, per potersi realizzare, nonostante i suoi impedimenti. Nella finzione scenica si chiama Piero, incespica con le parole ed ha tanta paura della solitudine. Il materiale umano della Prof Giuliana Fortino è questo e su questa base lei appoggerà il laboratorio teatrale che li aiuterà a conoscersi, a sintonizzarsi ed ad ironizzare sui propri difetti. Complice Cyrano, egli stesso un diverso, per la sproporzione del proprio naso. La sceneggiatura che ne viene fuori, usando pezzi dell’opera di Rostand, uniti alle tematiche proprie della classe, sono il canovaccio della rappresentazione ed il successo educativo finale degli alunni. E così Piero si troverà ad essere l’attore principale, a provare un delicato sentimento per la bella Asia, senza che questo susciti invidia o malevolenza. Un finale positivo? Si, ma quanta fatica dietro ad ogni piccolo passo della classe, fatica non considerata da nessuno, l’insegnamento fatto da apprendimento pedagogico e circostanziato, ormai è una professione desueta, da libro cuore, meglio una tastierata veloce su qualche motore di ricerca. Ed invece no, Norina Benedetti, con il suo scritto, ci lancia l’eterno messaggio educativo e cioè che gli alunni si conquistano prima all’affettività poi alla conoscenza. Infine la freschezza dell’ attrice, il suo coraggio di autrice, la sua voglia di metterci la faccia, la sua professionalità, la sua leggiadra leggerezza, la sua  elegante performance, la sua capacità di narrarci una storia credibile e dolce, di possibile riscatto, sperabile e purtroppo non sempre facilmente realizzabile, spesso per stupida malvagità degli uomini, la sua voglia di credere ancora nel teatro, come strumento capace di consentire cambiamenti comportamentali e il suo lavoro continuo perché questo miracolo prosegua, a volte può bastare una sedia e le idee espresse con grazia, fanno il resto. Plauso dunque all’ umiltà primigenia di propagandare un messaggio di riscatto, anche se il rischio di vedersi aleggiare sulle proprie idee, personaggi fittizi, creati dai grandi è sempre dietro l’angolo.

Maria Serritiello

www.lapilli.eu




 

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