Fonte:www.lapilli.eu
di Maria Serritiello
Settimo Appuntamento al
Teatro Genovesi per il Festival Nazionale Città di Salerno, organizzato dalla
Compagnia dell’Eclissi in collaborazione con l’I.S.S. Genovesi-Da Vinci di
Salerno ed il sostegno del Soroptimist International club di Salerno, con il
Teatro dell’Accadente di Forte dei Marmi (Lu)
Intermezzo
in La Minore
Regia
Luca Brozzo
Con
Gabriella Ghilarducci, Barbara Pucci, Luca Brozzo
Scene,
Fonica, Costumi: Luca Brozzo, Marco Fini Gabriella
Ghilarducci.
Buona la prima, che
sarebbe, poi, la prima volta al Festival Teatro XS della città di Salerno,
della Compagnia Dell’Accadente di Forte dei Marmi. Intermezzo in La Minore è liberamente
adattato, dalla brava Gabriella Ghirarducci, che ne è anche l’interprete e
costumista, dal film Sinfonia d’Autunno di Ingmar Bergman, anno 1978. Un bell’impegno, senza dubbio, nel voler
portare in teatro un testo, non certo facile, se si tratta della vita di
relazione tra madre e figlia e se l’alter ego di confronto è quel mostro sacro
di Igmar Bergman con il suo film “Sinfonia d’Autunno”. L’obbligo, per l’autrice,
era di mantenere intatte le atmosfere, un po’ cupe della storia e di pigiare
sul contrasto parentale, tanto da appannare la versione cinematografica che era
là pronta al confronto. Ne esce una discreta composizione recitata anche in
maniera adeguata e plauso alla Compagnia dell’Accadente per aver voluto concorrere
con un testo impegnato.
Due tempi, di 45 minuti
ognuno ed un breve intervallo fa capolino dietro ad un sipario, che fine a quel
momento ha difeso la scena, il pastore Maurice che racconta l’incontro e
l’unione repentina tra lui e Ambra, una donna problematica, che in quel angolo
di mondo trova la sua tranquillità fino a quando non s’inserisce la presenza
della madre, che ha subito l’ennesimo lutto, perdendo il terzo marito. E così su
di un palco dominato dal grigio scuro di un piano verticale sulla sinistra e
due sgabelli moderni in primo piano, di un appartamento colpito da atmosfere
problematiche o che le preannunciano con pathos, partecipiamo ad un rapporto di
coppia alla ricerca di un amore mai nato, ma pur sempre agognato e tra una
madre in cerca di una sua idea di mamma ed ancora di un figlia,
cui la vita ha impedito di realizzarsi a modo suo come genitrice, per un evento
luttuoso, ha perso il suo bambino ed un clima familiare destruente. Una sorta
di redde rationem tra madre e figlia, uno scontro violento, uno sbranarsi a
vicenda che getta lo spettatore nell’angoscia del possibile, come quello del
probabile. Uno scontro generazionale che mette in evidenza la frivolezza e
l’egocentrismo della madre e l’accontentarsi apparente della figlia se alla
prima occasione le rigetta sul viso tutte le sue mancanze. E ’lei che si occupa
della sorella inferma, che la madre aveva messo sbrigativamente in una casa di
cura, è lei che si è occupata del padre, lei, sempre lei in ogni situazione
familiare, dove ci sarebbe stato bisogno della sua presenza ed invece
veleggiava tra alberghi, teatri, bei luoghi, vestiti ed ogni oggetto che
coccolasse la sua vanità, per seguire la sua brillante carriera di pianista.
Certo, Sophie, è stata una donna libera ma quanto male ha dispensato intorno a
sé, il peggiore che una madre può per sua figlia. Il distacco dalla figlia, che
non vedeva da 7 anni e che vive nel costante ricordo del suo bambino,
dolcissimo il piroettare di Ambra con tra le braccia l’orsacchiotto di suo
figlio, in un’immaginaria ed accorata ninna nanna, è l’unica possibilità che le
rimane. Sua figlia sottilmente la odia e lei non sa come avvicinarla. Tutto
sembra concluso nessun passo indietro tra loro due, ma ecco che nel mentre
Sophie, va via accompagnata da Maurice, ha un briciolo di sentimentalismo ed
invita Ambra a raggiungerla a Parigi. La figlia sorprendentemente accetta,
segno che di una madre, a qualsiasi età e condizione si ha sempre nostalgia. Salva
è l’unione familiare nell’accettarsi entrambe.
Lavoro egregio in tutti i
suoi elementi dalla recitazione sciolta e sicura degli attori, ai vestiti
indossati con eleganza da Sophie, così
come infilati sciattati da Ambra. Gabriella Ghilarducci. NDR: Mi ha ricordato la
classe e la recitazione di Rossella Falk.
Maria Serritiello
www.lapilli.eu
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