Fonte: Veb
di Natalia Aspesi
"Potrei dire che chi
l'ha detto è un cretino, ma invece dirò che è stato utile: ha rotto una
ipocrisia, perché è vero che diamo fastidio. A parole ci vezzeggiano, ma poi ci
mettono nelle RSA, prima di metterci nella tomba. L'ipocrisia sui vecchi è
tremenda, se non ci salviamo da soli è l'inferno".
-«La gente è diventata
troppo seria, io ho 91 anni ma ho la fortuna di essere molto ironica, così non
mi accorgo della presenza della morte che mi osserva da vicino pronta a
prendermi, e la mattina continuo ad alzarmi contenta».
"Che gli anziani non
servissero a mandare avanti il Paese forse poteva essere vero un tempo ma se
oggi guardo all’età di molti grandi industriali, architetti, professori,
scienziati, spesso vedo settantenni e anche ottantenni. Potrei dirti che chi lo
ha detto è un cretino, ma invece ti dirò che è stato utile: ha rotto
un’ipocrisia, perché è vero che diamo fastidio. Ci chiamano nonnini, nonnetti,
a parole ci vezzeggiano ma poi ci mettono nelle Rsa, prima di metterci nella
tomba. L’ipocrisia sui vecchi è tremenda, se non ci salviamo da soli è
l’inferno. Ogni giorno vedo ciò che accade intorno a me e come vengono
considerate le persone della mia età".
"Che diamo fastidio
perché costiamo, perché siamo una spesa medica e sociale, perché prendiamo le
pensioni, perché occupiamo posti negli ospedali e case o abitiamo in quelle dei
figli e magari abbiamo la colpa di continuare a fare un lavoro. Io ho una
rubrica delle lettere sul “Venerdì di Repubblica”, a un certo punto qualcuno ha
cominciato a scrivermi, una minoranza per carità, che era tempo che lasciassi
posto ai giovani. Nello stesso momento lo stesso pensiero è passato per la
testa di colleghe più giovani. Io non mi considero inamovibile, se mi dicessero
che le mie cose non interessano più, che sono rimbambita, non più capace di
scrivere o fuori tempo allora farei subito un passo indietro, ma non per una
questione anagrafica, non perché sono vecchia. Non è una colpa".
"Ho la fortuna di
aver sempre lavorato e risparmiato e di poter essere ancora indipendente, ma te
lo ripeto: i vecchi danno fastidio e la gente non accetta che possano ancora
lavorare. Dieci anni fa, quando avevo appena passato gli 80, un giorno un
giovane tassista che aveva sentito che parlavo di impegni di lavoro al
telefono, alla fine della corsa mi chiese: “Ma lei ancora lavora? Ma non è
tempo di smettere e riposarsi? Che cosa fa?” Risposi: “Sa, sono una cuoca,
continuo a cucinare”. A quel punto lui disse: “Ah, allora ok”. Se stai in
cucina può andare bene, non disturbi troppo…".
"Ti regalo una
notizia: non tutti i vecchi sono sordi! Questa è un’altra cosa che mi fa
impazzire, ti parlano e gridano o scandiscono le parole, come se fossi sorda o
rincretinita. Ci trattano come i bambini e ogni frase finisce con il sorriso.
Poi ci sono quelli che vogliono rassicurarti e con tono consolatorio ti dicono:
“Dai, che vivrai fino a cent’anni”. Ma fatti gli affari tuoi, io non ho futuro
ma ho un bellissimo passato, ho vissuto nell’Italia meravigliosa della
ricostruzione e del boom economico e sono piena di memorie che mi tengono
compagnia, non ho bisogno di compassione".
"Io, da giovane, i
vecchi nemmeno li vedevo, non ho mai conosciuto i miei nonni e vivevo sempre
tra i miei coetanei. Quando avevo 16 anni ricordo che i miei amici erano tutti
innamorati di una ragazza bellissima che di anni ne aveva 26, io ero stupita e
continuavo a chiedere: ma come fa a piacervi una così vecchia?! Quante cose ho
visto, durante la guerra ho assistito al matrimonio di una mia amichetta che
aveva 14 anni e che aveva avuto la dispensa dal vescovo per sposarsi con un
ragazzo che partiva per il fronte. Mi piacciono tanto le storie del passato, le
conservo con cura, ma senza alcun rimpianto".
"Porto sempre con me
il bastone quando esco, mi aiuta a camminare ma serve anche molto, non tanto
per difesa quanto per offesa, mi è utile con i giovanotti maleducati o con i
vecchi che non sanno stare al mondo. Poche settimane fa, durante il mio piccolo
giro intorno a casa, ho dato dei soldi a un ragazzino africano. Un signore mi
ha vista e ad alta voce ha cominciato a criticarmi, dicendo che venivano
dall’Africa per colpa di gente come me che li mantiene e li foraggia; gli sono
andata incontro mentre continuava a criticarmi, ho alzato il bastone e gliel’ho
messo sotto il mento e gli ho detto soltanto: “Non permetterti di dire un’altra
parola, fascista”. Si è dileguato".
"Vivo alla giornata,
la mia vita comincia la mattina quando mi sveglio e finisce quando vado a letto
la sera, sperando sempre di morire nel sonno. Sai, io non sono vecchia, non
sono un’ottantenne, io sono ultra-vecchia, penso spesso che potrei avere un
figlio di più di settant’anni".
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