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venerdì 24 settembre 2021

La Piazza più Bella, la più grande d’Italia e d’ Europa fronte mare è a Salerno

 


Fonte:www.lapilli.eu

di Maria Serritiello

15 anni: il tempo impiegato, 28 mila metri quadri: la superficie, 700 posti auto interrati: la sosta possibile, 100 mila: la capienza delle persone, numeri che si aggiungono a numeri e di contra Lui solo, rimpicciolito nel suo completo scuro, smarrirsi dinanzi al suo stesso capolavoro. Eppure è attorniato affettuosamente dal Sindaco della città, Vincenzo Napoli e da un folto pubblico, quello che lo segue e quello che lo avversa, ma lui è là, sul palco approntato, col Crescent di Bofill alle spalle, parabola di ciò che è stato e negli occhi la visione, accarezzata per 15 anni, divenuta realtà solamente e grazie al il suo credere ideale e alla forza morale nell’andare avanti. Un gladiatore nel circo massimo, a rilanciare ogni volta, il progetto che avrebbe dato una svolta alla città di Salerno, sprovincializzandola per sempre. Un disegno, che a voler pensar bene, se ne realizza uno ogni 400 anni, venuto dopo polemiche politiche, controversie giudiziarie, varianti in corso d’opera, rinvii tecnici e per ultimo un inaspettato crollo, che avrebbe smontato chiunque, ma non il granitico governatore della Campania, Vincenzo De Luca. E se nel discorso di presentazione, il 20 settembre scorso si commuove a più riprese il coinvolgimento ci sta “Questa è la piazza sul mare più grande d’Italia e d’Europa, anni duri, pesanti, per me e i miei figli, Piero e Roberto.” Una via crucis laica il tempo, sicché nel ricordo la commozione ferma la sua voce una prima volta e così anche quando ribadisce che “a quest’opera ho dedicato la mia vita” Per nascondere la sua debolezza è costretto a girare le spalle al pubblico, a bere un po’ d’acqua, fiele ne ha bevuto a sufficienza in questi anni passati. Suscita applausi, il re è nudo ed a tutti fa tenerezza. Via la figura di sceriffo, intransigente e dittatore, davanti ai suoi occhi si è materializzata la piazza così come l’ha sognata. Breve cambio di scena ed ecco il De Luca di sempre dire “Non vi montate la testa, sono la carogna di sempre” lo dice quasi a volersi rafforzare, a credere e ad essere pronto alle tante battaglie, che dovrà affrontare, finita la presentazione della piazza. Nessuna tregua, nessuna pausa, queste mete si raggiungono solo se non ci si lascia distrarre, la fatica non lo spaventa e se è riuscito a remare per quindici anni, l’allenamento non gli manca. Novello Ftzcarraldo è riuscito a far fiorire un angolo di città degradato e dedito al malaffare, in un posto che è più ampio di Piazza San Pietro e che nell’immediato ha già ospitato il Pontificale di San Matteo, Amato Patrono della città, celebrato dal cardinale, sua Eccellenza Pietro Parolin segretario di Stato di Papa Francesco.

I giudizi negativi su quest’opera faraonica (bene così) hanno tenuto banco per tutti i 15 anni, né si placheranno nel prosieguo, sta di fatto che un uomo, malgrado tutto e contro tutte le avversità, sia riuscito a far realizzare un monumento che sarà l’identificazione per ogni salernitano. Bella o brutta, secondo il proprio giudizio, la Piazza c’è ed è pronta per scandire momenti, ci si augura lieti, per il futuro.

E’ innegabile che Vincenzo De Luca ha cambiato il volto della città, addormentata su se stessa e sui suoi riti ripetuti istintivamente all’infinito, mancava quel quid che la facesse diventare una città media del sud, di marca europea, abbandonando la tipologia del poco più di un paese. Ed ecco che da Sindaco prendere Salerno tra le mani, rivoltarla come un calzino e ridisegnarla con l’aiuto di Oriol Bohigas, architetto spagnolo.

L’incipit si ha all’inizio del 1994 quando la giunta guidata da De Luca, appena insediato, conferma l’incarico allo studio MBM di Barcellona ( Già incaricato dalla precedente amministrazione) e crea le condizioni perché s’inizi a mettere mano alla questione urbanistica con l’obiettivo di una ricostruzione della città. Salerno, usciva da alluvione e terremoto, da una periferia degradata da un traffico ingestibile e da una carenza di spazi pubblici. Per il salto di qualità e potenziare la vocazione turistica, Salerno aveva bisogno di spiagge (ed ecco il ripascimento), di un porto turistico, la splendida stazione marittima di Zaha Hadid un nuovo centro di città, di alberghi e di una circolazione funzionante. Il mare, poi, la risorsa principe ha la città di spalle…

Il resto della storia è sotto gli occhi di ognuno, fino a trovarci tutti insieme, detrattori e fautori, nella Piazza della Libertà, voluta fortemente da un visionario sognatore che contro tutti quelli che nell’ordinario vedono l’eccezionalità, ha consegnato a Salerno il simbolo identitario, come Napoli, Roma, Firenze, Bologna, Milano, Pisa, Genova e così via…

Maria Serritiello

www.lapilli.eu






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