di Maria Serritiello
Ebbene sì, il Miramare di Salerno è la spiaggia
più bella della città e non è partigianeria la mia, essendo di famiglia, ma non
c’è nessun conflitto d’interesse, perché è la verità. Del resto l’arenile è
sotto gli occhi di tutti e la vista si bea nel guardare i 240 metri di lunghezza e i 50
metri di profondità, estensione che ha permesso di dare spazio ai bagnanti
senza essere preoccupati per la vicinanza da covid.
Una distesa di ombrelloni, lettini, sdraio e
sedie color seppia, come la sabbia, che non è più lavica fine e scura da attaccarsi
fastidiosamente alla pelle, ma un macinato chiaro, estratto da cava di pietre.
L’estensione, dunque, appare chiarore abbagliante, tenuto stretto da
inserimenti di bianco legno: ringhiere, spogliatoi, passerelle e spazi sociali.
L’ordine e la pulizia fanno bella mostra di sé, degradando verso la riva
trasparente, più in là l’azzurro del mare si fa più intenso di colore ed invita
alla nuotata. Sulla battigia sono state posizionate le docce per dare
freschezza in più all’arsura continua di questa estate. La musica diffusa non è
stata mai invasiva e la gentilezza dei bagnini, guardiani della nostra
sicurezza, sempre presente. I servizi offerti in spiaggia sono stati destinati a
far trascorrere spensieratamente il tempo estivo e cioè ginnastica per adulti e
piccini, giochi a squadre per intrattenere i più piccoli, gonfiabili a mare,
servizio pizza sotto l’ombrellone, bar in terrazza per l’aperitivo ed a sera
pizza con vista mare. Lungo i 50 metri di larghezza sono state disposte palme
per dare un tocco esotico e creare macchie di un bel colore verde. Da
quest’anno, sulla passerella che introduce a tutta la lunghezza della spiaggia,
sono stati impiantati spogliatoi distanziati, in sostituzione della barriera
delle cabine. Ora il mare è visibile dalla strada e se ne fruisce la
spazialità, grazie al progetto di ripascimento che ha lo scopo, sia di salvare
il litorale risucchiato di anno in anno dalla forza del mare, sia di offrire
larghe spiagge ai salernitani ed ai turisti invogliati dalle novità.
Così, già dal 1 settembre
del 2020, lo storico stabilimento, sorto negli anni trenta, qui durante la
seconda guerra mondiale si stanziarono le truppe inglesi ed americane, si è
iniziato il lavoro di ripascimento. L’intera fabbrica è sotto vincolo
paesaggistico per cui nella ristrutturazione eseguita nel 2012 dovette mantenere
lo stesso impianto originale. E’ un lido storico che ha mantenuto e mantiene la
dignità di uno stabilimento signorile, retto con rigore dal giovane Alfredo Serritiello, figlio di Alberto, presidente
dell’associazione degli operatori del settore, 4 persone sotto ogni
ombrellone e sanificazione giornaliera di tutti gli impianti, un fiore
all’occhiello per la balneazione in città.
Ho scritto del Miramare a fine stagione, per onestà
intellettuale, il mio cognome è Serritiello,
parente non proprietaria, sicchè nessuna accusa di preferenza.
Maria
Serritiello
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