Fonte: www.lapilli.eu
di Maria Serritiello
Gianluca Giugliarelli, autore prima, infatti scrive per Francesca Reggiani, Salvatore Marino, Dado, Antonello Costa , Sergio Viglianese e comico poi, per il testo sagace e fuori dal cliché solito della comicità che c’è in giro, portato al Teatro Ridotto di Salerno con “Scusate le spalle”. Ha un fare conviviale, Gianluca, da uomo qualunque, quello che si può incontrare per strada, ma, ad osservarlo bene, è sempre alla ricerca di spunti utili, desunti da una cultura, neanche tanto banale, che gli deriva dai sei esami universitari in lettere e comunicazione. E’ la scuola a dare inizio al suo percorso comico, imitando i professori, sue vittime sacrificali, in cambio di sigarette, furbescamente offerte dai suoi compagni. Da autore consumato, e ne sono testimonianze gli scritti per i comici affermati e le molteplici collaborazioni che può vantare il suo curriculum, nelle sue due performance, del 3 e 4 dicembre, non una, ma che una imitazione, è stata usata per captatio benevolentiae. Se si eccettua una qualche cadenza romana ed un certo atteggiamento che riecheggia il suo comico favorito, e non poteva essere se non Aldo Fabrizi, per la sua romanità tondeggiante ed una certa bonomia ancestrale, lo spettacolo è stato una serie di gag accennate, facce stirate, lazzi feroci ed ammiccanti, battute sornione quanto eleganti. Non una pausa nel suo andare avanti, se non qualche sorso d'acqua rubato in scena, di tanto in tanto e poi, giù la scorta quasi infinita di personaggi, vivificati da sintesi comiche, sorprendenti ed inattese. È come se Gianluca avesse un ventaglio sempre aperto di risposte satiriche e di ogni occasione riuscisse a farne un motivo sempre nuovo di ilarità. Così, l’autore prima del comico e via via, l’attore prima del cabarettista, per giungere allo studioso di comicità, prima del barzellettiere più o meno esilarante. Monologhista agile e pungente, non trascura di intercettare spunti che gli vengono dal pubblico e riversare su di essi estemporanee considerazioni, satiriche e bonarie, tristemente realistiche. Sul palco, ecco, le sue esperienze personali, riuscendo ad innalzarle a verità umana. Gigioneggia molto con il corpo e con i gesti allargati, per poi fermarsi di botto e guardare, con occhi celesti, quasi due fessure, arricciate dalla mobilità del viso, l’effetto sullo spettatore, proprio come faceva il modello in primis, Aldo Fabrizi, tra gli altri tre preferiti: Totò, Sordi e Gassman . Non tralascia, poi, mai di irridere con un pizzico di gaia femminilità quando, utilizzando un femmineo caschetto biondo, si fa donna per osservare una prospettiva diversa dell'esistenza. Una gradita e inaspettata scoperta, Gianluca Giugliarelli, un professionista impegnato a tutto tondo, tv, cinema, teatro, pubblicità, ovvero ogni forma di spettacolo e appartenente a quel mondo di mezzo della comicità che, certamente è destinato a non avere visibilità cosmica, ma che comunque costituisce quello zoccolo duro di autori vivaci e vitali che tanto contribuiscono a tenere alto il tenore dell’umorismo italiano
Maria Serritiello
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