Fonte: Il Mattino.it
di Erminia Pellecchia
Erano anni che un italiano non saliva sul podio del Festival des Films du Monde de Montréal, tra i più selettivi dell’America settentrionale e tra i più ammirati nel pianeta per l’efficiente macchina organizzativa, fin da quando ha emesso il primo vagito nel 1977. Ed è toccato a un salernitano, Andrea D’Ambrosio, originario di Roccadaspide e «per amore» residente a Pontecagnano, riportare in patria la palma raccolta, nel 1980, da Lizzani. Certo non è l’oro, ma quel terzo posto conquistato nella sezione «Opere prime» per il suo «Due euro l’ora», prodotto dalla Achab Film di Enzo Porcelli, è davvero un riconoscimento che fa gridare evviva. Lui è ancora stordito, non è neanche andato in Canada a presentarlo. La notizia l’ha appresa nella tarda serata di lunedì e l’ha digerita solo all’alba del giorno dopo quando ha postato sulla sua pagina Fb un semplice «Due euro l’ora sale sul podio al festival di Montréal. Vince il Bronze Zemith For The First Fiction Feature Film. L’Italia vince al Festival di Montréal». Nessun commento, ma la bacheca si è riempita in poche ore di «bravo» da parte dei tantissimi fan di questo regista semplice e schietto, con la richiesta «Quando lo rivedremo nelle sale?». E Porcelli rassicura: «Non sarà messo nel dimenticatoio».
«Non ci credevo più di tanto - dice il filmaker - Per me è stato già un onore essere stato scelto tra cento lavori di tutto il mondo e concorrere nella rosa di 22 film selezionati dalla prestigiosa giuria composta dalla giornalista Mariangiola Castrovilli, il critico Maurie Alioff e dal produttore francese Pierre-Henri Deleau. Poi ero sicuro che se proprio doveva farcela un italiano sarebbe stato Mirko Pincelli, regista di “The Habit of Beauty. I nostri passi”, con Francesca Neri e Vincenzo Amato. Stavo a un matrimonio, la telefonata mi ha colto di sorpresa, solo dopo qualche minuto ho realizzato che avevo conquistato la vittoria in uno dei festival più di élite del mondo».
«Non ci credevo più di tanto - dice il filmaker - Per me è stato già un onore essere stato scelto tra cento lavori di tutto il mondo e concorrere nella rosa di 22 film selezionati dalla prestigiosa giuria composta dalla giornalista Mariangiola Castrovilli, il critico Maurie Alioff e dal produttore francese Pierre-Henri Deleau. Poi ero sicuro che se proprio doveva farcela un italiano sarebbe stato Mirko Pincelli, regista di “The Habit of Beauty. I nostri passi”, con Francesca Neri e Vincenzo Amato. Stavo a un matrimonio, la telefonata mi ha colto di sorpresa, solo dopo qualche minuto ho realizzato che avevo conquistato la vittoria in uno dei festival più di élite del mondo».
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