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lunedì 10 novembre 2025

È Chico, il cane di Francesco Taverna, ad insegnarci l’amore universale al tempo dei social

 




Fonte:www.lapilli.eu

di Maria Serritiello

Chico è un amabile cagnolino dei social, in carne ed ossa, non un pupazzo, come quello creato dall’ IA, dal nome “Papi Bot” e che impazza sul web con tutte le finte funzioni canine, Chico di suo, invece, ha conquistato un milione di Follower, ovvero “frollewuer” come lui, storpiando il suo linguaggio, li chiama.

Chico è il Maltipoo, un incrocio tra un barboncino e un Maltese, dal pelo riccio, color albicocca, che ha cambiato la vita al suo padrone, Francesco Taverna. Viene spontanea però, la riflessione se non sia è stato il padrone a cambiare Chico. Infatti pur rimanendo reale cagnolino è diventato il piccolo di casa Taverna, combinando di tutti i colori e partecipando da protagonista alla vita di e Mamy e Papà, da lui soprannominato Fricchettone. Le avventure sono tante, l’una più divertente dell’altra, attese con trepidazione da tutte quelle persone appassionate di cani a cui Chico fa compagnia in modo sapiente e divertente.

Io stessa (N.D.R.) mi sono accostata a questi video per trarre conforto dalla perdita del mio Jace, un jack russel vivace ma tanto affettuoso. Chico ha catturato la mia attenzione e man mano mi ha fatto affezionare così tanto da ritenerlo un piccolino di famiglia, che vive lontano.

In casa Taverna tutto ruota intorno a Chico, alle sue bonarie malefatte, alle sue richieste ed ai suoi desideri, uno su tutti stare incollato al suo umano, dire padrone sarebbe inadatto. Quasi ogni giorno il suo sodale, il buon Francesco Taverna, ne inventa una, dandogli fiato ed anima per la gioia dei suoi fans. Ha una voce strascicata e carezzevole, ormai non abbaia più e non so se mai l’ha fatto, le parole sono un divertente lessico tutto inventato, ma tanto appropriato per la sua divertente leggerezza come “la cammarella per caramella, croccrodrillo per il pupazzo a cui è affezionato, kato per il gatto del giardino, Alfredo svolassi, per il piccione di cui segue il corteggiamento amoroso dedicato a Gianna cossialunga, tacca la macarena, quando scalcia sulle zampe, la cicolata, per quella goduria sempre vietata, perché si sa ai cani, è sempre di un quattro zampe di cui stiamo parlando, fa malissimo. Chi lo segue con sistematica regolarità ha imparato una quantità di parole divertenti, neologismi ricavati dall’intreccio di un linguaggio il più delle volte onomatopeico. E cosi: tesosforo, zzzzecca, prosiutto relaxssss, Recchio camuffo, pippolstrello, biccio, corso di sedussssione, sguardo scenciuale, tubola, tubola, succhina, besbol, gassella, fantasma cappuccino, autoveloss, cabbarinieri, brazzelletta, intrenett, piciu piciu antistresss, siekera, siekera, shqualo prolungandosi su ualoooo  e poi è bravo ovunque così al mercato o a sciare, come a trovare rotte per avventure o strade cittadine, oppure dispensando consigli all’ingenuo padrone, un passo indietro, ormai, al suo cane. Capita di trovare semplicemente, il frugolino albicocca, al telefono, interloquendo, invariabilmente con la pattinatrice artistica mondiale, Carolina Kostner, o con Domenico Berardi, giocatore di punta del Sassuolo, o, per sfogare la solitudine di qualche volta lasciato a casa, ad ordinare su Amazon, tutto e di più con la carta di credito del povero padrone. A volte si pensa che stia bullizzando il capo di casa, tanti sono i segnali, se non fosse che è lo stesso Fricchettone ad inventare, non solo le avventure, quanto a dargli la voce, per cui gli va genio così e poi chi potrebbe resistergli?  Va ai concerti, stornella con il cantante di turno, fa un gran casino al tour di motocross, ovunque va si mostra partecipativo e produttivo, insomma è un ineccepibile compagno di vita.

L’affezione dei fans cresce e con essa la voglia di avere qualche cosa che lo rappresenti e così a Milano in galleria, presso la Mondadori, nasce uno store dove si vendono gadget i più disparati, dal set pappa, ai collari, dalle magliette, alle tazze, dalle medagline, al calendario dell’anno, non trascurando la divertente app Maps con la voce del canino che indica il percorso da seguire. E non è finita, Francesco ci ha preso la mano e da buon content creator racconta sui suoi canali social le peripezie di Chico, ormai vera e propria web star. Gli episodi raccontati sono diventati anche libri: Ciao, io sono Chico (Fabbi, 2023), A tutto Chico (Fabbi, 2024), Chiedilo a Chico, libro delle risposte di Chico su vita, amore, libertà e cicolata (Fabbi, 2024), Chico. Missione amore (Fabbri, 2025).

E udite, udite, è di qualche settimana fa la notizia che Chico è stato nominato, quale Digital Ambassador di Milano Cortina 2026, XXV Giochi Olimpici Invernali e sarà il primo testimonial digitale a quattro zampe nella storia dei giochi a promuovere i valori dello sport e raccontare il mondo olimpico e paralimpico.

Evviva, ne stai facendo di strada Chico, ad meliora semper

Francesco Taverna, il papà di Chico, 30 anni, sposato e senza figli. Cantautore dal nome Tavo, durante il covid per volere della moglie prende Chico e la sua vita cambia totalmente. Famoso sui social network, TikTok e Instagram, vive a Valsolda in provincia di Como, in una casa di campagna.

“Chicco missione Amore” Edizione Fabbri 2025, è l’ultimo scritto, ma il primo romanzo di Francesco Taverna, nel quale si ritrova a riconquistare l’amore perduto. Una semplice favola da leggere per far bene al cuore. L’impianto è quello classico della fiaba, basato su di un personaggio principale, nel nostro caso, due, che innamorati perdono l’oggetto dell’amore e vanno alla ricerca. L’avventura principia in tarda mattinata, quando il padrone di casa e Chico si risvegliano da un sonno beato e non trovano più la Mamy. Chico comincia a cercarla in tutte le stanze, ha un fiuto infallibile che non dà risultati.  Ansioso e con il fiatone grosso comunica la sparizione al papà che prende la cosa con salomonico interesse, tornerà, dove si vuole che vada. Trascorrono le ore, ma della Mamy neppure l’ombra. Chico è sempre più agitato, mentre il papà è giunto alla determinazione di doversi dare una scrollata per capire a che è dovuta la sparizione. Così ha inizio la ricerca, con Chico pronto ad agire con coraggio, fiuto e una buona scorta di biscottini alla cannella, e Fricchettone, mesto, ciabattante, senza volontà di agire e già sconfitto in partenza. A leggere l’indice si può immaginare l’iter del racconto che è fatto d’imprevisti, di paure e fatica fisica, prima di sbrogliare l’arcano, oppure, semplicemente, rispolverando lo schema di Vladimir Propp, che in soccorso aiuta a capire che la fine della storia sarà lieta.  Di più non è dato sapere, se non che il libro è in tutte le librerie ed è un vero best seller.

E conosciamo, per sapienza, lo schema di Vladimir Propp, linguista e antropologo russo, nato a San Pietroburgo il 15 aprile1895 e morto a Leningrado il 22 agosto 1970, il quale ha applicato il seguente schema identificativo per analizzare le fiabe russe. Quattro le fasi principali per individuare la struttura della narrazione: equilibrio iniziale, rottura dell'equilibrio (esordio/complicazione), peripezie dell'eroe (avventura) e ristabilimento dell'equilibrio (conclusione/scioglimento). Propp ha inoltre identificato 31 funzioni (azioni dei personaggi) e 7 sfere d'azione, ma questa è un’altra storia che ha a che fare con il mio passato di Prof.ssa d’Italiano e che a Chico poco interessa. Grande successo a voi due, ma no a voi tre, alla Mamy, che è pur sempre l’artefice dell’entrata in casa dell’incantevole cagnolino.

Maria Serritiello

www.lapilli.eu