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giovedì 7 marzo 2024

Il 3 marzo scorso è stata la volta, al Festival Nazionale XS, città di Salerno del “Baciamano” di Manlio Santanelli, con il GAD città di Pistoia


Fonte:www.lapilli.eu

di Maria Serritiello

 

Si sa, la vanità è donna e non vi rinuncia neanche Ianara, una lazzara di razza pura, che si appresta a cucinare un povero giacobino prigioniero, trattenuto nella sua misera casa. Ricoperta di stracci che fungono da vestiti, scigliata e furiosa, si esprime, infatti, con rabbia e con toni che polverizzerebbero qualsiasi corda vocale, la sua no (brava l'attrice), per tutto il tempo dell’ora di rappresentazione.

La lingua, un dialetto stretto, con parole perse nel tempo, ma che hanno una musicalità incontrovertibile. La pièce gira tutt'attorno, non al dover trovare un pentolone di proporzione esagerata, dove far affogare il prigioniero e dare, così, al libero sfogo al cannibalismo, praticato da tutti i componenti della famiglia, come fatto usuale, ma all'insoddisfazione della donna per il suo stato di soggezione a quel marito che di umano ha solo la fisicità. Abbrutita da una vita scadente, oltre misura, da gravidanze, cinque, sopportate suo malgrado, ingabbiata da una da fatica giornaliera dell’ordine la casa, della cucina, del lavaggio dei panni e dell’accudimento dei suoi chiassosi ed ineducati figli, ha qualche sogno inespresso, eh sì, quando passa dinanzi al piccolo specchio, appeso al muro, inspiegabilmente, del suo tugurio. Intanto il povero giacobino, legato, imbavagliato attende la sorte malevole che gli tocca, incassando calci e pugni dalla donna che non riesce a trovare un recipiente adatto per la sua cottura, anzi lamenta che è troppo massiccio e che tirargli il collo le fa specie.

Intanto, la cultura e le buone maniere, lavorano, in prima battuta tutto a vantaggio del giacobino, che su di esse pensa di fondere la salvezza. Forse è anche questo il messaggio tra le righe dell’autore, che   la conoscenza batte la forza bruta dell’ignoranza, malgrado come va a finire la rappresentazione. Saldamente resto attaccata a quest’ idea (N.D.R.) che rende accettabile questa pièce, abbastanza inconsistente, che si rafforza solo quando Ianara racconta la favola di “Ficuciello”, attingendo con disinvoltura alla tradizione orale, in lingua dialettale, a lui   che si finge bambino tutt’orecchie per ingannarla. Il baciamano, poi, che porge alla donna, ormai convinta di aver abbattute le distanze sociali in sol colpo, è l’inganno che meglio gli sia riuscito, ma non gli rende salva la vita.

“Il Baciamano” portato in scena dal GA D di Pistoia, per la prima volta all’XS di Salerno, con i due interpreti: Lucia Del Gatto e Gennaro Criscuolo, il secondo anche regista dello spettacolo, hanno reso efficace l’esibizione, coadiuvato dai suoni scelti da Marina Criscuolo e dalla scena e costumi curati dallo stesso GAD. Eccezionale Lucia Del Gatto ad aver prestato quanto fiato avesse in corpo e tutte le sfaccettature della sua gola, per dare vita ad una Ianara che più lazzara di così non si poteva impersonare. Discreto quanto disinvolto il giacobino, una figura posto proprio per dare lustro al baciamano della sguaiata popolana. Quanto al dialetto, così perfetto, usato senza alcuna inflessione toscana, se ne capisce la ragione, la Ianara in questione è nativa di Torre del Greco.

Maria Serritiello

www.lapilli.eu




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