Fonte:www.lapilli.eu
Il 15esimo Festival XS città di Salerno,
organizzato dalla Compagnia dell’Eclissi, si è aperto il 21Gennaio 2024,
con un pezzo di teatro, fuori concorso di Stefano Massini: Lo Stato
contro Nolan.
La storia
Ad inizio, il sipario è
spalancato su di un’aula di tribunale che risulta essere quella della contea di
Leister. Il processo, che si consumerà a breve, è quello dello stato contro
Nolan, dove Nolan sta per il direttore del locale quotidiano, Leister Telegraph.
Che cosa è successo in questo angolo di mondo, nel cuore degli Stati Uniti,
detto “posto tranquillo” come si legge dal messaggio di benvenuto, affisso
ovunque? Un imprevedibile fatto di sangue, giusto per sconvolgere la vita dei
tranquilli cittadini. Ed ecco che, in un giorno qualunque, un bonario vagabondo
sconfina, per caso, nella proprietà di una famiglia anabattista, ma viene
selvaggiamente ucciso a colpi di fucile dal vecchio proprietario, convinto
com’è che il girovago volesse attendere alle virtù della sua giovane nipote
Else. I due erano soli in casa e la circostanza non fa altro che amplificare la
paura, tanto da far commettere il brutale assassinio. La contea ne resta
sconvolta ed ognuno reagisce a proprio modo, aiutato dall’amplificazione del
fatto, per meri interessi privati, come si apprenderà dal processo intentato.
Da questo fatto di per sé
comune, l’autore, Stefano Massini, costruisce un legal sociale, per
affrontare temi civili ed etici e non per assegnare colpevolezze o considerare
innocenze, ma per analizzare il valore pubblico della parola, particolarmente
di quella stampata, il ruolo essenziale della paura, il rapporto fra interessi
finanziari e comunicazione, i confini morali per le leggi di mercato, l’uso
indiscriminato delle armi, l’eccesso di autodifesa, la discriminazione e il
rifiuto del diverso. Temi di scottante attualità, in un mondo, il nostro che affronta
sistematicamente distorsione e manipolazione della realtà per fini politici,
aiutati dall’abilità manipolatoria dei mass media.
Così, Massini ci presenta
un vero e proprio processo e cioè l’accusa di Herbert Nolan, la sua difesa, i
testimoni chiamati uno ad uno a depositare: Else, la nipote, il giornalista, il
curato e la maestra. Tutti hanno una loro verità e nulla aggiungono di più a
quanto già si sa, se non che Nolan ha costruito un battage pubblicitario per
settimane, per dare lustro al suo giornale e, lavorando sulla paura dei paesani,
le armi vendute hanno fatto accrescere i suoi interessi economici, come
azionista della fabbrica. La difesa, intanto è sicura di sé, Nolan non potrà
essere accusato, lui ha esercitato il diritto della stampa per attrarre più
lettori, anche servendosi di notizie false, le attuali fake news, che tanto
confondono l’informazione. “Usare le parole è rischiare: chiunque parla,
chiunque scriva, chiunque si rivolga – in qualsiasi modo – a un altro essere
umano, accetta di buon grado il pericolo di essere frainteso, usato, distorto.”
Lo grida a gran voce il giornalista chiamato in causa. La parola
stampata, dunque, fa uno strano effetto sulle persone, tanto da essere considerata,
pari d’importanza, alla Bibbia e non fa altro che confermare le paralizzanti
paure che albergano, malgrado la reale realtà, nelle persone.
Tutta la rappresentazione
ha l’aria di una pièce cinematografica, i tempi sono quelli giusti, tanto da incastrarsi
in maniera perfetta, senza poter dare spazio allo spettatore, che resta
attaccato, per un’ora e mezza, al processo con un’attenzione maniacale. Il
ruolo degli attori è strepitoso, la loro recitazione è curata all’inverosimile
e va dagli strilloni, all’accusa, dal giudice alla difesa, dai testimoni a
Nolan. Un’eccezionale prova attoriale, che conferma, se ce ne fosse bisogno, la
bravura della Compagnia dell’Eclissi e la sapienza delle scelte, operate ogni
volta, sicché andare a teatro è soprattutto crescita. Un testo non facile,
quello di Stefano Massini, dall’ impianto solido e dove ogni parola ha un peso
importante, come quello assoluto delle pietre che va ad incidere, senza
sbagliare, coscienze. Già nella scelta,
di un testo così rigoroso, per i temi etici e sociali affrontati, sta la
straordinaria capacità di regia di Marcello Andria, che ogni volta si conferma
e sempre senza tema di smentita. Un bell’impegno, anche perché gi attori sono
tanti e la sua è una riuscitissima prova d’orchestra. Complimenti!
Poi gli attori. Ognuno ha
rivestito i panni giusti, dando vita ad un insieme di sequenze senza respiro.
Il pubblico, è stato consapevolmente rapito della loro capacità interpretativa
e della personalizzazione così opportuna dei personaggi, oltre alla non
trascurabile prova di straordinaria memoria, infatti il testo non lascia spazio
a nessuna vaghezza mentale. Tutti consumati attori e perfettamente a loro agio
nei ruoli assegnati, come l’avvocato Nathan, della difesa, nel sobrio abito
scuro e nel quale riconosciamo un sicuro e navigato Vincenzo Tota, o la
maestra, tronfia della sua superiorità, Lea Di Napoli o ancora il (procuratore
Eleanor E. Miles), l’accusa, Marica De Vita perfetta senza nessuna
sbavatura, anzi a suo agio, per severità e sicurezza. Troneggia in tutti i
sensi, il giudice Rutherford, ovvero Felice Avella, che ogni volta
lascia la sua impronta nei personaggi interpretati e poi tutti gli altri,
sistemati nel ruolo giusto ed opportuno per far sì che lo spettacolo risultasse
un pezzo importante, direi il più importante di questa stagione teatrale della
Compagnia dell’Eclissi, per cui lode a Maurizio Barbuto (il pastore),
ad Ernesto Fava, Herbert Nolan, al talentuoso Marco De Simone
(Norman Weiss), autore tra l’altro delle musiche originali, ad Alfredo
Marino, il caloroso, giornalista, Paul Kapinski, autore insieme ad
Emanuela Barone, delle scene ed infine, ma non per questo ultima Gerarda
Mariconda (l’impacciata Else). I costumi sono di Angela Guerra,
insostituibile nell’apporre la sua firma
Maria Serritiello
www.lapilli.eu
Stefano Massini
è lo scrittore italiano vivente più rappresentato sui palcoscenici di tutto il
mondo. Tradotto in ventiquattro lingue, celebrato da Broadway al West End di
Londra, è portato in scena dal premio Oscar Sam Mendes. Nel 2015, dopo il
grande successo del suo trittico diretto da Luca Ronconi, viene nominato
consulente artistico del Piccolo Teatro di Milano. Il suo romanzo Qualcosa sui
Lehman (Mondadori, 2016), tradotto in vari paesi, è stato uno dei libri più
acclamati degli ultimi anni (premio Selezione Campiello, premio SuperMondello,
premio De Sica e ora il Prix Médicis e il Prix Meilleur Livre Étranger in
Francia). Il suo secondo romanzo è L'interpretatore dei sogni (Mondadori,
2017). Firma del quotidiano "la Repubblica", è volto noto televisivo
per i suoi racconti del giovedì nella trasmissione "Piazzapulita" su
La7.
P.S Lo spettacolo avrà
due repliche, con date da stabilire, in febbraio ed in marzo.
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