Percorso Poetico Reading
Versi di Maria Serritiello
Voci narranti
Brunella Caputo
Davide Curzio
Musiche a cura del
Maestro Antonio Avagliano
Maestro Marco Corvino
Associazione Spazio Up Arte: Presidente Vito Ungaro
I versi letti
Primavera2020
Azzurro il cielo,
dai monti dirimpettai
ridisegnato,
l’aria, senza nessun sussulto,
distesa,
agitato il volo
di rapaci gabbiani
e rondini attardate,
alte, spaziano nel timore.
Che strana primavera
è questa,
se ci rinchiude
e non rinasce.
Si odono,
nel silenzio scarno,
voci lontane,
nessun traffico
le copre.
Con vapori di salsedine.
mi giunge da lontano,
il mare
e i rumorosi percorsi affollati
dell’estate mia fanciulla.
Che strana primavera,
è questa
se ci vede reclusi,
se non ci risveglia,
se non ci riveste fiorita
ed invano ci cerca e non ci saluta.
Pronta ai cambi leggeri,
al morbido e al verde fiorito,
la natura c’è,
anche il mio
balcone lo sa,
e al glicine stecchito spuntano gemme ostili.
Ci assenteremo ancora,
costretti a pensieri nebulosi
e le indegne
morti
ci staranno addosso come ad Auschwitz.
Che strana Primavera è questa
e sia pure prigioniera dietro le sbarre del mio
balcone,
sono già al mare,
il sole mi riscalda
e felice padrona sono,
della mia città.
20 Aprile 2020
Gemmano le orchidee
Gemmano
le orchidee di casa mia,
primavera si anticipa,
l’aria intorno è soffice
così il sole e la pioggia
s’appaiono.
Vagano
i pensieri
come gabbiani dai tetti delle case,
senza una meta.
Il mare, più in là,
è disteso calmo,
uguale ai desideri appannati
della vecchiaia
E guardo il mare
E guardo il mare
che più non ha
colore,
con te fin lassù.
A me che resto,
il grigio
smorto ed il cupo nero
sono di sola compagnia
Cerco e più non trovo
l’arcobaleno dei nostri giorni,
la musica, le parole dei poeti
e la nostra immaginaria eternità.
Io e te per sempre come ogni giorno della vita.
11-4-2022
I
piccoli piedi nudi
I piccoli piedi nudi nella neve,
sono uguali alle scarpette rosse,
dell’ altra guerra.
Muta è l’invocazione!
Hai detto “
Non voglio morire”,
ma fumo esce dal camino…
L’alba è grigia,
senza voli di uccelli
e latrati di cani
27-2-2022
In guerra
io sono
Nella lunga fila
dai volti uccisi;
nel pianto vecchio,
insostenibile al cammino;
nel sorriso breve
di una speranza fanciulla;
nel fango macero
che la pioggia ingrassa;
senza pane
dalle spighe raccolto
e senza latte,
asciutto il petto;
con l’ammalato stanco,
con gli arti
senza più sostegno;
tra pietre
ora solo pietre
e terra che racimola la terra;
livida tra le gambe,
sradicato il figlio,
colpita al cuore,
in guerra io sono.
La
ginestra
Raggia la ginestra,
della Lucania verde,
il tratturo
del Monte Stella.
Intorno s’affolla
e come pecora
sta
Uno dopo l’altro
ingialliti pensieri
s’ aggreggiano.
7giugno
2011
Verranno giorni migliori
E questa primavera che non vuole sbocciare!
s’ingrigia malinconica
e spiraglio al cielo
non lascia
Le rondini tardano
e i passeri non si separano
dal nido.
Dal mio giardino,
inverdito e muffo,
i merlotti spiano il sole,
all’ombra del gelsomino.
Padre e madre
Vegliano
Verranno giorni migliori
senza l’affanno,
senza minacce
e senza il
cielo colmo d’acqua.
Sole e ancora
sole
e via le notti
nel buio
infinito,
Verrà,
sì che verrà,
il quotidiano giorno
e di nuovo, sarà la semplice compagnia.
10-4-2013
Aquiloni
Noi due,
come aquiloni nel gioco,
verso l'azzurro
che appartiene
alla mamma.
Un bacio fin lassù.
Io più grande di te,
al piccolo
bambino
che si fida,
la mano stringo.
E da soli
giochiamo
e nessuno lo capisce,
e nessuno conosce
quanto verde sotto i piedi.
Il colore del mare in burrasca,
seguito è dal sereno,
dalla vita che non si stanca
e ci trattiene.
10-4-2013
E’ la mia città
E’ la mia città
che nuda s’aggira
senza fiocchi, merletti
e tacchi sull'asfalto.
Sospesa come in un quadro
appeso al muro,
luoghi assenti, rinchiuso l’uomo,
ma il giorno e la notte ci sono.
Da lontano il cane latra
e stride il gabbiano solo,
come in casa la vecchiaia.
La natura si riveste, ravviva i colori
e invita all'amore le gemme appartate
dall'incrocio del balcone.
I fiori nati, li cullo solo io,
vecchia madre e custode.
8/4/2020
Controra
Nella fresca penombra
della casa
composta nel matiné rosa,
mia madre è nel letto
che riposa.
Ronza la mosca
nel volo circolare
e fastidiosa poi si posa.
La bianca tenda ricamata a mano
filtra un pigro raggio,
sfuggito all’imposta
legato con lo spago.
Dai vicoli abbandonati,
la lenta nenia dell’ortolano
culla.
Tutto ristagna
Nell’ora della controra, di un pomeriggio estivo.
E nella casa, appannata e molle.
Il sonno mette spazio tra i pensieri.
E non guardiamo il fondale
Il mare,
l’azzurro mio mare
ha morti assiepati
nel fondo
venuti da lontano.
Non hanno
Nome,
volto
e membra ricomposte
Incolore
la pelle
e pensieri
erosi
dal sale.
Nessun sudario bianco
se li avvolge,
e alcuna lacrima
li segue
nell’affondo.
Nel mare,
nell’azzurro mio mare
l’estate insiste,
le barche sciamano
e continua l’amore…
Nuotiamo
ma non da soli
e non guardiamo il fondale
3-10-2013
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