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giovedì 19 maggio 2022

Il 15 maggio 2022 sono stati letti i versi di Maria Serritiello , nella Necropoli Etrusca Sannitica di Fratte (Sa)


 

Percorso Poetico Reading

                    Versi di Maria Serritiello

Voci narranti

Brunella Caputo

Davide Curzio


Musiche a cura del

Maestro Antonio Avagliano

Maestro Marco Corvino


Associazione Spazio Up Arte: Presidente Vito Ungaro


I versi  letti


Primavera2020

                               

Azzurro il cielo,

dai monti dirimpettai

ridisegnato,

l’aria, senza nessun sussulto,

distesa,

agitato il volo

di rapaci gabbiani

e rondini attardate,

alte, spaziano nel timore.

 

Che strana primavera

è questa,

se ci rinchiude

e non rinasce.

 

Si odono,

nel silenzio scarno,

voci lontane,

nessun  traffico le copre.

 

Con vapori di salsedine.

mi giunge da lontano,

il mare

e i rumorosi percorsi affollati

dell’estate mia fanciulla.

 

Che strana primavera,

è questa

se ci vede reclusi,

se non ci risveglia,

se non ci riveste fiorita

ed invano ci cerca e non ci saluta.

 

Pronta ai cambi leggeri,

al morbido e al verde fiorito,

la natura c’è,

anche il  mio balcone lo sa,

e al glicine stecchito spuntano gemme ostili.

 

Ci assenteremo ancora,

costretti a pensieri nebulosi

 e le indegne morti

ci staranno addosso come ad Auschwitz.

 

Che strana Primavera è questa

e sia pure prigioniera dietro le sbarre del mio balcone,

sono già al mare,

il sole mi riscalda

e felice padrona sono,

della mia città.

 

20 Aprile 2020           


Gemmano le orchidee

 

Gemmano

le orchidee di casa mia,

primavera si anticipa,

l’aria intorno è soffice

così il sole e la pioggia

s’appaiono.

Vagano

i pensieri

come gabbiani dai tetti delle case,

senza una meta.

Il mare, più in là,

è disteso calmo,

uguale ai desideri appannati

della vecchiaia


 

E guardo il mare

 

E guardo il mare

che  più non ha colore,

con te fin lassù.

A me che resto,

il  grigio smorto ed il cupo nero

sono di sola compagnia

Cerco e più non trovo

l’arcobaleno dei nostri giorni,

la musica, le parole dei poeti

e la nostra immaginaria  eternità.

Io e te per sempre come ogni giorno della vita.

 

11-4-2022    

I piccoli piedi nudi

                                   

I piccoli piedi nudi nella neve,

sono uguali alle scarpette rosse,

dell’ altra guerra.

 

Muta è l’invocazione!

 

Hai detto “

Non voglio morire”,

ma fumo esce dal camino…

 

L’alba è grigia,

senza voli di uccelli

e latrati di cani

 

27-2-2022                 

 

                                      In guerra io sono

Nella lunga fila

dai volti uccisi;

nel pianto vecchio,

insostenibile al cammino;

nel sorriso breve

di una speranza fanciulla;

nel fango macero

che la pioggia ingrassa;

senza pane

dalle spighe raccolto

e senza latte,

asciutto il petto;

con l’ammalato stanco,

con gli arti

senza più sostegno;

tra pietre

ora solo pietre

e terra che racimola la terra;

livida tra le gambe,

sradicato il figlio,

colpita al cuore,

in guerra io sono.

 

La ginestra

Raggia la ginestra,

della Lucania verde,

il tratturo

del Monte Stella.

Intorno s’affolla

e come pecora

sta

Uno dopo l’altro

ingialliti pensieri

s’ aggreggiano.

7giugno 2011        

 

Verranno giorni migliori

 

E questa primavera che non vuole sbocciare!

s’ingrigia malinconica

e spiraglio al cielo

non lascia

 

Le rondini tardano

e i passeri non si separano

dal nido.

Dal mio giardino,

inverdito e muffo,

i merlotti spiano il sole,

all’ombra del gelsomino.

 

Padre e madre

Vegliano

 

Verranno giorni migliori

senza l’affanno,

senza minacce

e senza  il cielo colmo d’acqua.

Sole e  ancora sole

e via le notti

nel  buio infinito,

 

Verrà,

sì che verrà,

il quotidiano giorno

e di nuovo, sarà la semplice compagnia.

 

10-4-2013

 

Aquiloni

 

Noi due,

come aquiloni nel gioco,

verso l'azzurro

che  appartiene alla mamma.

Un bacio fin lassù.

 

Io più grande di te,

al piccolo  bambino

che si fida,

la mano stringo.

 

E  da soli giochiamo

e nessuno lo capisce,

e nessuno conosce

quanto verde sotto i piedi.

 

Il colore del mare in burrasca,

seguito è dal sereno,

dalla vita che non si stanca

e ci trattiene.

 

10-4-2013

 


 

                                                 E’ la mia città


 

E’ la mia città

che nuda s’aggira

senza fiocchi, merletti

e tacchi sull'asfalto.

Sospesa come in un quadro

appeso al muro,

luoghi assenti, rinchiuso l’uomo,

ma il giorno e la notte ci sono.

 

Da lontano il cane latra

e stride il gabbiano solo,

come in casa la vecchiaia.

 

La natura si riveste, ravviva i colori

e invita all'amore le gemme appartate

dall'incrocio del balcone.

 

I fiori nati, li cullo solo io,

vecchia madre e custode.

 

                               

8/4/2020

 

  Controra

Nella fresca penombra

della casa

composta nel matiné rosa,

mia madre è nel letto

che riposa.

Ronza la mosca

nel volo circolare

e fastidiosa poi si posa.

La bianca tenda ricamata a mano

filtra un pigro raggio,

sfuggito all’imposta

legato con lo spago.

Dai vicoli abbandonati,

la lenta nenia dell’ortolano

culla.

Tutto ristagna

Nell’ora della controra, di un pomeriggio estivo.

E nella casa, appannata e molle.

Il sonno mette spazio tra i pensieri.

 

E non guardiamo il fondale

Il mare,

l’azzurro mio mare

ha morti assiepati

nel fondo

venuti da lontano.

 

Non hanno

Nome,

volto

e membra ricomposte

 

Incolore

la pelle

e pensieri

erosi

dal sale.

 

Nessun sudario bianco

se li avvolge,

e alcuna lacrima

li segue

nell’affondo.

 

Nel mare,

nell’azzurro mio mare

l’estate insiste,

le barche sciamano

e continua l’amore…

 

Nuotiamo

ma non da soli

e non guardiamo il fondale

 

3-10-2013




 

 


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