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sabato 5 marzo 2022

Extra Festival XS “ L’ odore della luna” al Teatro Genovesi Salerno Per i due fine settimana scorsi in cartellone al Teatro Genovesi “L’odore della luna” di Marco De Simone.

 

Fonte :www.lapilli.eu
di Maria Serritiello

Io sono Maria e ho deciso”. Così dichiara con forza la protagonista quando è messa dinanzi a scelte essenziali della sua vita. Una donna volitiva, Maria, anche se può sembrare il contrario. Vive in un paese del sud, il dialetto lo rivela musicale ed incisivo subito, le parole, poi, usate, necessarie a descrivere la storia e l’interiorità di lei. Vive con la nonna che le impartisce un’educazione severa e rigorosa, tanto da vietarle la compagnia di Tanuzzo un bambino, della sua stessa età, ma di una famiglia chiacchierata. E sarà questa frequentazione, nonostante l’anziana donna, a segnare la sua vita futura. Maria ha grande sensibilità, che certamente non è pari a quella della nonna, una donna concreta, dedita al lavoro ed alla sussistenza di loro due, per cui, crescendo, affida i suoi sogni e i sospiri d’amore alla luna. La vecchia sapeva ripeterle a mo’ di consigli, tutta una serie di sentenze, che tendevano, sia a rimarcare la condizione di ineluttabile marginalità, sia a proteggerla all’interno di una ristretta cerchia paesana ed al suo stesso destino.

“Piglie lu buone tiempe e infilatele dinte”  “Il sole va meritato” “I calli sulle mani e sul cuore”.

Più tardi, senza un perché, troviamo Maria su di una corriera che si allontana dal paese per andare, ospite da sua zia, a lavorare in città e quando la fatalità accompagna, sulla corriera incontra Tanuzzo.

La trama, se vogliamo, è anche semplice: lei, uno spirito puro, bisognosa sia d’amore, che di conoscere il mondo, lontana dal guscio protettivo che l’ha ingabbiata, finisce nella rete del giovane. Abbagliata dall’amore di lui, inizialmente platonico, infatti lo ama come si ama la luna, da lontano, per trovarsi a vivere con lui, senza accorgersi di che razza di uomo sia. Vari sono i gradi di conoscenza ed emancipazione della ragazza, passata dal paese alla città, dal confrontarsi con l’amore malato ed egoistico di Tanuzzo, mentre lo credeva puro ed ideale, al rafforzarsi amaramente, lasciando i sogni dietro di sé fino a prendere una decisione estrema, ma tant’è, lei è Maria ed ha deciso.

Un tema di estrema attualità, quello che Marco De Simone mette in scena con delicatezza e gradevole morbidezza, lui stesso nella parte dell’innamorato, poche volte imprime alla sua recitazione una voce alterata, un tono al di sopra delle righe. Maria, (Elena Starace,), invece) è sognante, è fiduciosa, è innamorata, è tranquilla, è speranzosa, è avvolgente, è decisa ed è determinata a pigliarsi lu buone tiempe e ad infilarselo dinte. 

 

Lo spettacolo, dalla durata di un’ora e mezza, incanta per la sinuosità delle parole, per i toni sommessi, per il biancore irrompente della scena, per i cambi dei colori dei vestiti indossati da Maria, stanti a sottolineare le fasi essenziali della trama: bianco, rosso e nero, i fili intrecciati come una tessitura di una ragnatela a lei intorno, il lutto dello scialle, le crude parole della rivelazione il fragore dello sparo, la gestualità del parto, il pianto del nato. Ecco tutto si conclude, la polvere della luna ha lo stesso odore della polvere da sparo, la luna è una bugia, le aveva detto sua zia, ma lei è riuscita a prendersi il buono e a metterselo dentro, sia pure attraverso l’infatuazione ed il dolore.

 Una figura vincente, un monito per le tante donne vittime di uomini senza scrupoli e che amano(?) male, anzi che non sanno amare

Bravo Marco De Simone, la tua sensibilità è nota, riesci ad essere delicato anche con temi crudi, senza appesantire lo spettatore ma soave nell’incantarlo. Il tuo sguardo a tutto tondo fa di te uno scrittore apprezzabile e godibile.

Elena Starace, eccezionale interprete, per freschezza, sensibilità e capacità di delineare il personaggio con estrema bravura. Perfetta l’impostazione della voce, dei gesti e la capacità d’incidere nello spettatore, la sua storia.

Roberta Greco, capace di delineare una quasi apparizione

Marcello Andria, regia, una conferma, nel tradurre, ogni volta, un pezzo  in un capolavoro.

Voci: Elio Amedeo, Chiara De Vita, Lina Vizzini, Lillo Zarbo

 

Movimenti coreografici: Antonella Iannone

 

Scenografia: Rosario Memoli.

Costumi: Ida Gliorio

Luci: Manuel Macolo

Suono: Michele Pastore

Registrazioni: Musicainscena

Musiche di :Albeniz, Barrios, Piazzolla,Tarrega

Regia: Marcello Andria

Produzione: Campania Danza


in collaborazione con la Compagnia dell’Eclissi

Foto di copertina Franco Barbieri.

 

Maria Serritiello

www.lapilli.eu



 

 

 

 



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