Io sono Maria e ho
deciso”. Così dichiara con forza la protagonista quando è messa dinanzi a
scelte essenziali della sua vita. Una donna volitiva, Maria, anche se può
sembrare il contrario. Vive in un paese del sud, il dialetto lo rivela musicale
ed incisivo subito, le parole, poi, usate, necessarie a descrivere la storia e
l’interiorità di lei. Vive con la nonna che le impartisce un’educazione severa
e rigorosa, tanto da vietarle la compagnia di Tanuzzo un bambino, della sua
stessa età, ma di una famiglia chiacchierata. E sarà questa frequentazione,
nonostante l’anziana donna, a segnare la sua vita futura. Maria ha grande
sensibilità, che certamente non è pari a quella della nonna, una donna
concreta, dedita al lavoro ed alla sussistenza di loro due, per cui, crescendo,
affida i suoi sogni e i sospiri d’amore alla luna. La vecchia sapeva ripeterle
a mo’ di consigli, tutta una serie di sentenze, che tendevano, sia a rimarcare
la condizione di ineluttabile marginalità, sia a proteggerla all’interno di una
ristretta cerchia paesana ed al suo stesso destino.
“Piglie lu buone tiempe e
infilatele dinte” “Il sole va meritato”
“I calli sulle mani e sul cuore”.
Più tardi, senza un
perché, troviamo Maria su di una corriera che si allontana dal paese per andare,
ospite da sua zia, a lavorare in città e quando la fatalità accompagna, sulla
corriera incontra Tanuzzo.
La trama, se vogliamo, è
anche semplice: lei, uno spirito puro, bisognosa sia d’amore, che di conoscere
il mondo, lontana dal guscio protettivo che l’ha ingabbiata, finisce nella rete
del giovane. Abbagliata dall’amore di lui, inizialmente platonico, infatti lo
ama come si ama la luna, da lontano, per trovarsi a vivere con lui, senza
accorgersi di che razza di uomo sia. Vari sono i gradi di conoscenza ed
emancipazione della ragazza, passata dal paese alla città, dal confrontarsi con
l’amore malato ed egoistico di Tanuzzo, mentre lo credeva puro ed ideale, al
rafforzarsi amaramente, lasciando i sogni dietro di sé fino a prendere una
decisione estrema, ma tant’è, lei è Maria ed ha deciso.
Un tema di estrema attualità,
quello che Marco De Simone mette in scena con delicatezza e gradevole
morbidezza, lui stesso nella parte dell’innamorato, poche volte imprime alla
sua recitazione una voce alterata, un tono al di sopra delle righe. Maria,
(Elena Starace,), invece) è sognante, è fiduciosa, è innamorata, è tranquilla,
è speranzosa, è avvolgente, è decisa ed è determinata a pigliarsi lu buone
tiempe e ad infilarselo dinte.
Lo spettacolo, dalla
durata di un’ora e mezza, incanta per la sinuosità delle parole, per i toni
sommessi, per il biancore irrompente della scena, per i cambi dei colori dei
vestiti indossati da Maria, stanti a sottolineare le fasi essenziali della
trama: bianco, rosso e nero, i fili intrecciati come una tessitura di una
ragnatela a lei intorno, il lutto dello scialle, le crude parole della
rivelazione il fragore dello sparo, la gestualità del parto, il pianto del
nato. Ecco tutto si conclude, la polvere della luna ha lo stesso odore della
polvere da sparo, la luna è una bugia, le aveva detto sua zia, ma lei è riuscita
a prendersi il buono e a metterselo dentro, sia pure attraverso l’infatuazione
ed il dolore.
Una figura vincente, un monito per le tante
donne vittime di uomini senza scrupoli e che amano(?) male, anzi che non sanno
amare
Bravo Marco De Simone, la tua sensibilità è
nota, riesci ad essere delicato anche con temi crudi, senza appesantire lo
spettatore ma soave nell’incantarlo. Il tuo sguardo a tutto tondo fa di te uno
scrittore apprezzabile e godibile.
Elena
Starace, eccezionale interprete, per freschezza, sensibilità
e capacità di delineare il personaggio con estrema bravura. Perfetta
l’impostazione della voce, dei gesti e la capacità d’incidere nello spettatore,
la sua storia.
Roberta
Greco, capace di delineare una quasi apparizione
Marcello
Andria, regia, una conferma, nel tradurre, ogni volta,
un pezzo in un capolavoro.
Voci:
Elio Amedeo, Chiara De Vita, Lina Vizzini, Lillo Zarbo
Movimenti
coreografici: Antonella Iannone
Scenografia:
Rosario Memoli.
Costumi:
Ida Gliorio
Luci:
Manuel Macolo
Suono:
Michele Pastore
Registrazioni:
Musicainscena
Musiche
di :Albeniz, Barrios, Piazzolla,Tarrega
Regia:
Marcello Andria
Produzione:
Campania Danza
in
collaborazione con la Compagnia dell’Eclissi
Foto
di copertina Franco Barbieri.
Maria
Serritiello
www.lapilli.eu
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