di Maria Serritiello
Sulla pagina iniziale del libro “Canzoniere d’ ‘e picerille” vi è scritto, a caratteri ben visibile, una massima di Gustav Mahler che dà il senso alla raccolta del Maestro Guido Cataldo, artista, autore, musicista e compositore: “La tradizione è custodia del fuoco, non adorazione delle ceneri”. E fuoco è, quello delle serate d’inverno trascorse da tanti piccoli, vicino al focolare ad ascoltare i cunti, è la bella sensazione che si avverte, nell’aver tra le mani, il libro.
Ed andiamo ad analizzare,
pezzo per pezzo, quest’ inestimabile lavoro, del maestro Cataldo, che
restituisce alla memoria dei bambini dai capelli grigi e discopre ai nativi
digitali, un mondo fantastico, perso nelle pieghe del tempo. Sicché, per la sua
fattura è un libro per grandi e piccini, un lavoro interdisciplinare, dice il
professore di pedagogia della musica Pasquale
Scialò, nella prefazione, che integra canto, testo, disegni, storia
culturale, geografie sonore e tradizioni del territorio.
Il libro è accattivante,
una mattonellina formato A6, color rosso cremisi, dove lo sguardo si posa
volentieri per la giocosità colorata dei disegni del talentuoso Andrea Cecchini,
che a me ricordano (N.D.R) quelli del fumettista Benito Franco Giuseppe
Iacovitti. L’interno, poi, è uno scrigno, disvelato con cura, per accedere nel
mondo fantastico del racconto. 10 tornesi d’oro, per entrare linguisticamente
nella ricerca che sta a monte della pubblicazione, infatti il tornese era una
grossa moneta d'argento emesso per la prima volta agli inizi dell'XI secolo
dall'Abbazia di San Martino a Tours in Francia ed usato per quattro secoli nel
regno di Napoli. 10 tornesi, per giunta d’oro, a rafforzare il valore della preferenza,
ad indicare i canti selezionatiti, per tessere un canzoniere dedicato ai più
piccoli a che non dovessero cantare canzoni il cui significato risulterebbe
scurrile. Ed eccoli i 10 tornesi d’oro, cantati magistralmente dalla voce
inimitabile di Diana Cortellessa,
accompagnata da bambini e giovanissimi interpreti, sostenuti dal quintetto di fiati Alenusa che più di ogni altra
orchestrazione riporta indietro il tempo, ma è un’ensemble che diventa
orchestra per la quantità di suoni e varianti: flauto, oboe clarinetto, corno,
fagotto
I titoli:
Quanno nascette ninno
Lo ciuccio de Cola
La fiera de Mast’Andrea
Cicerenella
Pastorella
Pagliaccio
Michelemmà
Bolero
Lo Cuarracino
Duorme
Ognuno di questi canti ha
la sua partitura musicale, per cui il libro diventa musica suonata, ma Guido
Cataldo ha pensato a tutto ed anche di più, il suo libro doveva essere materia
viva, per cui in fondo al libro, tra le pieghe della copertina, alloggia un cd
registrato dove si può ascoltare la magia del canto per i piccerille.
Seguendo la narrazione,
pagina dopo pagina, il libro si estende in un piacevole spettacolo, già
presentato con successo, nel mese scorso, al Teatro Giuseppe Verdi, il Massimo
cittadino.
Che bel lavoro, Maestro
Guido Cataldo, pensato amorevolmente per i tuoi cuccioli, così come li indichi,
nella dedica iniziale, ma anche per i bambini degli altri, è come se avessi
voluto dare, in eredità il tuo mondo poetico, fantastico, musicale. La tua
anima! Hai voluto lasciare traccia, ed ecco la ricerca accurata nell’organizzare
il lavoro, per dire pedagogicamente ai fanciulli di quest’era di guardare a
fondo, non accontentarsi di hic et nunc,
tanto di moda, perché la tradizione ci dice da dove siamo partiti, importante
per dove si vuole arrivare.
E ce l’hai fatta, Guido,
noi adulti che ti leggiamo ci siamo emozionati, siamo tornati indietro nel
tempo, e non con melensa nostalgia, ma con la consapevolezza che, barra
diritta, abbiamo dato e diamo con l’entusiasmo giovanile, ogni giorno.
PS. In un giorno di fine
anno, nel cortile della scuola media di Oliveto Citra, io e te e tutta la
scolaresca, di cui eravamo insegnanti, abbiamo rappresentato Cicerenella. Uno
dei ricordi più limpidi…
Maria Serritiello
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