Fonte:www.lapilli.eu
di Maria Serritiello
Dal cappello a cilindro
della programmazione del Teatro dei Barbuti di Salerno, il 24 agosto, alle ore
21,00, esce la colomba bianca, firmata Giovanni
Caputo, artista conosciuto e cresciuto sulle tavole del palcoscenico, poeta
ed il 24 sera, anche ideatore e regista dello spettacolo dal titolo “Salerno legge Napoli”. E ‘coadiuvato,
nel viaggio tra Salerno e Napoli, da valenti compagni: Cinzia Ugatti, Teresa Di Florio, Augusto Landi e Marco De Simone.
Giovanni Caputo si diletta di scrittura poetica, oltre alle performance artistiche che tanta notorietà gli hanno dato e da qualche tempo ci partecipa dei suoi versi sui media. La sua poesia è immediata, per i sentimenti che ispira, per l’amore che spinge in ogni cosa, per l’emozione che mette dinanzi ad un’alba ed ad un tramonto dorato della sua e nostra Salerno. I sentimenti filiali, l’amore per la sua mamma, i luoghi scomparsi e la vita semplice di una Salerno che si evolve in fretta, lasciando i giovani con pochi ricordi e nostalgia. Le sue poesie sono declamate sul web dalla sua voce attoriale e nello stesso tempo sentimentale, perché nei suoi versi è il sentimento a prevalere. “O core” innanzitutto e lui lo sparge con generosità senza mai risparmiarsi. Sul Web le sue composizione hanno un’attrattiva in più, il testo è corredato da immagini scelte con precisa rispondenza e musica di sottofondo ammaliante, sono delle video poesie che ci accolgono con bellezza quasi ogni giorno.
Ho chiesto a Giovanni (ndr) quale fosse l’idea di
fondo dello spettacolo di lunedì prossimo, mi ha risposto che partendo dalle
suggestioni che continuamente la poesia, l’arte, il teatro napoletano
suscitano, ha avuto lui stesso il desiderio di scoprire, quanta arte non
conosciuta e nascosta ci fossero nelle composizione dei poeti Salernitani. Una lettera d’amore che dalla città arrivi fino
a Napoli per sentirsi uniti nei versi, la parte migliore di noi, una vera
dichiarazione di sinergia, in un periodo, come quello che stiamo vivendo, dove
tutto ci distanzia e ci divide. Bene, poeta
Giovanni, siamo lieti di assistere lunedì al tuo lavoro, alla tua fatica
artistica e ci saremo tutti come il live motive della pubblicità ci ha spinti “ Nun o facimme piglià collera”.
Maria Serritiello
www.lapilli.eu
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