Fonte:www.lapilli.eu
di Maria Serritiello
E’ stata esposta, dal 27 dicembre fino al 6 gennaio scorso,
nel bel mezzo del centro storico di Salerno, irradiato dalle luci d’artista,
una splendida mostra dal nome Santini
& Brillantini dell’artista Ettore
Cerrato, non nuovo a composizioni originali. La mostra, poco propagandata
ed è stato un vero peccato, data la sua peculiarità, antichi santini rivestiti
da brillantini luminescenti di grande effetto, è stata esposta al primo piano
di Giuliana’s Showroom, in Via dei
Mercanti. Per ammirare tale fattura basta immettersi nelle minuscole
stanze, che riparano tutta l’esposizione come un allargato scarabattolo per
presepi, per ritrovarsi abbagliati dalla luce, dalla luminescenza, dai riflessi
cristallin, espansi ovunque. La pregevole collezione di antichi santini su
pergamena e rifilata da merletti, posseduti da Ettore Cerrato, appartengono ad
antica tradizione.
Il Santino, infatti, ha
rivestito fin dalle sue origini, intorno al XV secolo, un’importanza fondamentale per la diffusione della
religione cristiana. Il leggere ed il sapere era appannaggio di pochi, così la
raffigurazioni sacre ebbero un forte impatto sul popolo. Senza voler fare la
storia della diffusione dei santini, qualche notizia può risultare utile, ad
esempio sapere che i santini si estesero, come ce li ha presentati Ettore Cerrato, nei monasteri all’epoca
della Controriforma con la tecnica del Canivet. I sostenitori di questa corrente ritenevano
necessario tener impegnate le monache in pratiche di lavoro manuale. Il ricamo
e il decoro di paramenti sacri era caldamente incoraggiato, così come quello di
corredi destinati ad acquirenti privati, che col loro denaro contribuivano al
sostentamento del monastero. Inizialmente i santini su carta pergamena,
riportavano al centro un ovale su cui veniva dipinta la figura sacra,
successivamente vedevano come una necessità il fatto di tener impegnate le
monache in pratiche di lavoro manuale. Il ricamo e il prestigio di paramenti
sacri era incoraggiato, così come quello di corredi destinati ad acquirenti
privati, che col loro denaro contribuivano al sostentamento del monastero.
Inizialmente i Santini su pergamena, riportavano al centro un ovale su cui
veniva dipinta una raffigurazione sacra, successivamente Ben presto queste la
voriazioni si diffusero anche al di fuori del monastero suore ed educande
iniziarono ad arricchire le proprie opere con stoffa, perline, fili d’oro o
d’argento, nastri, e tutto ciò che potevano suggerire loro la fantasia e la
creatività.
Ettore Cerrato,
riprendendo questa antica tradizione, ai più sconosciuta, dove il mordi e fuggi
culturale ha raggiunto livelli colmi, ha creato veri e propri capolavori
luminescenti. Alcune Madonne, di sua proprietà, le ha rivestite con broccati e
sete di San Lecio, ha restaurato alcune teche dove sono al sicuro i pastori
della sacra famiglia, rivestita d’accapo dallo stesso artista. Non si è
risparmiato Ettore Cerrato e più paziente delle monache conventuali ha
ricoperto con raffinata eleganza, che gli è congeniale, anche una serie di uova
pasquali, racchiusi in delle scatole di plexiglas, che non hanno nulla da
invidiare a quelle Fabergé, se non che non sono pezzi di gioielleria, voluti
alla corte di tutti gli zar di Russia.
Ettore
Cerrato, l'artista dall' acuta sensibilità e dal gusto
raffinato, nel quotidiano, da diversi anni è in quiescenza. Nel passato
lavorativo, è stato un distinto bancario, addetto all'ufficio estero. Ora, nel
tempo libero si dedica con passione a diversi hobby. Di successo un’altra sua
mostra, anni addietro, fatta di fiori secchi pressati, cosicché riesce a conservare
intatta, se non addirittura ad esaltare, la bellezza dei fiori. I santini
rivestiti con perline e altre luminosità c’introducono in un mondo di
religiosità e di bellezza estetica inimmaginabile, per cui è facile avere uno
slancio di fede, mentre si guardano i capolavori colorati creati con tanto
amore dall’artista Ettore Cerrato.
Maria Serritiello
www.lapilli.eu
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