Caro blog, mio amico dal 15 agosto del 2010, ti ho trascurato abbastanza, ancor prima delle vacanze estive, ma sappi che non c'è stato giorno che non ho pensato a te. Mi sono perse molte notizie da annotare per averne il ricordo, a volte non si ha il tempo per attendere a tutto ed io mi sono lasciata trascinare da lentezza dei giorni non tanto felici. Ora sembra che il ritmo debba essere di nuovo a tempo per poter raggruppare ciò che ho scritto in tutto questo tempo e per aggiungere i post personali.
Grazie per avermi attesa, tu si..
RIEPILOGO
Riepilogo degli scritti, nel periodo di
assenza dal blog
SONO
TRENT’ANNI CHE RIDIAMO CON IL PREMIO CHARLOT, GRAZIE CLAUDIO!
- Agosto 6, 2018
0 anni di Premio Charlot si sono festeggiati a
Salerno, da mercoledì 25 al 29 luglio con la consueta serata di Gala, nel sotto
piazza della Concordia, con il castello di Arechi issato alto e lo specchio di
mare azzurro, unito al cielo, a fare da fondale a questo palco, che in 30 anni,
ha visto passare artisti italiani e stranieri che più contano e per celebrare
degnamente il Premio Charlot, la manifestazione più importante della penisola.
Ideata da Claudio Tortora, un personaggio di cultura, di spettacolo, di
comicità, di capacità di scrivere testi, di essere poeta e sognatore
di un mondo migliore, proprio come il grande Charlie Chaplin da cui il
premio prende il nome. 30 anni di resistenza non indifferente, senza mai
pensare di chiudere il sipario, senza mai arrendersi, perché chi cede ad una
passione lo fa per sempre ed il successo gli ha dato ragione. Entrato, ormai,
nell'immaginario collettivo dell'estati salernitane, il Premio Charlot viene
seguito da migliaia di spettatori ed è diventato un attrattore turistico dei
tanti visitatori che giustamente sostano nella città. Quest'anno, non c'è
stata la gara tra i giovani cabarettisti emergenti, non dimentichiamo che dal
premio Charlot sono venuti fuori comici di livello e di successo e quasi tutti
in segno di affettuosa riconoscenza, verso Claudio il “Patron e del figlio Gianluca, direttore artistico , che tanto si sono e si prodigano per
la comicità di talento, sono venuti a rendere omaggio ai fautori ed alla data
raggiunta. Come alunni cresciuti, ma restati legati al mentore degli anni
giovani eh sì, chi ha vinto lo Charlot a 30 anni ora si è ritrovato sul palco
sessantenne, con qualche chilo in più, qualche capello in meno, ma sempre
pronti a far ridere il pubblico. È così sono tornati per la maggior parte tutti
quelli che il Premio Charlot l'hanno vinto.5 minuti di esibizione a testa per
mantenere viva l'attenzione, per non perdere il ritmo della risata, tra una
battuta dell'uno e dell'altro: Enzo Sarcina,
nientemeno del 1980', Gabriele Marcone, (1993),Gaetano Amato (1994), Rocco Barbaro,
(1995) , Ettore Masso(1996) Nando Variale, Rosario Verde,(2000), Omar Santini,
Salvatore Gisonna, l' unico ad aver vinto il Premio Charlot due volte , la
prima a 28 anni con i Cuscinetti a Sfera e la seconda volta, a 38, da solo. Non poteva mancare per questa bella festa della
comicità, l'amico Angelo Di Gennaro, comico di razza, che tanto ha divertito e diverte ancora la
platea salernitana. Dilettevole a seguire, anche il numero dei Sequestrattori, Barbara e Cristian (2005) direttamente da Zelig, ma hanno fatto le ossa nei
migliori villaggi turistici, Ciro Giustiniani
(2007), Mino Abacucco (2010), Oscar Biglia (2011), Dino Paradiso (2013),
Gennaro De Rosa (2015), Enzo Comunale (2016), Luca Bruno (2017), Francesco
Arienzo, Premio Charlot Giovani 2018. Ha
partecipato, alla serata, presentata da Marita Langella, Alessandro Bolide con il suo
proverbiale (Ma che ce ne
fotte) che ha fatto eco per tutta l’Arena.
Ed ecco l’atteso Galà, del 29 luglio, che ogni
anno ospita i personaggi di grande rilievo, come già in passato consacrati
dalla fiducia e dalla presenza di grandi nomi italiani: Alberto Sordi, Nino Manfredi, Renzo Arbore, Enrico Montesano,
Ciccio Ingrassia, Gino Bramieri, Oreste Lionello, Pino Caruso, Carlo Verdone,
Gassman, Gigi Proietti, Mariangela Melato,Giorgio Panariello, Bud Spencer,
Fiorello, Gino Paoli, Cludio Mattone, Giancarlo Giannini, Claudia
Cardinale,Gianni Minà, Christian De Sica, Maurizio Scaparro e Clemente
Mimun, anche quest’ anno ricco di celebrità. Ad iniziare
da Serena Rossi, volto giovane e bellissimo dello spettacolo, Ficarra e Picone, un duo,
ormai, inossidabile, volti, con un corto inedito, al sociale, Gigi Marzullo, con
l’immancabile camicia a strisce, da lui adottata dopo le 25 mila puntate in tv,
per finire con Gianmarco Tognazzi, interessato alle diversità e per questo all’associazione
dei Tulipani di Seta Nera, Carlo Verdone, i cui episodi familiari hanno molto divertito la platea sia
per la semplicità, sia del modo di comunicare che va sempre oltre la
recitazione professionale e poi a conclusione, Bianca Guaccero che canta tra
l’altro un difficile canto dei Quin. Sul trentennale del Premio Charlot cala il
sipario, non prima di aver ospitato con onore, la più celebre attrice,
culturalmente impegnata per i diritti civili del mondo: Vanessa Redgrave. Standing
ovation del pubblico salernitano, tutto in piedi per tributarle affetto e
riconoscenza per il suo impegno di una vita. Accanto a lei un emozionato ed
intenerito marito, il nostro Franco Nero. La premia, con la celebre statuetta, Eugène Chaplin, che ogni anno
onora il Premio, intitolato a suo padre. Ha presentato la serata con arguzia e
sottile malizia, che è sua caratteristica, rendendo lieve, piacevole sì, ma
lunga serata, Piero Chiambretti. Prima che il trentennale si concludesse un premio se l’è
meritato anche il patron del Premio Charlot, che lo stesso Eugène
Chaplin, porge ad un emozionato Caudio Tortora. Nuovi ed
interessanti progetti vedranno una congiunzione ancora più stretta con il mondo
dello spettacolo, la creazione di laboratori, dibattiti e workshop su Cinema,
Teatro e Televisione: è quanto ci promette l’instancabile patron, per gli anni
futuri del premio. Ad meliora Claudio e con te il direttore artistico di
famiglia Gianluca.
Maria Serritiello
NELL'AREA
ARCHEOLOGICA ETRUSCO-SANNITICA DI FRATTE E PER I CONCERTI DI VILLA GUARIGLIA IN
TOUR 2018 ELECTRIC EHTNO JAZZ TRIO"
- Agosto 2, 2018
Viva Antonia Wilbulger ed i suoi Concerti di Villa
Guariglia in tour, edizione 2018, se ci regala serate di musica, dal 3 luglio al 17 agosto, eccezionali come
quella del 26 luglio. In scena l'"Electric Ehtno Jazz Trio" che vuol dire: Stefano Giuliano(sax),
Pietro Ciuccio (percussione e voce), Domenico Andria (basso), accompagnati da
Paola Salurso, la cui voce è essa stessa uno strumento in aggiunta, il meglio
che si può avere tutto assieme. Il luogo scelto, per questa data,
è l'Area Archeologica Etrusco-Sannitica di Fratte, le cui vestigia
racchiudono con pregevole maestosità, esaltandole, le sonorità musicali
provenienti dalla Grecia, dal nord Africa, dal Medioriente, dalla Spagna e dal
sud dell'Italia. L'EEJT è nato per attuare un progetto di fusione di musica jazz,
di quella elettronica e di musica etnica. Il trio è campano e nel 2017 ha
prodotto il primo cd dal titolo "Weekend in Ravello" Il
loro spettacolo, con un primo ed un secondo tempo è stato ricco di grandi
sonorità che hanno coinvolto il pubblico accorso, con acustiche spettacolari ed
avvolgenti, ripescando risonanze antiche, ma sempre presenti, tanto da
riconoscerle come già ascoltate. La stupenda voce, a più registri, di Paola
Salurso, poi, ha duettato, con il sassofono di Stefano Giuliano, con estrema
bravura. Ognuno dei musicisti, negli assoli, ha dato prova di estrema bravura,
la padronanza dello strumento ha fatto il resto. Di grande effetto è stata
l'esecuzione di “Iesce Sole” il pezzo, che nella Gatta Cenerentola, del Maestro Roberto De
Simone, si avvale del coro delle lavandaie, invece nell’Area Etrusca, della sola
ed eccezionale voce di Paola Salurso. Due ore di refrigerio, in questa calda
estate, per il corpo, nell'antico sito che sventaglia lenta i suoi alberi
secolari, ma anche per l'anima, che ritrova nei canti e nella musica, la radice
della tradizione musicale mediterranea, unitamente al jazz: che magnifica
intuizione!
Maria
Serritiello
UN
PAGINA PERSONALE DEL FESTIVAL DEL CINEMA D’ISCHIA
- Luglio 29, 2018
Essere
in vacanza ad Ischia nel periodo di fine giugno, inizio luglio può,
significare, che oltre a godersi la bellezza diffusa dell'isola, anche di aver
potuto seguire "Ischia festival", alla
sua sedicesima edizione. Otto giorni di
proiezioni e d'incontri, raccolti nel l'incantevole scenario del Castello
Aragonese, che troneggia sul mare. Nel suo interno, 25 secoli
di storia tra chiese, conventi, prigioni, giardini ed una vista unica, sospesa
tra cielo e mare, fanno da scenario all'evento.
Ideato
nel 2003 dal location manager Michelangelo Messina, l'Ischia
Film Festival è un concorso cinematografico internazionale che
si tiene ogni anno, all'inizio dell'estate. L'evento nell'arco di pochi
anni è diventato un appuntamento significativo con il cinema
internazionale.
Ogni
anno all’Ischia Film Festival vengono proiettate opere selezionate da tutto il
mondo che valorizzano, attraverso il racconto filmico, l'identità culturale e
paesaggistica di un territorio o che rendono la location, in quanto tale,
protagonista al pari degli interpreti.
Inoltre
il festival è parte integrante di un progetto denominato "Cinema &
territorio", che ha come obiettivo principale la salvaguardia della
particolarità paesaggistica e culturale dei territori per la loro promozione
attraverso l'audiovisivo.
Incontri
all'Hotel Elma di Casamicciola
Molti
dei personaggi dello spettacolo, presenti al Festival, soggiornano nel prestigioso Hotel
Elma dell'ingegnere Umberto Italiano, sicché e facile
fare colazione con Lillo o a cena incontrarsi con i giovani autori.
Lillo
Fa
strano incontrarlo senza il suo storico partner "Greg" in compenso è
in compagnia della sua dolcissima moglie che ha espresso di voler soggiornare
all'Elma di Casamicciola perché
è come se fosse a casa. Lo incontro al buffet della colazione (n.d.r) e nell'
avvicinarmi mi ripeto che è Lillo, sì proprio lui, ma quello che dirò nel
salutarlo " Buongiorno, ah lei è Greg" e lui di rimando "Si,
anche lui", si commenta da solo. Ha un paio di occhiali scuri che gli
coprono lo sguardo, ma la sua buona volontà a rispondere alle mie
domande è palese.
Lillo,
Pasquale Petrolo, questo il suo vero nome per esteso, (Roma, 27 agosto 1962), è un attore, comico, cantante, musicista, conduttore televisivo, conduttore radiofonico e fumettista italiano. Conobbe Greg, ovvero Claudio
Gregorio, quando entrambi lavoravano per la casa
editrice Acme di Roma, per la quale erano
impiegati come autori di fumetti comici, ma
nel 1991 la
casa editrice fallì, decisero d’ impegnarsi in nuovi progetti, ad esempio, la
creazione di un gruppo musicale basato sull'umorismo. D’allora in poi il suo
nome, unito a quello del suo amico Greg, è legato ad un successo che dura da 25
anni: autore e conduttore insieme a Greg e Alex
Braga del programma radiofonico 610 in onda tutti i
giorni su RAI Radio2, senza Greg nel 2004
vince il Premio Flaiano per la sezione
Radio, fu nel gruppo fondatore de Le Iene,
programma televisivo di Italia1, nel maggio 2000, di
nuovo insieme, idearono per Italia1, il varietà
televisivo Telenauta '69,
un omaggio in bianco e nero alla
TV degli anni sessanta. Di
successo in successo, si arriva alla sua presenza al Festival d’Ischia con il
film “Nove lune e mezza”una commedia di Micaela
Andreozzi, che nel film, interprete essa stessa, nella parte
della moglie di Lillo e con Claudia Gerini,
Michela Andreozzi, Giorgio Pasotti, Stefano Fresi. Dopo il Festival
d’Ischia si sposterà a Salerno per
girare un film di Luca Miniero che
sarà nelle sale il prossimo Natale.
Gli
incontri continuano e sono tutti di prestigio, i loro nomi sono legati ad opere
di pregevole nicchia: Alessandro Aronadio, Alessandro Rak,
Ylenia Azzurretti e Vincenzo Riccio.
Alessandro
Aronadio
Alessandro
Aronadio è il regista del film “Io c’è” con
protagonisti Edoardo Leo, Margherita Buy e Giuseppe Battiston. Massimo
Alberti, titolare di un Bed & Breakfast in fallimento, e la sorella
Adriana, una commercialista, decidono di inventare una nuova religione, lo
ionismo, per trasformare il Bed & Breakfast in un luogo di culto. Il
film uscito a marzo nei circuiti nazionali è già candidato al Nastro d’Argento
per migliore interprete e per il miglior soggetto. Palermitano, con una gran
voglia di fare cinema, sfrutta la sua borsa di studio per andare negli States a
fare la gavetta. La sua è già una lunga carriera di regista e sceneggiatore per
conto terzi, ora ci si augura un suo successo personale.
Alessandro
Rak
Nipote
di Michele Rak, critico
letterario, saggista e accademico italiano, vive e lavora ai Quartieri Spagnoli
a Napoli. Alessandro Rak con Alessandro
Scoppetta, ha formato lo studio di animazione Rak&Scop nel 2001, creando
un proficuo sodalizio artistico che in pochi anni ha prodotto non solo animazioni ma
anche fumetti nonché
studi, demo e character
designing per varie case di produzione. E’ presente al Festival
D’Ischia con il film di animazione “ La Gatta cenerentola” di cui è regista,
ispirato all'omonima fiaba di Giambattista Basile e
all'opera teatrale di Roberto De Simone[.
Ylenia
Azzurretti
Ylenia
Azzurretti due zeta due erre e due t dimenticando che manca
solo la vocale o per fare l’an plein di vocali anche se uno tende a non far
caso alla u che incastonata tra tutte quelle consonanti è come se passasse
inosservata e diventasse di seconda mano. Azzurretti dunque accompagnata
da Vincenzo Riccio, suo compagno e
collaboratore fotografo che non fa niente per nascondere la sua indole di
scugnizzo napoletano buono sensibile e consapevole di una personalità ancora
tutta da sviluppare nella umiltà di chi crede in se stesso e nella passionalità
tutta napoletana e sua in particolare, che mette nelle cose che fa, nella sua
rispettosa attenzione al mondo che lo circonda. “Volturno” è
l’opera con la quale partecipano al Film Festival d’Ischia, un eccellente lungo
corto che descrive la vita del fiume e ciò che gli sta intorno. La proiezione è
stata mandata ad ora tarda, ma nulla di più bello, sulla cima del Castello
Aragonese, il silenzio notturno e la frescura delle acque del fiume è stato
recepito in modo sensoriale oltre che visivo. Sconosciuti 12 ore prima (n.d.r.)
siamo scesi dal terrazzo come se fossimo stati amici da sempre, amici persi e
ritrovati, che hanno saputo parlare dei loro trascorsi tanto che la notte
sembrava potesse non finire mai. Ci siamo augurati il buon riposo, dandoci
appuntamento alla colazione del giorno dopo
Maria
Serritiello
BACI,
BOTTE E …CHAMPAGNE, ULTIMO SPETTACOLO PROPOSTO ALLA DECIMA EDIZIONE DEL
FESTIVAL TEATRO XS CITTÀ DI SALERNO
- Aprile
29, 2018
Il Micro
Teatro Terra Marique di Perugia ha portato in
scena, quale ultimo spettacolo in concorso, per la
decima edizione del Festival Teatro XS Città di Salerno: Baci, Botte E
…Champagne, che altro non è l’unione di due atti unici di A. P.
Cechov (Domanda di Matrimonio e l’Orso) intervallati inopportunamente da un
intermezzo di T. Remì. Cechov, di per sé non ha bisogno di aggiunte per
conquistarsi gradevolezza e consenso del pubblico. L’intermezzo, messo
posticcio tra i due tempi, esula dal contesto, ma ha inteso interrompere il
ritmo serrato ed il vociare dei due contendenti, in odore di matrimonio. La
fusione dei due atti unici ha avuto il pregio di averci rappresentato i due
cammei dell’autore scritti nel 1989, sempre molto gradevole per i risvolti
finali.
Nell’una
commedia (Domanda di Matrimonio) si assiste al goffo tentativo di un giovane,
di buona famiglia e pronto per il matrimonio, che va a chiedere la mano della
fanciulla benestante e sua confinante. Nell’altra, invece, (L’orso),
protagonista è una vedova inconsolabile, che giura fedeltà assoluta ed
imperitura al defunto marito. La promessa, come si può immaginare, viene
accantonata e la vedovella capitola dinanzi al caratteraccio del pretendente,
non a caso chiamato “orso” E’ il gioco delle parti dell’amore, chi sfugge viene
inseguito e viceversa e da ultimo il lieto fine delle due commedie accontenta
tutti.
Gli
attori: Nicola di Filippo, Ingrid Monacelli, Emilio Rosalia,
Federico Sisani, sotto la direzione e messa in scena di Claudio
Massimo Paternò, hanno dato il meglio di sé, diciamo che se la sono
battuti alla pari con le altre tre compagnie XS Giovani, introdotte per il
decennale. Una valida scelta degli organizzatori “Compagnia
dell’Eclissi,” Presidente Vincenzo Tota, per
conoscere gli orientamenti e la continuità del Teatro Dilettante, che con
scarsi mezzi e tanta passione riesce ad offrire spettacoli di spessore. La
carrellata, ogni anno, nei dieci anni di Festival Teatro XS, ne è la
dimostrazione. Lode, dunque, alla Compagnia Micro Teatro Marique, che ha dalla
sua un curriculum impegnativo, come si legge dal foglio di sala.
Maria
Serritiello
“LE
DUE COLLINE” È IL NUOVO ROMANZO DI PINA SOZIO, SCRITTRICE E POETESSA
- Maggio 9, 2018
“Le
due colline”, così il titolo dell’ultima fatica letteraria
di Pina Sozio, fervida scrittrice di
prosa e poesia in napoletano ed in lingua. La sua è l’ ottava pubblicazione e
le colline si riferiscono a due colli siciliani, diversi per come appaiono e
differenti per i comportamenti di chi li popola, ma si riferiscono altresì alle
prorompenti mammelle della protagonista, quando consuma il suo primo momento
d’amore con l’innamorato dal quale crede essere riamata. E’ da questo incontro
che prende il via una storia di scoperte e di avvenimenti che interessano, sia
pure per motivi diversi, i due protagonisti e i loro familiari.
Lei,
di nome Ambra, è una brava ragazza
con tanta voglia di crescere bene e nel rispetto di antichi buoni valori,
lui, Leonardo, un giovane cresciuto
nella parte “in” della collina, che porta dietro l’ambiente familiare nel quale
ci sono molti vizi e poche virtù, ma questo lo si saprà in seguito.
La
storia, dunque, principia in Sicilia, in una notte d’incanto, dove il letto è
dato dal fogliame sparso degli alberi. Si erano appena conosciuti, durante una
festa, ma si erano piaciuti subito, il resto lo fece la gioventù. I nomi, Ambra
e Leonardo, se li scambiarono al momento di salutarsi, sopraffatti dal rombo
dei loro motorini, già in fuga verso direzioni opposte. Nel romanzo che Pina
Sozio ha così bene intrecciato, entrano gli anni ’50 per arrivare ai giorni
attuali e con Sandra e Claudio, genitori di Ambra, si ha un feedback di quegli
anni. Tornano, così, le canzoni di Modugno ed altre di quel tempo, il modo di
educare dei genitori, gli orari da rispettare, lo studio innanzi tutto e i
movimenti studenteschi del ‘68. A volte le carte si mescolano e malgrado
fossero entrambi di sani principi, Sandra si ritrovò incinta di Claudio. Alle
prime schermaglie dei familiari, seguirono rabbonimenti fino al matrimonio, che
precedette la nascita di una bella bambina,”Ambra”. Era il 1971. Gli studi,
intanto proseguirono per entrambi, tra mille difficoltà, ma con successo
sicuro, i due ragazzi con la maturità di coppia e il sostenersi a vicenda si
laurearono, ingegneria lui, lingua inglese, lei. Per il lavoro non ci furono
difficoltà, Claudio, nell’impresa di famiglia, Sandra, nella scuola, dopo aver
espletato alcuni concorsi. A questo punto della storia entra in scena la città
di Napoli, i due si erano trasferiti dalla Sicilia nella capitale del Regno
delle due Sicilie e benché non fosse più quel tempo, la città ne portava e ne
porta tutt’ora i segni ovunque. Pina Sozio è
napoletana ed eccola trasferire nel racconto tutta la sua conoscenza e l’amore
per i luoghi che descrive: La casa al Vomero, il
parco della Floridiana, il Castel dell’Ovo, Via Caracciolo, la Villa Comunale,
i bar di Mergellina, il condominio di Piazza del Gesù e in lontananza il
profilo di Capri. L’autrice sente il bisogno di descrivere i posti
della sua amata città e attraverso il racconto di viverli fisicamente. Potenza
della scrittura! La sua vita di un tempo nella città, mescolata alla
narrazione, le fa estrarre piccole guasche multicolori, che rendono vivo lo
scritto, ad esempio il pezzo della “capera”. Prima di arrivare alla novantenne
consigliera e figura tipica di una Napoli di una volta, succederanno varie
cose, la nascita di Anna, la secondogenita della coppia, l’allontanamento di
Claudio dalla moglie, il ritorno di Sandra in Sicilia e l’andata di Ambra a studiare
a Napoli. Qualche notizia in più su Leonardo, dopo l’incipit della narrazione
che aveva riscaldato così bene i sensi di Ambra, va rivelato, senza togliere
suspense al racconto. Il giovane vive nell’agio, nella bella villa sulla
collina, con la madre ad opera del padre, un mafioso di bassa lega che scontava
in cella i suoi anni. Leonardo è abituato a prendere tutto ciò che desidera con
la forza e con essa anche Ambra, rinsavita da quell’amore che da quell’incontro
in poi la perseguita. La ragazza fa di tutto per liberarsi dal sentimento,
ormai, persecutorio di lui, incontra un bravo giovane, Giulio che intende
sposarla e fissano il matrimonio. Lui si presenta in chiesa senza che nessuno
l’abbia invitato cercando di sconvolgere la ragazza, sicuro com’è
dell’attrattiva irresistibile e la pressione che sa esercitare sulla ragazza ma
Ambra, questa volta, sa cosa fare…
Un
racconto “Le due colline” che si fa leggere tutto d’un fiato, sia per
l’intreccio narrativo, sia per lo stile naturale e comprensibile di cui la
scrittrice, ex insegnante porge al lettore con eleganza e sia ancora, per tutti
i riferimenti di storia minima ma che ci descrivono con sana nostalgia il tempo
trascorso del nostro paese.
Pina
Sozio “Le due Colline” Il quaderno edizioni
Copertina
Elena Ostrica “Il sogno” acquerello e penna su carta cm 70x50
Maria
Serritiello
COMUNICATO
I° CONCORSO FOTOGRAFICO DEDICATO AD ANTONIO SERRITIELLO “PROFESSIONE REPORTER”
·
Maggio 10, 2018
Si comunica che la
scadenza prevista il 12 maggio per poter iscriversi al 1° Concorso Fotografico
dedicato ad Antonio
Serritiello “professione reporter”, sarà prorogata al giorno 20 maggio 2018.
Il tema del concorso
è:
"Io sono gli
altri"
- Scrutare la città, i
luoghi, le persone, gli oggetti, come immagini non altro da sé.
- Diventare, ogni
volta e di volta in volta, ciò che si fotografa.
- Essere e
riconoscersi "negli altri” attraverso il medium fotografico.
Sono arrivate tante
foto, belle ed emozionanti; molte di giovani, e questo ci ha molto gratificato.
Antonio
potrà essere contento di
aver contribuito a trasferire
la propria passione a nuove
generazioni.
Maria Serritiello
Per poter partecipare
seguire le indicazioni descritte al seguente link:
https://professionereporter.wixsite.com/concorsofotografico
IL
RINGRAZIAMENTO DEL PRESIDENTE VICENZO TOTA A CONCLUSIONE DEL DECENNALE DEL
FESTIVAL NAZIONALE TEATRO XS CITTÀ DI SALERNO
- Maggio 11, 2018
"Il
teatro resiste come un divino anacronismo" è l'aforisma di
Orson Welles che compare sulla brochure del festival, dice Vicenzo
Tota Presidente della Compagnia dell’Eclissi, che
insieme agli altri componenti da 10 anni organizzano il Festival
Nazionale Teatro XS.
“La
resistenza di quest'anno”, continua, “è stata possibile grazie
-ai 74
abbonati.
-ai
100 spettatori non abbonati ma assidui.
-al
club Salerno del SOROPTIMIST International
d'Italia. Tutti sapete che il club ci affianca fin dalla prima edizione con
convinzione, entusiasmo e larga partecipazione ed è parte
integrante del progetto con l'assegnazione del premio alla migliore interprete
femminile.
-Alla
Fondazione Cassa di Risparmio Salernitana autorevolmente
rappresentata dal Presidente Alfonso Cantarella e
dalla dott.ssa Gabriella Monetta responsabile Gestione e Sviluppo
Progetti
(-alla famiglia
Pecoraro Scanio che, in memoria di Ileana
Petretta Pecoraro Scanio a cui è dedicato
il premio assegnato dalla Giuria dei giovani, sostiene tangibilmente la
manifestazione.)
-ai
sostenitori "dal basso" di quest'anno:
Enrico
Siniscalchi, Mariella Santorufo, Carmine D'Auria e le famiglie Guglielmi e
Reale di Lecce.
-all'Istituto
Superiore statale Genovesi-Da Vinci ed, in
particolare, al Dirigente Scolastico Nicola Annunziata, al
Presidente del Consiglio d'Istituto Eduardo Scotti e
a tutti quegli insegnanti che sono stati vicini all'iniziativa.
-alla
UILT (Unione Italiana Libero Teatro sezione Campania) che
ci supporta e che questa sera è rappresentata dal suo Presidente Orazio
Picella.
-Ringrazio,
poi, il Comune di Salerno, i mezzi di
comunicazione che hanno dato risalto alla manifestazione e in particolare il
quotidiano la Città che ha
pubblicato, di volta in volta, i pareri degli spettatori raccolti da Alfonsina
Caputano.
-Ringrazio
di cuore Dadago, Marisa Paladino e Maria
Serritiello per le loro preziose, puntuali e significative
recensioni pubblicate dai Periodici di Informazione, Spettacolo e
Cultura, Oltrecultura e
Lapilli on line.
-Ringrazio
lo scultore Don Qi che
ha realizzato, con la solita genialità, i premi e tutti i componenti le
Giurie coordinate da Marcello Andria.
-Grazie
al sempre disponibile Maurizio Mansi per
le foto.
-Ringrazio
l'Istituto Alberghiero Roberto Virtuoso e
il suo Dirigente Scolastico Gianfranco Casaburi per
la preparazione del buffet di fine serata.
-Un
ringraziamento particolare ad Enzo D'Arco, autore,
regista, attore e Responsabile della Cooperativa
Culturale "La Cantina delle Arti" di Sala Consilina, nonché
ideatore e Direttore artistico del Festival MonoDrama il
cui vincitore partecipa di diritto al Festival XS, portando in dote anche un
contributo economico.”
Maria
Serritiello
Vince il X Festival
Nazionale di Teatro XS Città di Salerno – Edizione 2018 lo spettacolo
Tango
di Francesca Zanni
regia di Pinuccio Bellone
rappresentato
dalla Compagnia La Corte dei
Folli di Fossano (CN).
-Premio
per la migliore regia Benoit
Roland
per
Il barbiere di
Siviglia
(in guisa dei
Commedianti dell’Arte)
da
Pierre Augustin Caron de Beaumarchais e Cesare Sterbini
rappresentato
dalla Compagnia Teatroimmagine di
Salzano (VE).
-Premio per la migliore
attrice
va a
Giulia Carvelli
nel
ruolo di Carla in
Tango
di
Francesca Zanni
rappresentato
dalla Compagnia La Corte dei Folli di Fossano (CN)
La
Giuria tecnica assegna una menzione speciale per l’intero complesso attorico
degli spettacoli
Il barbiere di
Siviglia
(in guisa dei
Commedianti dell’Arte)
e
Cyrano de
Bergerac… in salsa comica,
portati
in scena rispettivamente dalle Compagnie Teatro Immagine di Venezia e Ronzinante di Merate
-Premio per il migliore
attore a
Emiliano Zatelli
interprete
del ruolo di Cyrano in
Cyrano de
Bergerac… in salsa comica
adattamento di Lorenzo Corengia dell’opera di
Rostand
rappresentato
dalla Compagnia Ronzinante di
Merate (LC)
-Premio per il migliore
attore a
Luca Gatto
interprete
del ruolo di Don Basilio in
Il barbiere di
Siviglia
(in guisa dei
Commedianti dell’Arte)
da
Pierre Augustin Caron de Beaumarchais e Cesare Sterbini
rappresentato
dalla Compagnia Teatroimmagine di
Salzano (VE).
premio U.I.L.T. (Unione
Italiana Libero Teatro)
Messaggi d’amore
Commedia
epistolare
di Massimo Meneghini e
Andrea Castelletti
rappresentato dalla
Compagnia Teatro Impiria di Verona.
Graduatoria Premio del
pubblico
Nell’elencare le
votazioni assegnate dal pubblico del Festival XS agli spettacoli partecipanti,
la Compagnia dell’Eclissi coglie l’occasione per ringraziare tutte le compagnie
selezionate per la fase finale della decima edizione, sottolineando la qualità
delle proposte e l’impegno profuso nel rappresentarle.
6°) Compagnia I Cattivi
di Cuore (Imperia)
Il profumo delle rose
di Chiara Giribaldi – regia di Gino Brusco
7,78
Il profumo delle rose
di Chiara Giribaldi – regia di Gino Brusco
7,78
5°) Compagnia Luca
Morelli (Potenza)
Bravo pour le clown
di Luca Morelli - regia di Luca Morelli
8,07
Bravo pour le clown
di Luca Morelli - regia di Luca Morelli
8,07
4°) Compagnia Ronzinante
(Merate)
Cyrano de Bergerac… in salsa comica
di Lorenzo Corengia da E. Rostand – regia di Ronzinante
8,22
Cyrano de Bergerac… in salsa comica
di Lorenzo Corengia da E. Rostand – regia di Ronzinante
8,22
3° Compagnia Teatro
Impiria (Verona)
Messaggi d’amore. Commedia epistolare
di Massimo Meneghini e Andrea Castelletti - regia di Andrea Castelletti
8,39
Messaggi d’amore. Commedia epistolare
di Massimo Meneghini e Andrea Castelletti - regia di Andrea Castelletti
8,39
2°) Compagnia Teatro
Immagine (Venezia)
Il Barbiere di Siviglia (in guisa dei Commedianti dell’Arte)
Il Barbiere di Siviglia (in guisa dei Commedianti dell’Arte)
di Benoit Roland da P. A.
C. de Beaumarchais e C. Sterbini– regia di Benoit Roland
8,86
8,86
-Si aggiudica il Premio
del pubblico, con il punteggio di 9,34, lo spettacolo
Tango
di Francesca Zanni
di Francesca Zanni
regia di Pinuccio Bellone
rappresentato dalla
Compagnia La Corte dei Folli di Fossano (CN).
-Premio della Giuria dei
Giovani
va allo spettacolo
Tango
di Francesca Zanni
regia di Pinuccio Bellone
rappresentato dalla
Compagnia La Corte dei Folli di Fossano (CN).
I tre premi della Sezione
XS Giovani sono assegnati in base alla media aritmetica dei punteggi ricavati
dalle schede del pubblico. Hanno votato esclusivamente gli abbonati al X
Festival XS.
Con la media di 8,82 il
premio per il migliore interprete maschile/femminile della Sezione XS Giovani
va a
Rossella De Martino
nel ruolo di Ursula nello
spettacolo
Il tè delle tre
tratto da Psycholadies di
Anna Beltrame
rappresentato dalla
Compagnia Live di Mercato San Severino (SA)
Con la media di 8,49 si
aggiudica il premio per la migliore regia
Alessandro Tedesco
per lo spettacolo
Il tè delle tre
tratto da Psycholadies di
Anna Beltrame
rappresentato dalla
Compagnia Live di Mercato San Severino (SA)
Per la Sezione XS Giovani
vince il X Festival Nazionale di Teatro XS Città di Salerno – Edizione 2018 con
la media di 8,59 lo spettacolo
Il tè delle tre
tratto da Psycholadies di
Anna Beltrame
rappresentato dalla
Compagnia Live di Mercato San Severino (SA).
Maria
Serritiello
“LA
COMPAGNIA DELL’ECLISSI” DI SALERNO E LA COMPAGNIA “I CATTIVI DI CUORE”
D’IMPERIA CHIUDONO IL DECENNALE DEL FESTIVAL TEATRO XS CITTÀ DI SALERNO
- Maggio 11, 2018
Ed
anche sul decennale del Festival Teatro XScittà di Salerno si
sono spente, il 6 maggio scorso, le luci del sipario,
il pubblico che fa calore ed esalta lo spettacolo è invitato, alla prossima
edizione, dall’avvolgente timbro sonoro di Concita
De Luca, voce storica del Festival, giornalista ed ufficio
stampa. Com’è di consuetudine la Compagnia dell’Eclissi,
organizzatrice della rassegna di successo e nota in tutt’Italia, dona agli
affezionati spettatori, nella serata delle premiazioni, uno spettacolo. Questa
volta per il decennale, si è associata alla Compagnia
“I cattivi di cuore” d’Imperia e con la Regia
di Gino Brusco, hanno portato in scena “Zone
d’ombra” seconda parte del Trittico
delle Gabbie di Stefano Massini, scrittore,
drammaturgo e saggista italiano, consulente artistico del Piccolo Teatro di
Milano, firma del quotidiano La Repubblica e noto volto televisivo per i suoi
racconti a Piazzapulita su La7. Attori protagonisti: Vincenzo
Tota e Chiara Giribaldi.
Il
testo, teso, vibrante, drammatico e incisivo, ha esaltato le capacità teatrali
degli attori Vincenzo Tota e Chiara Giribaldi,
rispettivamente nelle parti dell’accademico universitario, incriminato per uno
scandalo edilizio a cui è seguito un numero notevole di morti e della figlia
dello stesso, violinista famosa.
Zone
di ombra, ovvero delle gabbie, quelle che la nostra mente va costruendosi,
frequentando zone oscure che misteriosamente e dolorosamente annidandosi, vanno
a costituire quella parte di noi stessi che, spesso nostro malgrado, ci
trascinano verso imperscrutabili, imprevedibili e indesiderabili nostri
obiettivi che organizzeranno insospettatamente destini diversi da quelli
auspicati e che ci rendono sconosciuti agli altri e purtroppo, spesso, anche a
noi stessi. Una violinista affermata elegantemente vestita con ai piedi
ballerine smaltate rosso vivo che fanno pendant con una sciarpa rossa leggera e
una borsa a tracolla, altrettanto accesa di rosso, si trova in un ambiente
asettico, livido, illuminato appena da una ampia fenestratura bluastra dalla quale
si vedrà passare il detenuto, accompagnato dal suo secondino. La ragazza è
venuta ad incontrare, sconvolta, preoccupata e ancora incredula, suo padre,
trattenuto in prigione. La notizia dello scandalo che ha travolto suo padre,
illustre geologo e famoso professore universitario, l’ha letta dai giornali e
ora è là, non tanto per sapere la verità ma per essere certa, come lo è, della
integerrima personalità del padre. Intanto il professore è coinvolto nel grave
scandalo edilizio, assieme agli altri membri di una commissione geologica,
della quale è il presidente, per aver deliberatamente avallato falsamente una
relazione che ha consentito di costruire un fabbricato condominiale in una zona
ad alto rischio di frana e il cui crollo ha causato la morte di molte persone.
Un incontro-scontro tra padre e figlia che non lascia, inizialmente, prevedere
una verità tanto amara per quest’ultima che deve riconoscere quanto lontana
fosse dalla conoscenza profonda del padre, convinta com’è di non dover mai
assistere al crollo di un padre mitico che, invece, irretito dalla distorta
percezione della sua carriera, non ha esitato a falsificare la relazione.
Attraversando momenti altamente drammatici i due s’incontrano e si scontrano
sul limitare di quelle verità che nessuno dei due avrebbe voluto mai ascoltare.
Entrambi vittime di gabbie mentali, tanto simili a buchi neri dell’anima che
tutto macinano e incorporano, per poi espellere, sotto forma di verità
ignorate, reali e tragiche, sono destinati a resettare se stessi ed a provare a
ricostruirsi con obiettivi diversi e più consoni ad una vita prossima ventura.
Il tutto senza un sorriso di accettazione, un abbraccio di complicità, una
carezza di incoraggiamento, un gesto d’amore salvifico. Ognuno sta solo
sull’orizzonte degli eventi aspettando una salvezza che non ci sarà e con la
certezza che il buco nero dell’esistenza a termine divorerà il tutto. Del dopo
non è dato sapere ne’ immaginare altro. La dolcezza della musica di sottofondo
ha mitigato lo sconcerto del momento verità tra padre e figlia. Eccezionali e
perfetti gli attori: Vincenzo Tota, di
cui è noto il virtuosismo recitativo e di Chiara
Giribaldi, per la straordinaria capacità drammatica, che le è
congeniale. Bravo come sempre Gino Brusco, regista di spessore i cui pezzi
portati all’XS ne sono la conferma.
Maria
Serritiello
IL
1° CONCORSO FOTOGRAFICO DEDICATO AD ANTONIO SERRITIELLO “PROFESSIONE REPORTER”
HA IL SUO “PATRON”
Maggio
15, 2018
Sento
il bisogno di ringraziare pubblicamente l’Ing.re Umberto Italiano, proprietario Dell’Hotel Elma di
Casamicciola, per l’adesione spontanea, oltre che affettuosa,
nell’ offrire un week end
all’interno della sua struttura, per il primo classificato del 1° Concorso Fotografico dedicato ad Antonio
Serritiello Professione Reporter. Grazie per la naturale
sensibilità mostrata, tra i partecipanti ci sono molti giovani, che vanno
incentivati, se hanno una passione che li sostiene, ma anche per i diversamente
giovani è una bella occasione trascorrere un week end tra cielo e mare e cucina saporita, originale e ben
presentata.
L'Hotel Elma di
Casamicciola,
l'alto complesso, per essere posto su di un’altura a dominare, è un 4
stelle che prende il nome dalle iniziali dei due genitori, Elena e Mario,
dell'ingegnere Umberto Italiano,
che ne è il proprietario. Alto, smilzo, una figura gentile e discreta che si
vede poco ma che si sente tanto per com'è perfetto il funzionamento del suo
albergo, per non dire del verde, un’oasi riposante, che circonda il complesso,
un giardino fiorito e rigoglioso, tutto l’anno. Una vera e propria stazione
termale, l'Hotel Elma, che non manca di piscina ad acqua calda, bagno
turco, idromassaggio, unito a fitness, palestra, massaggi, cure per la pelle e
navetta per trasportare gli ospiti che vogliono avvalersi del mare a non meno
di 400 metri e usufruire di servizi di bellezza e di fanghi con personale
competente.
E'
il 1973, quando l'Elma apre i battenti, il giovane Umberto, appassionato
del complesso ne fece una sua creatura, con clientela scelta per
trascorrere, al suo interno, giornate in pieno relax, trovando tutto ciò di cui
fare piacevole il soggiorno, perfino animazione ai bordi della piscina, la
sera. L'Hotel vanta, nelle sue serate musicali, tra le altre, Tullio De
Piscopo, l'intramontabile Peppino Di Capri ed il grande Roberto Murolo che
molti ospiti ancora ricordano con velata nostalgia. Eh sì che l'ingegnere
Umberto ha una buona tradizione musicale in famiglia, lui, infatti è il nipote
diretto di Edoardo Nicolardi,
notissimo compositore di tante melodie napoletane, tra le quali le più
famose "Voce e notte “e “Tammoriata nera". Di “Voce
e notte” è lo stesso nipote a raccontare com'è stata composta e perché, dicendo
che suo nonno era innamoratissimo di Anna la fanciulla che ascolterà la sua
serenata dietro i vetri, perché andata in sposa ad un uomo benestante ma molto
più anziano di lei. "Nun ghi
vicine e lastre pe fa a spia...", un tempo usava così,
soffocare i sentimenti spontanei di giovani amanti per sacrificarli per una
vita intera, ma questa volta il poeta innamorato fu aiutato dalla sorte, che
rapì il marito di lei abbastanza presto, per lasciarla giovane, libera e
facoltosa.
La
storia ha un lieto fine, i due innamorati senza più impedimenti vivranno il
loro amore liberamente. Forse è per questo che la sana piacevolezza dei due
innamorati di un tempo, ancora aleggia nella struttura, sì che accanto ad
ospiti dai capelli bianchi, si affiancano con naturalezza coppie di giovani,
per vivere la magia della struttura e la grande bellezza dell’alto terrazzo sul
mare.
Maria
Serritiello
MUSEO
CITTÀ CREATIVA DI OGLIARA(SA) PRESENTAZIONE DEL LIBRO “LA PRESENZA E LA
PRODUZIONE DEI MAESTRI OLANDESI A VIETRI SUL MARE ”E MOSTRA DI CERAMICA “IL
MONDO INCANTATO DI ELIZABETH LAMING”
- Maggio 30, 2018
Al Museo Città Creativa di
Ogliara, un vero gioiello, per l’attività che svolge nella zona collinare di
Salerno, direttrice la dott.ssa Gabriella Taddeo, nei giorni scorsi,
precisamente, venerdì 18 maggio, un interessante incontro, sia per la presentazione del libro “La presenza e la
produzione dei maestri olandesi a Vietri sul Mare” di Claudia
Bonasi e Antonio Dura, prefazione di Giorgio Napolitano, nella collana Storie
di ceramica (ed. Puracultura), sia per la mostra di
ceramica “Il mondo incantato di Elizabeth Laming”, una prima assoluta,
nella quale sono state esposte numerose produzioni di Elizabeth Laming, appartenenti
alla collezione privata della famiglia Pinto.
“Storie di ceramica” è l’interessante
volume di ricerca, al quale seguiranno altri, così come ha rivelato durante la
presentazione, Claudia Bonasi, una dei due autori, all’Assessore all’Urbanistica Arch.
Mimmo De Maio, per il saluto istituzionale ed al pubblico numeroso. I due autori, Claudia Bonasi ed Antonio Dura, nel volume rivendicano
l’importanza della presenza degli artisti olandesi, per la crescita della
ceramica vietrese, come pochi autori di ceramica hanno affermato, se non Matilde Romito ed Enzo
Biffi Gentile. Negli anni ’20, una colonia di stranieri mitteleuropei si sono fermati a
lavorare, nell’impareggiabile costiera, intrecciando la loro esperienza con
quella locale, per dare risultati strabilianti. Nella narrazione della ceramica
si è dato sempre più spazio alla produzione tedesca, invece, da ricerca
compiuta su documenti, opere e testimonianze, presso le famiglie Brugman, Pinto
e Bente, sia nelle botteghe e fabbriche, dove Frans Brugman, Josephine
Elizabeth Laming e Rudolf Bente hanno lavorato, sono emerse molte notizie
interessanti sulla loro vita e l’attività artistica. Il metodo di ricerca dei
due giornalisti-autori ha messo in luce l’operosità di altri artisti olandesi,
operanti a Vietri sul Mare, come Sophia van der Does de Villebois e suo
marito Adriaan van Stolk, Maurits Cornelis Escher, che pure nella
cittadina costiera è stato più volte, e Lena Hagstotz, fino ad arrivare
in Grecia, a Rodi, dove la van Stolk si recò per lavorare con Luigi De Lerma che lì aveva
fondato la fabbrica I.C.A.R.O. di cui nel libro si riportano notizie e decori
originali. Nel volume, poi, si racconta la storia umana e professionale
di Elizabeth Laming, di lei è la mostra eccezionale di processioni, sirene,
vendemmie, animali, teatrini, esposta nel Museo Città Creativa di Ogliara.
Maria Serritiello
“ATTESA.
FRAMMENTI DI PENSIERO”, A CURA DI BRUNELLA CAPUTO ALLA LIBRERIA FELTRINELLI DI
SALERNO
Giugno
1, 2018
Attesa. Frammenti di
pensiero”, a cura di Brunella Caputo è giunta,
il giorno 30 maggio, alla Libreria
Feltrinelli di Salerno, dopo essere stata presentata alla Fiera Internazionale del libro di Torino,
dal 10 al 14 maggio con presentazione
ufficiale e Redding la domenica13
ore 18,30 ed al sottopalco del teatro Bellini di Napoli. Continuerà il suo viaggio, un po’ come
la copertina del libro suggerisce, una stazione dimenticata, spopolata e dove
il tempo è attesa, il giorno 12
giugno a Roma ed il 14
dello stesso mese, a Cava dei Tirreni. Naturalmente ci saranno altre
date e luoghi da stabilire.
L’Attesa,
dedicata a Samuel Becchett (Aspettando Godot) ed a tutte le attese possibili, è
la stramba idea, come ama definirla Brunella Caputo, attrice, scrittrice e regista e curatrice di
32 frammenti di pensiero di altrettanti scrittori, poeti ed attori, divisa in 4
quadri: Tempo, Verità, Viaggio,
Arrivo, più la colonna sonora di Electric Ethno Jazz Trio, ad introdurre ogni sezione. Un valido
testo già bello e pronto per una performance teatrale, che l’autrice ha
annunciato, per il prossimo autunno presso il Teatro del Giullare di Salerno.
“…Secondo
una mia strana visione del tempo, l’attesa nasce nella mente, scopre una delle
possibili verità, corre un viaggio immaginario, arriva in un luogo spesso non
conosciuto…” dice Brunella ad inizio libro ed il luogo sconosciuto dal
quale ha tratto l’ispirazione esiste per davvero, ed è Cunha in Brasile e dove
lei, con suo marito Davide, vive in alcuni periodi dell’anno. Immaginiamo,
così, una distesa immensa di lavanda, tanto estesa da perdere di vista
l’orizzonte, silenzio assoluto, uccelli di una specie sconosciuta planare, dopo
circoli di volo sulla lavanda, due puntini in lontananza, silenziosi ed a capo
coperto da enormi cappelli di paglia, uomini che raccolgono l’erba profumata.
Il posto si trasforma e diventa incantato, la mente ed il corpo accumulano
immagini, emozioni, sensazioni, profumi e l’incatena là senza altra parola fino
al tramonto “Questo ci ha fatto passare il tempo/Ma sarebbe passato in
ogni caso/ Si, ma non così rapidamente. (S.B)
Nella
4 di copertina, di colore rosso fragola, sono riportati a titolo amicale,
pensieri personali sull’attesa di Maurizio
de Giovanni, Diego De Silva e Francesco Silvestri. Il libro è stato
edito dalla casa editrice napoletana Homo Scrivens, direttore della collana: Aldo Putignano, editing Giovanna
Rossi, copertina Ugo Ciaccio.
Homo Scrivens (citazione dalla rete) è la prima compagnia italiana di scrittura.
Nata a Napoli nel 2002, ha collaborato con numerosi editori di ogni parte
d’Italia, e ha portato alla pubblicazione circa quattrocento autori, molti dei
quali esordienti. Da quest’esperienza è nata nel 2012 la casa
editrice Homo Scrivens, al
fine di continuare questo impegno in forma autonoma, e condurre testi e autori
all’attenzione diretta del pubblico.
Siamo scrittori, scrittori che hanno deciso di trasformarsi in editori, per permettere a tanti come noi un approdo sereno, per creare un luogo d’incontro accessibile a tutti coloro che sono animati dalla nostra stessa passione e hanno la voglia e la testa per coltivarla, senza il rischio di annegare nel fango dell’editoria a pagamento.
Siamo scrittori, scrittori che hanno deciso di trasformarsi in editori, per permettere a tanti come noi un approdo sereno, per creare un luogo d’incontro accessibile a tutti coloro che sono animati dalla nostra stessa passione e hanno la voglia e la testa per coltivarla, senza il rischio di annegare nel fango dell’editoria a pagamento.
Testi
di: Vincenza Alfano, Vera Arabino,
Andrea Bloise, Tina Cacciaglia, Mariagiovanna Capone, Brunella Caputo, Piera
Carlomagno, Paquito Catanzaro, Vincenza Davino, Luca Delgado, Teresa Di Florio,
Maria Concetta Dragonetto, Emilia Ferrara, Gabriella Ferrari Bravo, Ilaria
Giudice, Francesca lancetti,Paola Laudadio, Maria Sole Limodio, Fabio Rocco
Oliva, Laura Pace, Rocco Papa, Alessandra Pepino, Sabrina Prisco, Pier Luigi
Razzano, Maria Rosaria Selo, Maria Serritiello, Massimo Smeriglio, Alfonso
Tramontano Guerritore, Luana Troncanetti, Rosaria Vaccaro, Serena Venditto, Letizia
Vicidomini.
La
partecipazione della schiera di autori al progetto di scrittura è stata
divertente e piacevole e nei Reading nelle varie città, basta la metà dei 32,
per avere l’impressione di trovarsi di fronte ad una classe scolastica a fine
anno, con tanta voglia di divertirsi ed essere contenti.
“Siamo
contenti. E Che facciamo ora che siamo contenti? Aspettiamo Godot”
Maria
Serritiello
PER
I 72 ANNI DELLA REPUBBLICA ITALIANA MANIFESTAZIONE AD OGLIARA
- Giugno 2, 2018
a Pro
loco di Ogliara (SA), Presidente Luigi Cuoco,
molto attiva e presente sul territorio con varie iniziative, che valorizzano il
luogo di per sé già bello, un balcone affacciato su Salerno, il 1° giugno, con
un giorno di anticipo, per assicurarsi la presenza degli alunni delle elementari
e medie, ha festeggiato i natali della Repubblica. 72 anni fa, infatti, nasceva
in questo giorno, nell’anno 1946, la Repubblica, in seguito al referendum
istituzionale con cui gli italiani scelsero di passare dalla monarchia alla
repubblica dopo il regno dei Savoia, la parentesi del fascismo e la Seconda
guerra mondiale.
La
bella e spaziosa piazza di Ogliara, ombreggiata dalla “Teglia”, così chiamato
il tiglio secolare, addobbata da una quantità di bandierine tricolori, è
diventata il degno scenario per la celebrazione. Da qualche anno nel sotto
piazza troneggia una stele commemorativa di marmo dedicata ai combattenti di
tutte le guerre, con accanto la significativa silhouette in ferro di un
soldato, che le fa da sentinella, dell’artista Vito
Egidio Ungaro. Là si sono raccolti per la cerimonia commemorativa e
scoprire la targa, posta accanto alla stele, dell’Auc
di complemento nel corpo dei Bersaglieri “Antonio Serritiello” scomparso
prematuramente lo scorso anno. Gli amici della Pro Loco, ma in genere, tutta la
comunità di Ogliara e Rufoli ne hanno avvertito la mancanza collaborativa per
l’attuazione della cittadinanza attiva, cui la Pro loco si dedica con impegno
costante e il suo modo di essere amico di tutti. Un gesto di vera amicizia e
nobile gesto di cuore che la famiglia ringrazia grata.
Alle
11,00 con il sotto piazza invaso dalle scolaresche e sventolio di bandierine
tricolori, fatte dalle loro stesse mani, con carta, pennarelli e cannuccia, ha
fatto l’ingresso la fanfara dei bersaglieri della sezione magg. Marcello
Garzia di Cava de' Tirreni. L’Inno d’Italia suonato
dalla fanfara ha accompagnato il coro delle scolaresche, le note si sono sparse
per tutta la piazza coinvolgendo tutti, perfino il reduce dell’ultima guerra
mondiale Luigi Pastore, 102 anni, con
le poche forze consentitegli si è alzato in piedi portandosi la mano al cuore.
Un bell’esempio da seguire, per i giovani presenti, di attaccamento al suolo
natio, un sentimento innato in noi, vecchia guardia, un po’ meno per i giovani
d’oggi. Presente alla manifestazione, Raffaele Aulisio anni
92 ex Carabiniere nel primissimo dopoguerra, anche per lui una
bella età che non mostra affatto, in piedi per tutta la durata della
manifestazione. Di seguito hanno parlato il parroco Don
Pietro Rescigno, la direttrice del 5° Circolo dott.ssa Ida Lenza e l'assessore
all'urbanistica e mobilità Comune di Salerno Mimmo De Maio che
ha portato i saluti del Comune di Salerno,
nella figura del Sindaco Vincenzo Napoli. L’assessore,
nel suo discorso, ha posto l’accento sull’ esempio che si trasmette ai giovani
con tali manifestazioni, sono le future generazioni, dice, a godere di una
Repubblica democratica unita ed accogliente. Alla stele è stata deposta una
corona dai M. Lo Capo Gianluca D'Amico e Caporal Maggiore Capo
Scelto Giuseppe Nastri del 4° Reggimento Carri di Serre-Persano. Finita
la cerimonia ufficiale, la fanfara dei bersaglieri ha sparso note nella piazza
grande, per la gioia dei presenti accorsi numerosi come ogni anno. Un grazie
sentito alla Pro Loco ed al suo Presidente
Luigi Cuoco, per la perfetta riuscita dell’evento.
Maria
Serritiello
OGLIARA
IN FIORE. L’INFIORATA DI SALERNO DEL 2 E 3 GIUGNO 2018
OGLIARA
IN FIORE. L’INFIORATA DI SALERNO DEL 2 E 3 GIUGNO 2018
- Giugno 2, 2018
Ogliara, l’area più panoramica
delle zone collinari di Salerno, per due giorni sarà il giardino della città.
Quest’anno ricorre la 9° Edizione dell’Infiorata2018, in occasione della
solennità del Corpus Domini. L’ evento si avvale del Patrocinio del Comune
di Salerno, della Regione Campania, del Consiglio regionale della Campania,
della Provincia di Salerno, dell’InfiorItalia e del logo griffato Vignelli. Già dal venerdì 1°
giugno si è iniziato a togliere i petali dalle corolle, un lavoro, sia pur
faticoso, ma coinvolgente per i giovani e non del Campanile di Ogliara e per il gruppo della
parrocchia di Santa Maria e San Nicola in Ogliara. I luoghi dello
spetalo sono stati invasi dai profumi più intensi e dai colori più svariati,
un’immensità di fiori che dovranno disegnare lungo il percorso assegnato i
Miracoli Eucaristici, così divisi: Disegno iniziale, Miracolo Eucaristico di
Trani-Italia XI secolo, Miracolo Eucaristico di Scala (SA)-Italia 1732,
Miracolo Eucaristico di Rimini-Italia 1227, Miracolo Eucaristico di Meerssen-Paesi
Bassi1222-1465, Miracolo Eucaristico di Bolsena-Italia1264,Tappeto sul quale
passerà il sacramento, Miracolo Eucaristico di Boxmeer –Paesi Bassi 1400,
Miracolo Eucaristico di Veroli-Italia 1570. Oltre i miracoli saranno disegnati
anche il logo Associazione Infioritalia ed il logo dell’evento. La sera del 2
giugno, alle 20,30, ha inizio il lavoro di composizione che durerà fino alle
luci dell’alba. Il gruppo bene affiatato, in nove anni ha fatto progressi,
bravo ad infiorare, nel 2013, anche Piazza San Pietro a Roma, per cui è entrato
di diritto a far parte delle migliori infiorate d’Italia. Bene così e sempre
meglio, Ogliara in fiore, per due giorni, si ammanta di bellezza della natura e
della bravura di chi le dà risalto.
Maria
Serritiello
I
1°L CONCORSO FOTOGRAFICO, PROFESSIONE REPORTER DI ANTONIO SERRITIELLO SI PREMIA
DOMENICA 17 GIUGNO AL MUSEO CITTÀ CREATIVA DI OGLIARA (SA)
- Giugno 12, 2018
Antonio
Serritiello, a cui è dedicato il concorso, scrutava la città, i
luoghi, le persone, gli oggetti, come immagini non altro da sé. Diventava, ogni
volta e di volta in volta, ciò che fotografava. Lo scorso anno per ricordarlo,
si è tenuto un Memoriale con la mostra dei
suoi scatti al Museo Città Creativa di
Ogliara, diretto dalla Dott.ssa Gabriella Taddeo, curata
dal Maestro Armando Cerzosimo e
dall’associazione Up Art, nella figura di Vito Egidio Ungaro. La
sorella Maria, per mantenere vivo il suo ricordo, ha istituito il Concorso
Fotografico Professione Reporter di
Antonio Serritiello, da tenersi ogni anno e che domenica
17 giugno, premierà i migliori scatti selezionati dalla
giuria: Prof.ssa Laura Bruno, Prof.ssa Anna D’Acunto, Armando
Cerzosimo, fotografo artista, tra le cento foto
giunte.
LE
“DODICI NERE”, DELL’ARTISTA DELLA FOTOGRAFIA ARMANDO CERZOSIMO IN MOSTRA AL
MUSEO ARCHEOLOGICO PROVINCIALE DI SALERNO
- Giugno 12, 2018
Le “Dodici
Nere”, dell’artista della fotografia Armando
Cerzosimo, ovvero i dodici scatti appassionati, dedicati alla
città di Salerno, rigorosamente in bianco e nero, in un abbraccio viscerale
esteso ai luoghi che l’hanno visto crescere sul piano fisico, psicologico,
emozionale e mentale, nel tentativo di rimandare ai possibili fruitori, l’ idea
ancestrale che si è andata stratificando, in tutto il suo corpo, di luoghi, di
scorci, di aspettative, di suoi slanci che la sua esistenza, andava elaborando
a vivere ed a lavorare nella sua Salerno, non per nascita, ma per scelta. E
così ha tirato fuori dall’ armadio i suoi vestiti più belli e più romantici e
ne ha adornato la città. Operazione perfettamente riuscita quella di
costringere lo spettatore a confrontarsi con le memorie dei tempi andati, a
reinventare se stesso nei recessi delle proprie fantasie infantili e ritrovarsi
nelle acque del suo mare, a ripercorrere strade e luoghi entrati ormai nel
collettivo immaginario di tutti i salernitani, a respirare atmosfere saporose e
gradite di altri tempi. Le dodici fotografie, pur nell’impeccabile sontuosità
del bianco e nero, talvolta melanconico, altre volte imponente e talaltro
assordante nei suoi silenziosi assenti, ma viventi, sempre luminoso e sostenuto
da larghe aspettative di chiarezza a venire, di luce, i dodici scatti ci
consegnano, affidata ai ricordi di ciascuno, una Salerno viva colorata,
pulsante, dinamica; quella del giorno dopo, quella del suo indicibile mare, dei
suoi vicoli vocianti, delle colline e campagne circostanti, quella che incontri
uscendo dal Museo Archeologico Provinciale,
dov’è stata allestita la mostra, una location significativa, sono altrettante
teste di Apollo, le dodici nere di
Armando Cerzosimo, un’esposizione incontaminata di altrettanti abbracci
consumati dall’ artista. E parlo di artista per la sua visceralità frenata, per
l’insoddisfazione continua del singolare che lo tenta e lo spinge a buttare lo
scatto oltre l’apparenza, per la capacità tecnica di cavare la luce più
abbagliante dalle cose, i binari, dallo spazio, dai ricordi, dai rimandi
logico-emozionali, per la ricerca costante del limite, per il fulmineo uscire
ed entrare nel suo cuore e nella sua mente prima, poi in quelli degli altri.
Artista completo, minuzioso che a volte sembra, timido e pensoso ma e quando si
mostra così, è già pronto a rielaborare un prossimo evento. Gli piacerebbe
intrattenersi a parlare, a dire di sé in continua ricerca, ma “ruit hora” per
cui ci offre brevi spaccati dei suoi pensieri, ma tanto significativi, vivi e
lucidi. Il cuore emozionale di Armando è là, nei suoi scatti, che più belli non
potevano essere, se gli oggetti in posa, intercettati dal suo occhio attento,
non rientrano in immagini olografiche e di maniera. Si lascia il museo
accompagnati dalle parole di Marcello Napoli,
giornalista puntuale e sapiente nelle sue analisi e da quelle colte e
competenti del Sindaco di Salerno Arch. Vincenzo Napoli. Un
sentito grazie ad Armando Cerzosimo per avermi fatto rivivere la Salerno in
bianco e nero della mia infanzia (ndr). Alla prossima, Armando, nessun exploit
ti è precluso!
Maria
Serritiello
AL
MUSEO CITTÀ CREATIVA DI OGLIARA “MEDITERRANEO” DICIASSETTE ARTISTI IN MOSTRA
- Giugno 13, 2018
Instancabile quanto
silenziosa, costante punto di riferimento, accogliente e sempre beneaugurante,
prosegue l’attività del Museo Città Creativa di Ogliara, diretto dalla
tenace direttrice dott.ssa Gabriella Taddeo. Sabato 9 giugno scorso, alle ore
18,00, il Museo per l’occasione, sfoggia il vestito della festa, per ospitare e
magnificare, se pure ce ne fosse bisogno, il successo di “Mediterraneo”, una
collettiva di artisti, 17 di numero, provenienti da tutta Italia e che ha
debuttato a Roma qualche settimana fa e che porterà ancora in giro, dopo il 16
giugno, le belle opere di pittura, scultura e ceramica. Curatrice della
mostra: Prof.ssa Antonella Nigro, docente e critico d’arte. Le opere esposte
hanno un denominatore comune e cioè il Mediterraneo, con la sua storia,
la simbologia, i miti e la contemporaneità. Preziosi ed originali i tre pezzi
in ceramica di Lucio De Simone impigliati in una rete da pesca, che ne amplificano
l’appartenenza al mare, ma tutti sono degni di gran lode. A fare da sfondo alla
mostra di per sé preziosa, gli interessanti “nodi” di Alfredo Raiola, mostra precedente in
esposizione fino al 3 luglio, nelle loro linee sinuose e pulite così come
particolari ed evocative per forma e colori alle strutture appuntite e
geometriche di Achille Perilli, il novantaduenne pittore romano. Gli artisti in mostra, sono stati
analizzati con grande competenza e benevola pignoleria, dalla curatrice
Prof.ssa Antonella Nigro, mentre le immagini delle opere scorrevano in un video
realizzato, oltre all’elegante catalogo in cui sono state documentate le opere,
con testi tradotti anche in inglese, per comprenderne l’importanza
internazionale di tutto il lavoro. Nelle pagine introduttive, il catalogo si
avvale d’interventi dei professori dell’Università degli Studi di Salerno,
Ferdinando la Greca, docente di Storia Romana, Giuseppe Foscari, docente di
Storia Moderna e Storia dell’Europa e Francesco Fresolone, studioso di storia
contemporanea, nonché direttore scientifico del MOA “Museum of Operation Avalanche”.
Tutti gli artisti
meritano citazione ed analisi approfondite, indicative di artisti con la A
maiuscola, a cui si associano valentia grafica ed una sicura padronanza delle
leggi cromatiche. Interessante e decisamente fuori da vecchi schemi, l’installazione
di Nera D’Auto, che presenta la sua seconda o terza pelle, sotto forma
di capi di abbigliamento, portatori di altrettanti messaggi provocatori, quanto
esclusivi. Eccezionale il lavoro di raccordo e rilancio messo in essere dalla
direzione del Museo, nella figura della dott.ssa Gabriella Taddeo, per la buona
riuscita dell’evento che rimane ed offre continue opportunità di incontri e
scambi culturali tra persone appassionate e motivate a compiere fino in fondo
il percorso della propria conoscenza e della consapevole accettazione. Sentiti
e beneauguranti per tutti i saluti istituzionali della Vice Sindaco, la
Prof.ssa Eva Avossa, sempre presente con la sua grazia, in special modo dove si pratica
cultura.
Gli Artisti: Giuseppe
Acone, Michele Angelillo, Antonio Balbi, Gianni Balzanella, Eter Baratta, Emma
Belmonte, Cinzia Bisogno, Bra, Calogero Buttà, Rocco Cardinali, Ross
Carpentieri, Giovanni Coscarelli, Giancarlo D’Angelo, Nera D’Auto, Giuseppe De
Luccia, Paolo De Santi, Antonio Feola, Cono Giardullo, Flavia Grattacaso, Maria
La Mura, Pino Lauria, Eleonora Lo Conte, Ida Mainenti, Gennaro Ricco, Maria
Rosaria Spano, Elia Tamigi, Luca Vallone.
Maria Serritiello
1°
CONCORSO FOTOGRAFICO “PROFESSIONE REPORTER”, DEDICATO AD ANTONIO SERRITIELLO,
DOMENICA 17 GIUGNO AL MUSEO CITTÀ CREATIVA DI OGLIARA
- Giugno 21, 2018
100 scatti per fermare
immagini rispondenti al tema assegnato “Io sono gli altri”, sono, arrivati per
il 1° Concorso Fotografico “Professione Reporter”, dedicato ad Antonio
Serritiello. Una serata quella del 17 giugno, presso il Museo Città Creativa di
Ogliara, direttrice dott.ssa Gabriella Taddeo, annunciata lo scorso anno,
quando, all’interno del Memoriale e delle belle foto in mostra di Antonio
Serritiello, fu lanciato l’idea del concorso per ricordarlo, quale
testimonianza di affetto dei familiari e degli amici di Antonio Serritiello. La
partecipazione è stata nutrita, con una notevole prevalenza di giovani, che si
sono messi in gioco con semplicità e naturalezza, accogliendo il primo
concorso, con entusiasmo. 100 foto giunte non sono poche, per essere l’inizio,
intanto, è stata anche l ’occasione di vivere una serata all’insegna della
serena amicizia, come avrebbe desiderato, Antonio. Soleva circondarsi, infatti,
di compagni, con cui ha speso in parte la sua vita, un sentimento limpido,
cavalleresco, guascone e goliardico.
Antonio Serritiello, scrutava la città, i
luoghi, le persone, gli oggetti, come immagini non altro da sé. Diventava, ogni
volta e di volta in volta, ciò che fotografava, gli scatti pervenuti hanno
mantenuto questa logica, per cui la Giuria composta dalle Prof.ssa Laura Bruno,
Prof.ssa Anna D’Acunto e da Armando Cerzosimo, fotografo
artista, presidente così si sono espressi:
Il Primo Premio della
Prima Edizione del Concorso Fotografico “Professione Reporter” dedicato ad
Antonio Serritiello va alla foto “Amore è Amore” di Fabiola Marongiu
“Amore è Amore” di
Fabiola Marongiu è uno scatto che risponde perfettamente alla tematica del concorso e
cioè porsi come altro da sé. Le due mani femminili strette al centro della
foto, ma non invasive, da sole vanno oltre ogni possibile barriera.
Vince il Secondo
Premio della Prima Edizione del Concorso Fotografico “Professione Reporter”
dedicato ad Antonio Serritiello, Dario Salzano, con la foto “Noi siamo gli
altri” inoltre, allo stesso si assegna il Premio Social per essersi
aggiudicato, con la sua foto, ben 281 like.
“Noi siamo gli altri”
di Dario Salzano è uno scatto drammatico, intenso, reso ancor più
tragico dal bianco e nero. Una trinità laica, composta dalla soccorritrice
sconvolta ad uno sbarco, uno dei tanti nel nostro porto, che stringe a sé un
piccolo, poco più di un neonato, che ha attraversato immune ed ignaro il mar
Mediterraneo, con la sola madre accanto, una giovane donna a capo coperto. La
quarta figura che s’intravede in secondo piano, è un soldato e vigila.
“Quanti caffè e quanto
in ogni caffè” di Matilde De Vita, vince il Terzo Premio
della Prima Edizione del Concorso Fotografico “Professione Reporter” dedicato
ad Antonio Serritiello
“Quanti caffè e quanto
in ogni caffè” di Matilde De Vita è uno scatto ben concepito per
l’assemblaggio dell’oggetto con tutto il resto. La tazza in primo piano,
potrebbe essere contenitiva di ogni cosa, oltre al caffè. Il tavolo liscio, dà
il senso dell’ordine, l’ombra rende la tazza in due. E’ il crepuscolo, l’ora
dei ripensamenti della giornata, il mare all’orizzonte viene diviso dalla
balaustra ferrosa. Par di ascoltare il silenzio di questa stanza vuota.
“Sirene” di Salvatore
De Simone vince ad ex equo il Premio Speciale della Critica della Prima Edizione del Concorso
Fotografico “Professione Reporter” dedicato ad Antonio Serritiello.
“Sirene” di Salvatore
De Simone è uno scatto composto da tre anziane signore, sedute alla men peggio su
nere cassette di plastica, quelle usate per frutta e verdura. Due di esse
indossano camici a fiori su fondo nero, per casa, la terza, osando, è fasciata
da un costume ad un pezzo. Tutte e tre danno la schiena all’obiettivo, mentre
guardano il mare che rimanda loro, ricordi, spezzoni di vita, ed altre
bellezze, le loro. Il titolo non è provocatorio, ma appropriato per donne che
sono sirene non per avvenenza, data l’età avanzata, ma per il tanto rispetto
che emanano
“Love Eternally” di
Marlene Cracas vince ad ex equo il Premio Speciale della Critica della Prima Edizione del Concorso
Fotografico “Professione Reporter” dedicato ad Antonio Serritiello.
“Love Eternally” di
Marlene Cracas è uno scatto immediato che comunica l’inesistenza delle razze, ovvero la vita
che si aggrappa alla vita, senza infingimenti, con naturale e viscerale legame
sentimentale. Due i soggetti, padre e figlia, con caratteri orientali,
camminano lungo una strana via, al lato di un binario. Sullo sfondo, sfocato,
un colorato mercato. La bimba si aggrappa al padre e lui sostiene il suo passo
incerto, guidandola dietro la nuca, con un braccio virile, muscoloso. L’amore,
quello più vero, è il protagonista della foto.
Per la realizzazione
della serata vanno espressi sentiti ringraziamenti a Vito Egidio Ungaro, Presidente di Spazio
UpArt, un fratello più che amico, unico e sollecito nel suo fare, a Lucio De Simone, artista della
ceramica, per le bellissime mattonelle realizzate in favore dei i primi tre
vincitori. Si ringrazia lo Sponsor l’ingegnere Umberto Italiano, proprietario
dell’Hotel Elma di Casamicciola Terme per aver donato alla Prima
classificata un soggiorno di 4 giorni nella sua struttura, usufruendo di tutti i servizi
dell’Hotel. Si ringrazia la dott.ssa Gabriella Taddeo, per l’ospitalità
nel Museo Città Creativa, uno scrigno di bellezze e di operatività
che rende visibile Ogliara, alla città di Salerno e
Salerno in campo nazionale ed internazionale e grazie ancora per aver permesso di
lasciare in mostra le 18 fotografie selezionate tra le cento
giunte. Si ringrazia la giuria per l’arduo compito di scelta nelle persone
delle Prof.sse Laura Bruno ed Anna D’Acunto, coadiuvate dal Presidente della commissione il Maestro Armando
Cerzosimo. Si ringrazia, il dott. Ferdinando Bianco per aver donato la sua
opera pittorica ai selezionati per il Premio della Critica. Con tutta
l’affettuosità possibile, si ringrazia la Vice Sindaco di Salerno, Prof.ssa
Eva Avossa, in rappresentanza delle istituzioni del Comune e del Sindaco di
Salerno, Vincenzo Napoli. Un sentito grazie va alla Pro Loco di
Ogliara, nella figura del Presidente Luigi Cuoco, sempre vicina alla famiglia Serritiello,
anche in modo tangibile, basta andare nel sottopiazza di Ogliara per trovare una targa
a Lui dedicata. Un grazie solo non basta per il carissimo amico Armando
Cerzosimo che ha sposato con entusiasmo il progetto, già dallo scorso anno e
dedicandogli tanto del suo tempo. Le foto esposte in bella forma sono state
sviluppate da Pietro il primogenito della dinasty, ed impaginate altrimenti
da Lazzaro, il collaboratore silenzioso del laboratorio Si sente parimenti il bisogno
di ringraziare l’intera famiglia Cerzosimo: Pietro, Nicola,
Luca, Vittoria e la dolcissima Rosaria Cocco, presenti tutti per un ordine
affettivo di scuderia che Armando Cerzosimo, da buon patriarca,
sente il bisogno di aver vicina la sua famiglia, nei momenti in cui si dedica a
progetti di cuore e questo lo è, grazie Armando. E sì, è un elenco in
sequenza di grazie, ma bisogna riconoscere il lavoro di tutti, Francesco
Paletta, ad esempio, per il reportage ricordo della serata. Senza questa bella
cordata di amicizia poco o nulla si sarebbe potuto fare ed invece la buona
riuscita della prima edizione ha invogliato tutti a sostenere ed a far crescere
il Concorso nel ricordo diAntonio. All’Edizione 2019.
Maria Serritiello
LA
V° EDIZIONE DI TRAMONTI IN ARMONIA CAMBIA SITO SUO MALGRADO
- Giugno 27, 2018
Non sempre cambiare
“location” è un danno, così la V° Edizione di Tramonti in Armonia ha cambiato sito, per
la poca lungimiranza di chi è preposto, e si è trasferita a Laisla Bonita, struttura
polivalente, che da 15 anni è uno dei principali centri turistici della Marina di Pontecagnano
Costa sud di Salerno. Diretto egregiamente da Arturo Giglio, i servizi che offre
sono di tutta eccellenza, come una splendida piscina con sauna, idromassaggio e
area relax, animazione per adulti e bambini, ristorante, pizzeria ed eventi e
serate a tema, oltre ad un’ampia spiaggia attrezzata con ombrelloni e lettini.
Tramonti in Armonia è un evento di
nicchia che pochi conoscono, eppure ha un nobile intento che è quello di
coniugare arte e natura, utilizzando l’antica passeggiata di Salerno, la pineta
della collina Bellaria, altrimenti conosciuta dai salernitani doc, col nome
poco chic, ma efficace “Il mazzo della signora” per le morbidezze della collina
molto simili al lato b di una bella donna. Fino agli anni 60’/70’,
essendo Salerno sia una città di mare, per il suo splendido litorale, che di
monti, peri suoi caratteristici contrafforti che la proteggono dolcemente, le
due realtà, hanno fatto parte da sempre del patrimonio ambientale della città,
per cui nessuna meraviglia, se la pineta Bellaria sia stata la meta preferita
delle scampagnate fuori porta del tempo. La crescita della city, con i suoi
nuovi punti di aggregazione, ha portato a trascurare il polmone verde della
città o addirittura a non conoscerlo e se pure, ad infestarlo di oscena
spazzatura, lasciata là a marcire, giustificati, dall’incuria senza pari in cui
versa da tempo a cui si aggiunge, da quest’anno, l’insana abitudine da parte di
alcuni cittadini incivili di seppellire i pelosi a quattro zampe con tanto di
lapide e fiori. Emergenza igiene? Si!
A pensare di dare
nuova dignità al luogo, per 4 anni consecutivi, nel solstizio di giugno, ci ha
pensato Vito Egidio Ungaro, Presidente dell’associazione Up Arte ed i suoi
iscritti, che volontariamente, per poter realizzare l’evento Tramonti in Armonia, hanno ripulito la
zona, riempendo fino 20 grossi sacchi neri della spazzatura, il numero è
indicativo per far considerare in che stato di degrado ed abbandono versava e
versa tutt’ora la panoramica ed antica zona. All’edizione dello scorso anno,
gli artisti partecipanti, composero, con la raccolta del pattume, un grosso
serpente di plastica trasparente, un allusivo messaggio trasversale che è
restato inascoltato, anzi si è dovuto cercare altrove, per far partire la V
Edizione.
Spazio UP ARTE è un’associazione di
promozione sociale senza fini di lucro. La diffusione della cultura e della
creatività in ambito letterario, musicale, teatrale, cinematografico e nelle
arti figurative in genere, rappresentano gli obiettivi che s’intendono
perseguire. Non è una collettiva di artisti in senso stretto, ma piuttosto un
contenitore di esperienze provenienti da diversi ambiti artistici. Ad essere
associati a questa fucina di talenti sono: Alfonso Sessa, Angela
Cielo, Annamaria Fortunato, Anna Salzano, Antonietta Bisogno, Carlo Ceresoli,
Cristiana Tortora, Jimmy Migliore, Lucio De Simone, Milena Gallo, Nadia
Chianese, Paquale Volpicelli, Stefano Carlone, Teresa Ricigliano, Vito Egidio
Ungaro, Dario Salzano, che a Laisla Bonita hanno dato vita per
l’intera giornata di sabato 23 giugno, a laboratori di ceramiche, di fashion,
di carta pesta, di ceramica a tornio, di pittura, di yoga, di Street Art, di
Vino Liques, di creatività. Tutta la manifestazione è stata fotografata
da Dario Salzano e la musica a fine serata grazie Jimmy Migliore. Certo Tramonti in Armonia
Edizione 2018 non è stata la stessa cosa delle altre, è mancata la visione incantevole
dall’alto, col mare sotto i piedi unito alla città, ma il calar del sole sulla
spiaggia, se tutto è fatto in armonia, per fare il verso all’evento, non è
secondo, anzi la sfera gialla che decresce sull’orizzonte, dà l’impressione che
se si stende la mano, la si può anche toccare.
Maria Serritiello
BELLIZZI, QUARTO
APPUNTAMENTO DELLE RASSEGNE FOTOGRAFICHE CERZOSIMO
- Luglio 3, 2018
Il 14 giugno alle ore
20,30 presso il nuovo Studio fotografico e Laboratorio di Stampa fotografica
professionale Armando Cerzosimo, in Bellizzi, si è tenuto il quarto appuntamento
delle Rassegne Fotografiche Cerzosimo. A parlare della sua fotografia è
stato Salvatore Lembo, presentato in modo inappuntabile e con la precisione della conoscenza,
dalla docente e critico d’arte Prof.ssa Cristina Tafuri. Cilentano doc, Salvatore Lembo è nato
nel 1965 ad Agnone Cilento ed ha frequentato il Liceo Artistico Sabatini,
mentre scenografia presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli. Ha viaggiato
molto ma è sempre restato attaccato alla suo terra, che ritorna ogni volta
nelle sue fotografie. Usa di prevalenza il bianco e nero ripetendosi ciò
che Robert Frank, fotografo e regista svizzero, ha affermato “Il bianco e il nero
sono i colori della fotografia. Per me rappresentano l’alternanza di speranza
disperazione cui l'umanità è sempre soggetta”. Cogliere le meraviglie
della vita quotidiana attraverso uno scatto in bianco e nero o a colori è
quello che Salvatore Lembo fa attraverso la sua fotografia. A Napoli segue il
corso di fotografia del maestro Mimmo Jodice e inizia a
fotografare con logica professionale. Partecipa a un workshop con Marc Riboud e Elliot
Erwitt. Da alcuni anni lavora su tematiche di approfondimento sociale nelle
zone rurali del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. Dal 2005 inizia
ad interessarsi e quindi a ricercare fotograficamente il paesaggio
contemporaneo, utilizzando il formato panoramico. Ha pubblicato sue immagini
su Fotologie, Fotografare, Fotoit, Tutti Fotografi e Il Fotografo. Lembo, che lavora
prevalentemente in b/n con sporadiche incursioni nel colore, opera anche nel
campo della promozione della cultura fotografica, attraverso l’organizzazione
di eventi, mostre e dibattiti. Ha partecipato a progetti fotografici ed è
vincitore di concorsi regionali e nazionali. Ha esposto in mostre personali e
collettive. Questo il suo sostanzioso curriculum prima che nella sua vita
professionale, ad un tratto non si presenta il Cilento, ovvero un piano di
lavoro, in grado di creare una raccolta d’immagine per questa terra così
discosta, ma forte della sua unicità paesaggistica: mare infinito, aspra
campagna e monti ed in tutto questo, scorci di vita quotidiana, spaccati di
feste religiose, volti, arnesi di lavoro, un museo rurale, ricordato negli
scatti definiti di Lembo, di grande pregio, perché esaltano la terra cilentana
che svia percorsi turistici. Il piano elaborato ha uno scopo preciso, che è
quello di raccogliere materiale iconografico, che fosse in grado di soddisfare
le diverse richieste di materiale fotografico sul territorio e, al contempo,
promovesse il comprensorio, nelle sue numerose articolazioni, sicché, nell’arco
di quindici anni, il Progetto è stato il motore di una serie di iniziative in
cui il bene antropologico-culturale è diventato “strumento” per la
valorizzazione del suo patrimonio artistico e ambientale.
Il mare, le spiagge,
le scogliere, le grotte, gli ulivi, le strette valli, la macchia. E ancora i
paesi arroccati, i vicoli stretti, le ampie piazze gli anziani, gli animali da
compagnia, i bambini in posa, il gioco, la processione, i lavori antichi. Il
sorriso, la ritrosia, l’orgoglio. Sono questi gli spunti su cui Salvatore Lembo
poggia il suo obiettivo per riprendere la terra del Cilento, mitica e
silenziosa. La profonda conoscenza del territorio porta il fotografo ad
essere sempre parte integrante della sua stessa narrazione e non solo ma si
apre allo sguardo e all’empatia di chi questa terra non conosce.
Ecco, Lembo ci porta
per mano nella sua terra, attraverso volti scavati dalla fatica, dai sorrisi
sdentati sulla bocca, dagli asini mansueti, da gente che sosta in attesa di chi
sa che cosa, quasi un fermo immagine che lascia il segno, ma poi Lembo fa di
più, viaggia e con i suoi scatti ci fa conoscere zone dell’Armenia e della
Georgia, ancora sfregiate dalla guerra. In queste foto il colore aiuta di più
lo scatto, non la storia del Cilento, secolare ed imperturbabile, ma un
paesaggio contaminato dal passaggio fugace della civiltà. La desolazione qui in
Armenia e in Georgia è più desolata, la storia non aiuta e quello che rivelano
le foto sono macchine sovietiche, Salvatore ne ha ritratte 124, edifici
bombardati, panni stesi lungo strade sterrate attaccati a qualche camion a fare
casa. La devastazione si avverte nei pressi di stazioni abbandonate, nel
cimitero delle mille croci, nelle strutture fatiscenti, negli uomini sfatti e
nei bambini quasi adulti nel gioco.
Un’interessante
conversazione quella avuta con l’artista della fotografia Salvatore Lembo, un
uomo schietto, semplice e duttile nella conversazione, interpretato dalle
precise parole della docente Cristina Tafuri e dall’
introduzione sentita del padrone di casa Armando Cerzosimo, che fa del suoStudio Laboratorio di
Bellizzi un punto di riferimento della migliore fotografia.
Maria Serritiello
LO SCRITTORE MAURIZIO
DE GIOVANNI AI CONCERTI DI VILLA GUARIGLIA IN TOUR 2018
Compiono 21
anni i Concerti di Villa Guariglia, prima, ora in
tour nelle località di altrettanto fascino della Provincia tra i quali: il
Duomo di Salerno, l’Area Archeologica di Fratte, Raito di Vietri sul Mare,
Cetara, Minori, Cava de’ Tirreni, Baronissi e Sarno. Organizzati
da Antonia Wilburgher, instancabile nel
diffondere cultura nella terra amata da suo padre, artista di fama
internazionale, che volle vivere, per il resto della sua vita, nella divina
costiera. E così dal 5 luglio al 17 agosto, itinerari musicali, incontri
d’autore e percorsi enoculturali, ravviveranno l’estate dei salernitani,
rimasti in città.
21
anni, un bel numero, al quale non si poteva non dare inizio, nel modo
migliore, martedì 10 luglio, ospitando, nell’atrio del Duomo di
Salerno, un gioiello di arte normanna, Lui, lo scrittore di
noir, tra i più amati dagli italiani, Maurizio de Giovanni. Lo
scrittore a Salerno è di casa, i salernitani l’hanno scoperto, letto e scelto
prima dei napoletani.
L’attesa
è minima, giusto il tempo di riempire le sedie disposte ed aggiungerne altre
per i 400 e passa ammiratori che hanno invaso l’atrio del duomo. L’appuntamento
è per le 19,30 e Lui, com’ è suo solito è puntuale.
Il
concerto, questa sera, è speciale, perché tacciono gli strumenti e fiatano le
parole, in un preludio noir di Maurizio de Giovanni con il suo ultimo libro “Il
Purgatorio dell’Angelo”. Sale sul palco, dietro di lui
si stagliano gli archi monumentali del Duomo, Sabrina
Prisco, per l’Associazione
Culturale “Porto delle Nebbie”, una cilentana doc,
come il Commissario Ricciardi, con caratteri somatici opposti al cliché, alta
biondissima ed occhi azzurri, lo intrattiene per noi.
Si
parla poco del suo ultimo romanzo, che la maggior parte del pubblico ha già
letto, pur essendo uscito in libreria solo il 28 giugno, anzi non se ne parla
affatto, solo per dire che l’anno prossimo la serie di Ricciardi si concluderà.
Nato nel 2005 ed uscito nel 2007 il Commissario Ricciardi ha prodotto 11
romanzi, il prossimo anno, dunque, l’ultimo. Certamente gli dispiacerà
lasciarlo, ma saprà camminare da solo e lui gli darà sempre l’affetto che
merita. Una Sabrina Prisco visibilmente emozionata, sottovoce gli rivolge
alcune domande a cui Lui risponde molto volentieri ed anche in maniera
piacevole, non tralasciando battute, da buon affabulatore qual è.
E’
stato individuato dice Sabrina Prisco, nell’ambiente, come
scrittore da bagno o da ombrellone, lui cosa ne pensa? Sorride beato e di se
stesso dà una descrizione di come dovrebbe essere, se fosse un intellettuale
verace: triste, distratto, magrissimo, pulloverino nero dolce vita, anche
d’estate, capelli con ciuffo nel quale inserire di tanto in tanto la mano, per
scompigliarlo. Intanto, lui non è così, è l’opposto ed è felice di essere uno
scrittore popolare che non vincerà mai un Premio Strega e sapete perché? Per
contratto ha fatto aggiungere la clausola di non voler partecipare mai alla
famosa kermesse.
Qualcuno
dal pubblico gli chiede come gli era venuta l’idea di far vedere i morti al
Commissario Ricciardi, per cui racconta che ha a che fare con l’inizio della
sua scrittura. Era al caffè Gambrinus, a Napoli e partecipava al concorso per
scrittori di gialli al quale, alcuni suoi amici per fargli uno scherzo
l’avevano iscritto. Dai vetri, mentre tentava di abbozzare un racconto, scorse
una bambina che gli fa una boccaccia senza che gli altri concorrenti se ne
accorgano. Vinse il concorso e nello scrivere di Ricciardi ricordò l’episodio
della piccola, trasformando la boccaccia nel disagio che accompagna dalla
nascita il commissario Ricciardi. Alle domande: quale il suo pensiero sui fatti
attuali, che cosa è per lui la felicità e qual è il suo luogo del cuore
risponde che si è persa la bontà, ci si difende, ma da che cosa non è ben
chiaro, che la felicità è un bel ricordo, un sogno, non una condizione e che il
suo luogo del cuore non può essere altro che Napoli. Infine, come è solito fare
ad ogni sua presentazione, legge un capitolo, tratto da un fatto vero di
cronaca.
E
così la lettura di Maurizio, nel silenzio rarefatto dei 400 presenti, si
aggancia senza difficoltà alla manifestazione dei Concerti di Antonia
Wilburgher, il brano, dalla sua voce, si tramuta in overture, in sinfonia ed in
un finale lento e triste. Ecco, la musica delle parole di de
Giovanni ha compiuto il miracolo, proprio là, nel luogo
di assoluta bellezza, per storia ed architettura, che con i prodigi ha a che
fare e se non vogliamo dare attenzione al titolo del libro “Il Purgatorio
dell’Angelo” e alla sua trama che tratta la morte di un vecchio prete,
l’inquietudine di Don Michele Pecoraro,
parroco del Duomo di Salerno, voluto da Roberto il Guiscardo, per ingraziarsi i
salernitani, è più che legittima.
Maria
Serritiello
- Luglio 15, 2018
Ehi, ben tornata! Non si può dire che tu sia stata con le mani in mano.
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