Fonte www.lapilli.eu
di Maria Serritiello
“Tutto è nato per caso” dice Brunella Caputo, la brava regista
salernitana che alterna la messa in scena, come nel caso di “Due”, di Diego De
Silva, a quella di sensibile interprete. “Un
giorno il mio amico Andrea Bloise”,
continua “mi dice: leggi questo, magari ti viene un'idea per uno spettacolo, e
mi dà un libro con tre atti unici di autori diversi. Me ne piace solo uno, e mi
viene l'idea. Allo stesso autore ne chiedo un altro. Ce l'ha, ed è
perfettamente adatto a ciò che immagino. Gli attori li ho nella testa da tanto.
Metto insieme, trovo un titolo e nasce “Due”.
I due atti unici del noto, scrittore Diego
De Silva, dal titolo “Senza
accendere la luce” e “Casa chiusa” sono
in scena al Teatro del Giullare di Salerno dal 17 gennaio, al 1° febbraio 2015.
Alla prima, presente in sala è lo stesso autore, che a fine spettacolo riceve
il caloroso applauso del pubblico, condividendolo con gli interpreti: Antonia Avallone, Alfio Battaglia, Teresa
Di Florio, Andrea Bloise e la regista Brunella Caputo.
La scena, inizialmente,
si presenta buia, giusto per restare nel titolo del primo racconto “Senza accendere la luce”, poi un filtro
di chiarore l’illumina, tanto da poter scorgere, al centro, un letto e chi vi
sta dentro. Due figure sono avvolte dalle lenzuola, dormono o fingono? Intanto
il tempo teatrale passa e non succede nulla e quando lui si decide a scendere
dal letto, lo fa in modo maldestro, gli cadono gli occhiali, impreca e sta per
illuminare la stanza. Lei, sveglia del tutto, prontamente lo ferma, non vuole
la luce, al buio, dice, si parla meglio, si è sinceri, non si vedono rughe di
espressioni bugiarde e forse ci si può anche illudere sulla verità, che sembra
traboccare dal loro azzuffarsi per niente. Lui, parla a scatti, è nevrotico,
vorrebbe contenere la sua impazienza, lei ha molte cose da rimproverargli, ma
lo fa in modo petulante, attirandosi antipatia. “Parliamo”. dice “di cosa” gli
risponde lui,” Ancora non lo so” ed invece lo sa, sa che suo marito…
“In
casa chiusa” la scena è la stessa, letto e buio
compreso, ma i due sono altra coppia. Il luogo è visibilmente una casa d’appuntamento,
lei, discinta in modo dozzinale, è seduta in mezzo al letto con a fianco lui
che ancora sonnecchia e pigramente stende una mano per toccarle i seni, ma viene
respinto con decisione. Si sono già toccati, quello che gli spettava è stato
speso, per cui non resta loro che conversare, prima che sul letto, come è
d’uso, metta i soldi per pagarla. Si capisce che sono amici e non un
occasionale cliente di lei. Hanno una cosa in comune, le dice confidenziale la
donna, mentre stenta ad indossare le autoreggenti nere, lui si schernisce con
una risata grassa, sicché viene raggiunto da una ciabatta volante. Chiede spiegazioni e particolari e apprende
cose sulla persona che avrebbero in comune. Si rattrista, si riveste e…
Due atti capolavoro, il
nudo di anime è delineato con delicatezza, eppure in modo efficace. La
scrittura scarna, incisiva, stupendamente ordinaria di Diego De Silva, rende il dialogo scorrevole, moderno, privo d’
interruzione e senza il minimo orpello che possa deviare l’attenzione.
Pennellate le parole, ed ecco che i quattro personaggi ne escono abbozzati come
su di una tela, ma se ne comprendono i lati oscuri e profondi, i travagli e le
disperazioni. Raccolti in quei due letti, ci sono anime e condizioni e De
Silva, maestro, ce ne fa comprendere, senza spendere una parola in più, di
quelle necessarie, tutto ciò che c’è da capire. L’ironia, nei dialoghi, è spesa
sottilmente senza essere invasiva, senza essere mai di troppo, utilizzata per
far sorridere al giusto momento, senza che sia interrotto il ritmo narrativo.
“Due”, al Teatro del Giullare di Salerno, è stato diretto in maniera
meticolosa, dalla bravissima regista, Brunella Caputo, che ormai ci ha abituati
ad una regia perfetta, con testi di spessore ed autori di caratura come Diego
De Silva. Gli attori, bravissimi tutti: Antonia
Avallone, Alfio Battaglia, Teresa Di Florio, Andrea Bloise, hanno dato
voce, corpo ed anima al di sopra del mestiere, che quando c’è rende lo
spettacolo unico. E’ questo il caso!
Le luci e la musica sono
sapientemente amministrate da Virna Prescenzo.
Maria Serritiello
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