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martedì 22 maggio 2012

Piazza San Francesco è diventata per tutti Piazza Varsavia"

Fonte: Il blog di Salerno su Virgilio
di Maria Serritiello




(Dedicato a Tania)... Chissà perché piace tanto, Piazza San Francesco, alle donne dell’est, non è spaziosa come Piazza della Concordia, non è verde quanto la Villa Comunale, non è panoramica come il Lungomare, non è centrale come Piazza Portanova e non è nuova come il Parco Mercatello. Eppure sono tutte là a popolare il piccolo quadrato verde del noto rione di Via Carmine. Prima di essere espugnato dalle “Natashe”, lepiazza san francesco salerno,piazza varsavia salerno,mercato via piave salerno,parco del mercatello salerno,maria serritiello salernoLude”, le “Tanie” le “Alessie” e le “Lilie”, Piazza San Francesco, al mattino, era l’assoluto terreno degli studenti del liceo “Tasso” e nel pomeriggio il comodo parcheggio dei pensionati. Ora si sa, gli anziani ci vanno lo stesso, ma lo svago è un po’ cambiato e si manifesta senz’altro più attraente della solita partita a carte.
Non si conosce chi per prima abbia iniziato a sostarci, fatto sta, che la piazza dedicata al poverello di Assisi è divenuta il punto d’incontro delle tante donne venute da lontano, per stare vicine ai nostri vecchi, che qui, più che altrove, socializzano facilmente con le loro conterranee e in questo piazza san francesco salerno,piazza varsavia salerno,mercato via piave salerno,parco del mercatello salerno,maria serritiello salernoluogo trovano più prontamente il lavoro da rimpiazzare, una volta perso.
Perché in questo posto e non altrove la ragione è forse da ricercare nella vicinanza della piazzetta con il mercato di via Piave, detto una volta “Shanghai” per via della sua confusione, tanto simile ai mercati sovraffollati dell’oriente. E’ consueto, allora, vederle sostare tra le bancarelle con a disposizione le poche parole assimilate, scartare, scegliere e contrattare ilpiazza san francesco salerno,piazza varsavia salerno,mercato via piave salerno,parco del mercatello salerno,maria serritiello salerno prezzo. Siano esse ucraine, bulgare, polacche o russe sono quasi tutte uguali, alte, massicce, pelle chiara, ma proprio chiara come il latte, con biondi capelli, un colore che ricorda la paglia e occhi azzurri ma lo sguardo che rimandano è più simile al colore del ghiaccio. Per noi, ormai, i loro singoli nomi non contano più, ne hanno uno che corre sulla bocca di tutti “La badante”, un modo sbrigativo e disinvolto per distinguerle, per non darle altra connotazione che non sia di richiamo al servizio che svolgono. Sono tante, chi le conta più, risucchiate e nascoste come sono dalla città, un vero esercito che invece si riversa per le strade, nelle apparizioni di mattina al mercato, tutti i giovedì pomeriggio e l’intera giornata della domenica. Una risorsa umana, una forza risolutiva presente sul mercato del lavoro, di cui la società del benessere non sa fare più a meno, giunta a noi, appena sono state piazza san francesco salerno,piazza varsavia salerno,mercato via piave salerno,parco del mercatello salerno,maria serritiello salernoabbattute quelle barriere che facevano da recinto ai paesi oltre cortina. Non più gli uomini a valicare le colonne d’Ercole in cerca di lavoro ma loro, le solide donne dell’est che disinvoltamente hanno variato le regole dell’emigrazione.
Quando gli emigranti erano i nostri uomini, di storie tristi sulla loro lontananza che durava sempre troppo, sulla difficile integrazione con gentepiazza san francesco salerno,piazza varsavia salerno,mercato via piave salerno,parco del mercatello salerno,maria serritiello salerno che aveva altra lingua, altre abitudini, altre tradizioni e sull’affettività che aveva lasciato qua mogli, figli, madri, insomma tutto un mondo d’amore, se ne raccontavano in abbondanza, ora le stesse storie sono le vicende di queste donne, nelle quali, se si è attenti, si scopre la stessa struggente malinconia per la propria terra che già ci è appartenuta. Il periodo di adattamento è quello peggiore, poi, per le badanti le cose vanno meglio e appena arrivano i primi sodi da spedire alle famiglie lontane c’è una qualche traccia di felicità sui loro volti, anche se per il lavoro che svolgono c’è poco da stare allegre.
piazza san francesco salerno,piazza varsavia salerno,mercato via piave salerno,parco del mercatello salerno,maria serritiello salernoUn’invenzione di quest’epoca frenetica e produttiva, il lavoro delle badanti, nata per assistere i vecchi, non tutti ammalati, ma abbastanza longevi per non essere più autonomi. In una sua poesia, Raul Foleraux scrive che i poveri non sono più quelli che si vedono agli angoli delle strade chiedere l’elemosina ma sono quelli che tossiscono vecchi e soli nelle case abbandonate e dove il calore familiare non è più manifesto. Un tempo, invece, intorno al letto dell’ammalato anziano si raccoglieva l’intera famiglia,piazza san francesco salerno,piazza varsavia salerno,mercato via piave salerno,parco del mercatello salerno,maria serritiello salerno i consanguinei non propriamente stretti, il vasto vicinato e gli amici tutti; il letto stesso diventava il fulcro intorno al quale ruotavano e continuavano le attività, sì che l’anziano non si sentiva ormai escluso dalla vita produttiva e continuava ad avere il ruolo di guida. Le persone di una certa età, appena mezzo secolo fa, non vivevano da soli, non avevano conversazioni incomprensibili con lingue dai suoni duri, né mangiavano cibi cotti, lontani dalla propria tradizione alimentare; gli anziani di un tempo, avevano le case affollate e intorno alla loro malattia si viveva tutti uniti. Le badanti questo lo sanno perché quotidianamente vivono, in case svuotate, la solitudine propria e quella dei vecchi assistiti. Ecco perché Piazza San Francesco, per le insostituibili donne dell’est, è il vecchio vicinato di un tempo, quel nucleo che veniva in soccorso, scambiava le esperienze, acquisiva le conoscenze, le rimandava in ognuno e sosteneva tutti. Solo là esse trovano sicurezza, Piazza San Francesco, come il piccolo cerchio che si chiude protettivo loro intorno, una piccola “Piazza Rossa” che pullula, si anima e ne vede delle belle!
Maria Serritiello (Dedicato a Tania)

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8 anni fa mi  coadiuvò, per la malattia di mio padre "Tania", una donna russa molto fine e ben educata, si muoveva come un soffio per casa, silenziosa ed efficiente.Una tempra forte e dignitosa, sotto l'apparente fragilità. Ricordo la sua malinconia nel ricordare la sua casa e i gatti lasciati ad Oscarola, la sua città natale. Ci teniamo  in contatto telefonico, ora che non vive più nella mia città, che sia in Italia o in Rusia per le vacanze dal lavoro. Per aver condiviso l'accudimento di un membro della mia famiglia mi è familiare, le sono riconoscente, e  non la dimenticherò mai. ( maria serritiello).


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