di Maria Serritiello
Il 3 maggio scorso a
Pompei, una serata di musica lirica, ad ingresso libero, di
gran fascino e di magica suggestione, nel rappresentare “Tosca”, musica
di Giacomo Puccini, libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa, dal dramma
di Victorien Sardou. Il teatro, Di Costanzo-Mattiello,
fu realizzato negli anni Venti, secondo lo stile liberty in voga in quel
periodo, ha una capienza di 394 posti, di cui 387 in platea e 107 in galleria, tutti
occupati per la gran soirée. In effetti la Tosca richiama sempre il grande
pubblico per la tragica storia d’amore rappresentata e che si consuma con
soavità tra la musica che l’accompagna. L’ampia selezione in forma scenica ha
dato modo di muovere sul palcoscenico, di 120 metri quadrati, la coreografica
processione del Te Deum, espressa compitamente da tutto il coro filarmonico
Jubilato Deo, diretto magistralmente dal Maestro Giuseppe Polese. La
produzione e la direzione artistica di questo capolavoro della serata è opera di
Eugenio Paolantonio, con il Patrocinio ed il sostegno della città di Pompei
e dell’associazione culturale Temistocle Marzano. L’orchestra
“Temistocle Marzano” diretta dal giovane e talentuoso Maestro Nicola
Polese, come nelle migliori tradizioni musicali ha preso posto nella parte
sottostante del palco e forse non è stata una buona idea per l’esiguità dello
spazio e per la mancanza della buca d’orchestra, utile ad inglobare la musica equilibrando
perfettamente le note ed il canto. Una sottigliezza superata abbondantemente
dalla bravura di tutti i componenti musicali e canori
Ed iniziamo a seguire
l’opera introdotta gentilmente dalla chiara sintesi della narratrice, tale da
seguire in modo partecipativo all’opera in tre atti, di cui il primo ha luogo a
Roma di martedì del 17 giugno 1800 e si svolge nella basilica di Sant'Andrea
della Valle, il secondo a Palazzo Farnese e il terzo su una terrazza di Castel
Sant'Angelo.
La cantante Floria Tosca,
amante del pittore liberale Mario Cavaradossi, è corteggiata dal
ministro della polizia pontificia Scarpia. Questi imprigiona il pittore e
ricatta Tosca: se la donna non si concederà a lui, Cavaradossi sarà fucilato.
Tosca si fa dare il salvacondotto da Scarpia, non sapendo che il suo amore è
stato realmente fucilato e poi lo uccide. Tosca capito che, alla fine, non ha
scampo, si getta giù da Castel Sant’Angelo.
Recondita Armonia, E
lucean le stelle, Vissi d’arte le romanze più belle di
tutta l’opera, che i cantanti: il tenore Davide Battiniello a turno con
la soprano: Martina Sannino, hanno interpretato con sublime trasporto,
creando emozioni nel pubblico rapito dall’ascolto.
Voce possente, i do di
petto si sprecano e l’interpretazione sicura fanno del tenore Davide
Battiniello un jolly sicuro, un professionista serio, un interprete eccezionale.
Così si dica anche del soprano Martina Sannino, la sua voce uno
scoppiettio di trilli eccezionali, note espresse per restare nel cuore, per un
po’. Accanto ai due principali interpreti, con sicurezza e bravura nei loro
rispettivi ruoli, Maurizio Esposito, Davide Sabatino, Luciano Lualdi,
Vicenzo Mazza a completare la riuscita del prodotto musicale.
Gli applausi a profusione
e continuativi sono stati la dimostrazione che ognuno, nel proprio ruolo, ha
interpretato con diligenza e massima professionalità l’opera romantica del Maestro
Puccini. Il bel canto italiano è stato, sì ben rappresentato nel massino
cittadino di Pompei.
Il nostro grazie va al dottor
Eugenio Paolantonio, Presidente
dell’Associazione Culturale “Temistocle Marzano”, per l’impegno
a regalarci quest’emozioni, al Coro Filarmonico: Jubilate Deo, all’
Orchestra:
Temistocle Marzano, e ad Ornella Iezzone, Scene e Costumi.
Per saperne di più
Il nome, Temistocle
Marzano, è stato dato all’ orchestra, in onore del compositore nativo di
Procida (2 gennaio 1821), ma salernitano di adozione, sconosciuto ai più
Eugenio Paolantonio,
Presidente dell’Associazione Culturale “Temistocle Marzano”, a
fine serata, visibilmente commosso nel ringraziare tutti della viva
partecipazione, ha affermato che allestire uno spettacolo del genere, per altro
gratis, è stato un vero miracolo. Poteva essere diversamente Presidente,
trovandoci a Pompei?
Maria Serritiello
www.lapilli.eu
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