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sabato 5 agosto 2023

Si è inaugurata la XX edizione della rassegna d’arte contemporanea “StellaInArte” a Stella Cilento


 Fonte:www.lapilli.eu

di Maria Serritiello

Il 3 Agosto 2023, con il patrocinio della Provincia di Salerno, dell’Ente Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, dell’Unione Comuni dell’Alento e del Comune di Stella Cilento, si è inaugurata la XX edizione della rassegna d’arte contemporanea “StellaInArte”

 

Contaminazioni è il titolo della mostra di quest’anno e 2 gli artisti espositori: il videomaker Licio Esposito e lo scultore Arturo Ianniello.

Il critico d’arte Cristina Tafuri, invitata a stigmatizzare il suo punto di vista, nel suo intervento, così si è espressa.

La ventesima edizione di “Stella in Arte” dimostra come la tenacia, il coraggio, ma anche la pazzia, possano trasformare una “magnifica ossessione”, quella di Franco Massanova, ideatore di tale rassegna a Stella Cilento, suo paese natale, in una realtà artistica consolidata. E quest’anno, a riprova di quanto prima affermato, a Stella Cilento sarà inaugurato il Museo Civico a lui dedicato.

Sono passati vent’anni e se ti volti indietro li trovi tutti, e in questo lungo tempo trascorso molte cose sono avvenute: la perdita dolorosa di Franco Massanova, che troppo presto ci ha lasciati, la pandemia, la guerra in Ucraina, eppure tutti questi eventi funesti non ci hanno mai fermato. Abbiamo vissuto Tempi sospesi durante il covid, abbiamo trovato segni e derive in questo sfacelo dell’umanità, abbiamo cercato con la nostra arte di lasciare Orme. La mostra di quest’anno è intitolata Contaminazioni, per manifestare e contrastare il compiacimento appagato e idolatrante per la cruda banalità della dimensione urbana e, con essa, la feticizzazione degli oggetti che ne testimoniano i modelli di esistenza, determinando un uomo alienato e oppresso dall’universo artificiale e eminentemente sensorio da lui stesso creato. Anche i due artisti invitati alla ventesima edizione di “Stella in Arte”,  Licio Esposito e Arturo Ianniello avvertono queste inquietudini, gli sgomenti, gli urti morali, avvertono una condizione di angoscia in cui l’integrità della coscienza è minacciata da ogni parte, in cui la stessa vita biologica è messa a repentaglio. Naturalmente si rendono conto che con le loro opere non possono né vogliono esprimere i confusi sentimenti delle persone, né vogliono prendere il posto del politico, del giornalista, del demagogo. Compito dell’arte, come afferma Hegel, è quello di portare a livello di coscienza i più alti interessi della mente. Quindi l’arte deve occuparsi delle reali forme esteriori di ciò che esiste e l’artista sia esso un poeta, un pittore o un musicista, dà forma concreta alle sensazioni e percezioni. La contaminazione, quindi, avviene anche nel confronto dei due artisti invitati, Arturo Ianniello, pittore e scultore, si serve di materiale abbandonato per creare le sue opere, Licio Eposito videomaker, da anni, racconta la società contemporanea con le sue contraddizioni usando la “grammatica” del video. Nella storia dell’arte il riuso dei materiali relativi alla produzione artistica è molto più frequente di quanto non si creda. Certamente l’incredibile aumento dei rifiuti nel mondo moderno è un dato di fatto ed è indubbio che l’abbondanza dello spreco nell’attuale civiltà occidentale abbia portato a riflessioni etiche, politiche ed economiche di estrema rilevanza e inevitabilmente, tali considerazioni sono entrate a far parte anche della cultura artistica. Nell’arte contemporanea lo scarto è diventato protagonista, ma il modo di rielaborazione varia: l’assemblaggio, è la sua utilizzazione come elemento materico da comporre secondo schemi astratti, l’inserzione, il suo collegamento ad altri materiali secondo libere scelte dell’artista, il camuffamento e /o trasformazione, il suo uso nascosto per non apparire ciò che è, e infine la riproduzione, la sua stessa rappresentazione come oggetto di una diversa operazione creativa. Queste operazioni sono state sperimentate da Arturo Ianniello rivelando da un lato l’amore privo di pregiudizi per la forma in sé, per cui il bello è anche il detrito, il relitto, dall’altro la riflessione sull’immoralità dello spreco e la sua denuncia, esplicitata dal riciclaggio e dall’esibizione. Ianniello recupera ciò che la società abbandona, soprattutto il ferro, le lamiere, gli scarti industriali per produrre opere che dialogano con lo spazio circostante, come queste realizzate per la mostra di Stella Cilento. Tra le sculture e la natura, si instaura un rapporto univoco, quasi un corpo a corpo con gli alberi, lasciando che le sue installazioni vivano nella terra come totem che indicano la transitorietà della nostra esistenza. I rapporti tra le arti visive, il video, la fotografia e il cinema (già considerato da Carrà nel 1914 (caldissima oscurità cubica) hanno subito fin dai primi anni settanta profondi mutamenti. Vittorio Fagone, che ha seguito attentamente le nuove esperienze in questo settore, scrive che “fotografia, cinema, video non si pongono come elementi esterni di registrazione, accessori alle pratiche artistiche, ma come tecniche che possono portare a una riformulazione dell’opera visiva, a una vera e propria espansione dell’immagine”. Gli strumenti della videoart sono quelli tipici delle trasmissioni televisive: telecamera, monitor, collegamenti in diretta, e l’intervento dell’artista consiste principalmente nel trattamento elettronico delle immagini, con modifiche di forme e colori realizzati al computer. Naturalmente la sensibilità dell’ artista, la conoscenza dei mezzi a sua disposizione fa sì che la sua narrazione si discosta profondamente da ciò che altri mezzi di riproduzione delle immagini trasmettono, per costruire storie con tecniche sempre più perfette, con immagini e suoni  che, come nei lavori  di Licio Esposito, affascinano lo spettatore o lo inchiodano allo schermo, sia quando racconta storie di artisti o registe pioniere dei primi anni del cinema, sia quando entra nel tessuto della nostra società, raccontando come solo lui sa fare l’uccisione di Peppino Impastato e di Angelo Vassallo, senza declinare nell’orrido o nel violento, ma attraverso immagini che recupera nelle pieghe della memoria.  Nel video “Assurdo necessario”, un uomo completamente solo in un paesaggio urbano desolante testimonia l’angoscia dell’uomo moderno, in una società che ha determinato l’atrofia della sensibilità, creando un essere che difficilmente merita di essere chiamato uomo, un automa dall’occhio inespressivo, annoiato e indifferente, il cui solo desiderio è la violenza in una forma o nell’altra. Le sue distrazioni preferite sono gli stadi sportivi, la farsa, il sadismo televisivo, la dedizione alla droga e il gioco d’azzardo. L’assurdo necessario allora. Licio Esposito con maestria e, permettetemi, con grazia, racconta tutto ciò, e con i mezzi della tecnologia, fa sì che stiamo ancora attorno al fuoco ad ascoltare storie.

Testo: Cristina Tafuri

Docente di Storia dell'Arte presso Liceo Artistico "Sabatini - Menna" Salerno

 

La mostra resta aperta fino al 18 agosto ’23

 

Maria Serritiello

www.lapilli.eu





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