Fonte :www.lapilli.eu
di Maria Serrtiello
Ho imparato a conoscere Tonina Salvatore, durante i giorni duri
della pandemia. Di persona non l’ho mai incontrata, ma l'immagine buona che mi
arrivava da Fb, mi faceva già credere in Lei, persona buona. Tonina è di
Avigliano, la Lucania discosta, conosciuta nei miei primi 8 anni d'insegnamento
e che per certi versi non è mai cambiata nei valori essenziali e fondanti,
anche se la mano di vernice, giustamente di modernità se l’è data.
Tonina
Salvatore, una bella signora di mezz' età, possiede un telaio
centenario che utilizza per la produzione artigianale di manufatti in lana e
stoffa. Durante il momento più tragico della pandemia, per mancanza di
mascherine, Tonina non ci pensa due volte ed invece di starsene a girare i
pollici, come la gran parte di noi, terrorizzata dalla paura, comincia a
produrre mascherine gratis, per la comunità, arrivando a confezionarne in
tessuto, oltre 2500. Così, anche con
l'aiuto delle figlie Paola e Maria, ragazze
generose, quanto la madre, hanno fornito interi reparti dell’ospedale San Carlo di Potenza, tra cui: pneumatologia, terapia intensiva,
otorinolaringoiatra, olistica, ematologia, pediatria, pronto soccorso e 118.
Un nobile impegno se si pensa che tanti medici ed infermieri hanno svolto il
loro dovere lavorativo, senza nessuna protezione, lasciandoci la vita. Inoltre,
chiunque abbia fatto richiesta al team di lavoro, sono state pronte a
tranquillizzare, chi in quel momento fosse in difficoltà, per la paura di
essere sfornita di un mezzo così importante a salvarsi la vita.
Molti sono stati i riconoscimenti ricevuti per
la prontezza, con la quale si sono attivate in una crisi mondiale, dove ognuno
pensava al proprio particolare e a salvarsi a danno anche del proprio simile, per
non parlare delle speculazioni, messe furbescamente in atto. Loro no, come damigelle del medio evo, si sono
sedute al telaio, lavorando notte e giorno, per dare il loro contributo
all’Italia.
E seguiamo la storia di
questo telaio che già ad immaginarlo sembra una favola ascoltata da bambini,
anche il linguaggio usato per conoscerlo, sa di arcaico e ci trasporta nei
mitici paesi antichi, dove c’è sempre una principessa che lavora pensosa al
telaio, aspettando il suo principe azzurro.
Il
telaio di Tonina Salvatore ha una storia centenaria. La prima
persona che utilizzò questa stupenda "macchina"
fu sua nonna Domenica Maria Mancusi,
conosciuta da tutti come zia Nenna
Mussluong, che trasmise quest'arte alla nuora Vita Crescenzia Salvatore,
madre di Tonina. All'epoca i teli
prodotti venivano realizzati con lana di riciclo e venivano adoperati per
coprire il pane detti "
tr'zzarule" o a mo’ di coperte. Tonina, dopo aver lavorato per molti
anni sempre nell'ambito dell'artigianato artistico, decise di riprendere la
tradizione di famiglia, per suo conto, ed iniziò a realizzare tessuti
tradizionali con un tocco d’innovazione, per cui alla produzione classica, si
aggiunsero complementi d'arredo, capi di abbigliamento, accessori e calzature.
Il nuovo avanza, Maria e Paola ne
sono e saranno depositarie di questa antica virtù. Tutto viene rigorosamente
tessuto e rifinito a mano, ogni pezzo realizzato è unico ed esclusivo a
garanzia dell'originalità ed artigianalità del prodotto.
La
storia della tessitura segue
passo, passo quella dell'umanità, i primi telai apparvero nel neolitico,
costruiti semplicemente con rami di pali messi verticalmente, l’immagine la si
trova, molto spesso, sui vasi greci unita all’immagine di Penelope I popoli
antichi oltre al telaio con pesi, usavano telai orizzontali a terra. Questo tipo di telaio, solamente un po' più
raffinato, continuò ad essere utilizzato per millenni, dagli Egizi e dai Romani. Nel medioevo il telaio verticale continua
ad essere usato per il confezionamento degli arazzi,
e nel 1250 fu dotato per la prima volta di pedale
La tessitura diviene un'arte, grazie all'arrivo della seta dalla Cina
e con la lavorazione di tessuti pregiati
come raso, broccato, damasco
e velluto.
Nella seconda metà del Settecento nella nuova
produzione industriale, il cotone è la più diffusa ed utilizzata delle fibre
naturali ed è la maggiore coltura agricola non alimentare. Il cotone, dunque,
ha antiche tradizioni, infatti, fu introdotto in Sicilia dai
Saraceni, nel IX sec.
Nel 1787 per
la prima volta al telaio, viene applicato il motore a
vapore per muoverlo, nasce così, il telaio
meccanico. Nel XIX secolo,
invece, la produzione tessile esce dall’ ambito artigianale
e domestico per diventare uno degli artefici della rivoluzione industriale.
Andare avanti, il
progresso, la globalizzazione ci hanno risucchiati nel bene e nel male, ci sentiamo
cittadini del mondo, capaci di gestire ogni cosa in ogni parte del globo, ma
qualche falla c’è stata durante la pandemia a farci ridimensionare, ad indurre
a scoprire di nuovo i confini, a
considerare la solitudine, la malattia e la morte sola, senza nessun affetto ad
accompagnarci nell’eternità. Per tutta questa ridda di sentimenti provati, ho
apprezzato il lavoro messo in atto dal Telaio di Tonina, mi ha commosso e mi fa
credere che l’umanità, per quanto selvaggia sia, nei momenti di distruzione, ha
un briciolo, una scintilla in sé; che somiglia all’opera di Tonina. Grazie
Signora!
Maria Serritiello
www.lapilli.eu
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