Fonte:www.lapilli.eu
di Maria Serritiello
Ettore Massa, ospite del secondo spettacolo, dal titolo “Omm un Napoletano in Tibet”, all’interno della rassegna annuale “Che Comico 2017-2018” del Teatro Ridotto di Salerno, direttore artistico Gianluca Tortora, ha una particolare aspirazione ad una comicità o meglio a fare teatro con una proposta alternativa e cioè di rivolgere un sorridente invito alla felicità e alla bontà, rifuggendo dalla dilagante comicità sguaiata e volgare. Un volto del tutto normale, senza particolari segni, ma padrone del palcoscenico con una notevole scioltezza linguistica, mai banale o volgare, al contrario invece ricercata, fluente, colta e civile. Si potrebbe pensare ad una funzione educativa- didattica/pedagogica, all’ interno della quale una qualificata e significativa verve scenica, quasi a voler nascondere o ridimensionare la sua napoletanità’, fa da filo conduttore al suo monologo pulito, cortese eppure comico/satirico. Intrattiene il pubblico con classe, ordine, pulizia alternando brani d’autore a scampoli di bravura vocale, accompagnato da due musici professionisti: Ettore Gatta (al piano) e Gabriele Borrelli alla percussioni, che condividono la sua stessa gentilezza e religiosità. È un sentire piacevole e allo stesso tempo propositivo, che gratifica il corpo, quando non vuole lasciarsi andare a risate grasse. Prova timidamente, quasi a non voler urtare la suscettibilità di alcuno, a dire la sua, a proporre ciò che gli studi, intrapresi da dieci anni sul buddismo, gli suggeriscono e lo fa quasi giustificandosi per aver forse tradito le attese di chi si aspettava altro. Ha garbo Ettore Massa e una mente affamata di verità e questo basta e avanza per provare a seguire i suoi progetti. Il pubblico esperto del Ridotto l’ha apprezzato sinceramente, ringraziandolo finanche per la difficile strada intrapresa. Gilet con bordini in pelle, tenuta casual, in uno spazio angusto, tra l’altro invaso da una tastiera, da una completa batteria e da uno stelo per il microfono, si è mosso con eleganza e versatilità, sfoggiando altresì varie mise per i suoi personaggi abbastanza caricaturati e misurati o temi a lui cari sviluppati dall’alto di una cultura ben al di sopra della media. Termini, per molti versi, estranei al mondo dello spettacolo e del teatro in genere, come “impermanenza, attaccamento, meditazione, mindfulness, termini che si sarebbero trovati facilmente negli studi della Neurobiologia interpersonale di Daniel Siegel, notevole studioso e psichiatra americano, sono circolati nel piccolo teatro e tra il pubblico ammirato. Gradita sorpresa, quindi, Ettore Massa al Teatro Ridotto, diversa l’attuale comicità, se si fa riferimento a vent’anni fa quando era la vittima di turno del trio Ardone, Peluso e Massa di cui faceva parte. Un bravo va anche a Gianluca Tortora e alla capacità di scelte innovative e giuste che, ormai da anni, porta avanti.
Maria Serritiello www.lapilli.eu
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