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mercoledì 27 aprile 2011

Cat Stevens cantava del confronto tra padri e figli. Oggi quei ruoli rischiano di invertirsi


GENERAZIONI A CONFRONTO

FONTE:TISCALI.IT
DI MARCO LODOLI


Father and Son è una delle canzoni più belle di Cat Stevens, quando ancora si chiamava così, prima della conversione all’Islam e della rinuncia alla musica. Di recente ha ripreso a suonare e a cantare, ma ormai il tempo della creatività è passato. Ma questa e tante altre sue canzoni restano nella mente di chi per anni ha provato a ripeterle alla chitarra, perché erano così meravigliosamente dirette, così vere ed emozionanti.

Il testo di Father and Son in italiano dice così:

(Padre)

Non è tempo di fare un cambiamento,
semplicemente rilassati
prendila alla leggera,
sei ancora giovane,
non ne hai colpa,
c’è così tanto che devi conoscere.
Trovati una ragazza, sistemati,
se lo vuoi puoi sposarti.
Guardami sono vecchio, ma sono felice.Una volta ero come te adesso
e so che non è facile
stare fermo quando tutto il resto va avanti.
Ma prendi il tuo tempo,
pensa molto, pensa a tutto ciò che hai ottenuto.
Per te il domani sarà ancora qui,
i tuoi sogni forse no.

(Figlio)

Come posso provare a spiegare,
quando lo faccio se ne va.
E’ sempre lo stesso, la stessa vecchia storia.
Nel momento che potevo parlare
Mi è stato detto di ascoltare.
Ora c’è un modo per risolvere tutto
E so che devo andare via.
So che devo andare.Tutte le volte che ho pianto
Tenendo dentro tutte le cose che sapevo
È stata dura, ma è anche più difficile ignorarlo.
Se avessero ragione, sarei d’accordo con loro,
ma sono loro che conosci e non me.
Ora c’è un modo per risolvere tutto
E so che devo andarmene via.

So che devo andare.Ecco l’eterno confronto tra il Senex e il Puer, per usare gli archetipi di Jung, tra chi frena dentro un ordine e chi smania per raggiungere la vita nuova, tra la ripetizione spazio-temporale e il volo verticale di Icaro, che deve andare verso un altro cielo, anche se rischia di cadere.

E’ un dialogo tra due ere dell’esistenza, che si contrastano e convivono in ognuno di noi. Stare e andare, accettare e rifiutare, proteggere il presente e il passato, scavalcare nel futuro. Era così, prima, era fisiologico, naturale, inevitabile, sano.Oggi qualcosa è cambiato. I padri girano in tuta a sessant’anni e provano ancora a rimorchiare, si tengono in tiro con la palestra, il footing, il viagra, non si siedono più davanti a un focolare a raccontare ciò che è stato, a trasmettere un sapere.
Stanno ancora in sella a una moto, i fari accesi, il rombo potente e ridicolo. E i figli troppo spesso dimenticano che il loro destino è una valigia, una partenza verso l’ignoto, una scontentezza e una speranza. Senex e Puer rischiano di invertire i ruoli, Father and Son si scambiano le strofe, e il sangue non gira più.


Marco Lodoli

È uno scrittore di poesie e romanzi ma anche un insegnante di Lettere in un istituto professionale della periferia di Roma. Ha vinto per due volte (nel 1992 e nel 1997) il premio letterario Grinzane Cavour con i romanzi "Cani e Lupi" e "Il vento". L’ultimo suo testo è “Il rosso e il Blu, cuori ed errori nella scuola italiana”


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