Fonte:www.lapilli.eu
di Maria Serritiello
…Il 19 agosto 1839 nasce
la fotografia e la protagonista non è la macchina fotografica, che verrà
successivamente modificata, ma la LUCE. La "Luce", elemento
cosmico, viene manipolata e così il fotografo diventa un pittore di luce… ed
Enrico Salzano, l’artista che espone in questi
giorni, al Civico 23, lo è!
Laszlo Mholy-Nagy, pittore
e fotografo ungherese del (20 luglio 1895 – 24 novembre 1946) affermava che il
fotografo è un manipolatore di luce e che la fotografia è manipolazione di
luce. Questa asserzione è ben presente nella mente del nostro artista che così
esprime il suo pensiero, all’atto dell’estro creativo: “ho sempre presente
queste parole quando lavoro in camera oscura (questi lavori degli anni ’70, non
sono digitazioni di Photoshop). Durante la performance luminosa, fedelmente
registrata dai fogli emulsionati, una grande sensazione di libertà attraversa
tutto il mio corpo. Tecnicamente la silhouette è una foto che si ottiene
posizionando il soggetto in controluce. L'immagine ottenuta, riproduce
il nero, su un fondo bianco, i contorni esterni della figura o dell'oggetto
fotografato. Variando altri parametri in fase di stampa, come il tempo di
esposizione, la posizione della carta, il movimento del foglio emulsionato, ecc.
successivi fasci luminosi, da me
direzionati sulla carta sensibile, contribuiscono a creare le immagini finali. Quando
non è possibile fotografare il soggetto, perché frutto della fantasia, fotografo
una sagoma precedentemente costruita. La stampa finale, per le variabili che
sono intervenute, risulta un unicum. Sulle stampe finali a volte sono presenti
delle tracce di colore, ottenute con dei pastelli. Generalmente utilizzo
pellicola II ford HP5, sviluppata in II fosol.
Le
mie fonti di ispirazioni sono le metope dei templi, le figure nere sui vasi
attici, le immagini dei manifesti pubblicitari, moderne metope metropolitane o
le immagini che passano in televisione.
Le foto di Enrico
Salzano, un professore di matematica salernitano, prestato alla genialità
artistica, sono di singolare importanza nell’ambito della ricerca
artistica/fotografica campana ed oltre. “La mia è stata una lotta
continua contro la società delle macchine e in particolare contro l’idea
soffocante propria della società della tecnica. L’uomo è stato definitivamente
accantonato, chiuso in una bolla tecnologica da cui non può uscire. Il mio tentativo
di ribellione alle macchine e in particolare alla macchina fotografica, primo
vero robot dell’era moderna, è una testimonianza di come è ancora possibile
liberarsi dalle catene che ci paralizzano”
“(tratto dall’opera “Dalla
fotografia flessibile alla fotografia dinamica” stampato dalla Oedipus nel 2020
con introduzione di Marcello Napoli e postfazione di Gabriella Taddeo).
Di notevole rilevanza sono i dialoghi con due
mostri sacri dell’arte contemporanea: Enrico Crispolti e Gillo Dorfles
Al Civico 23, le opere
dell’artista in esposizione, circa una ventina di varia grandezza, rendono l’emozione
(N.D.R.) dei graffiti delle cave preistoriche, una pregevolezza per chi fruisce
l’arte con emotività ed empatia, un tentativo di sintonia con l’artista.
Maria Serritiello
L’esposizione delle opere
dura fino al 30 novembre 2024
Il “Civico 23”,
No Profit Art Space Salerno, Via Parmenide 23, è diretta con passione,
competenza e non senza sacrifici da tre volenterosi cultori d’arte: Angelo
D’Amato, Rosario Mazzeo, Gianni Capacchione.
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