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Primavera2020
di Maria Serritiello
Azzurro il cielo,
dai monti dirimpettai
ridisegnato,
l’aria, senza nessun sussulto,
distesa,
agitato il volo
di rapaci gabbiani
e rondini attardate,
alte, spaziano nel timore.
Che strana primavera
è questa,
se ci rinchiude
e non rinasce.
Si odono,
nel silenzio scarno,
voci lontane,
nessun traffico
le copre.
Con vapori di salsedine.
mi giunge da lontano,
il mare
e i rumorosi percorsi affollati
dell’estate mia fanciulla.
Che strana primavera,
è questa
se ci vede reclusi,
se non ci risveglia,
se non ci riveste fiorita
ed invano ci cerca e non ci saluta.
Pronta ai cambi leggeri,
al morbido e al verde fiorito,
la natura c’è,
anche il mio
balcone lo sa,
e al glicine stecchito spuntano gemme ostili.
Ci assenteremo ancora,
costretti a pensieri nebulosi
e le indegne
morti
ci staranno addosso come ad Auschwitz.
Che strana Primavera è questa
e sia pure
prigioniera dietro le sbarre del mio balcone,
sono già al mare,
il sole mi riscalda
e felice padrona sono,
della mia città.
20 Aprile 2020 di Maria Serritiello
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