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venerdì 7 febbraio 2020

“Libere clausure” di Marina Pizzi, con la Compagnia teatrale “La Cricca” di Taranto, inaugura la XII° Edizione Nazionale Teatro XS città di Salerno



Fonte:www.lapilli.eu
di Maria Serritiello

Libere clausure” di Marina Pizzi con la compagnia teatrale “La Cricca” di Taranto, una new entry, per l’XS, alla sua 12° Edizione, con un programma che, iniziato il 2 Febbraio, terminerà il 10 maggio. Una carrellata di pezzi teatrali scelti da una competente giuria selezionatrice, per offrire, ogni anno, il meglio all’affezionato pubblico. Il pezzo proposto “Libere clausure”, di un’ora circa, senza intervallo, affronta il tema dei temi e cioè quello del libero arbitrio. Come? Facendo incontrare prima, scontrare dopo e rincontrare poi una rampante architetta in carriera, alle prese con sue problematiche irrisolte e una madre badessa benedettina di clausura. L’incontro avviene, all’interno del convento della priora, nel tentativo, ognuno a suo modo, di vedere rispettate le proprie priorità ed ambizioni. Un argomento di non semplice soluzione, per chi prova ad affrontarlo, sia per la profondità analitica che richiede, sia per l’osticità dello stesso. La prospettiva teatrale della Pizzi nasce da una frequenza continua di più conventi, per motivi non bene precisati, sicché questa base di partenza condiziona molto lo spessore dei dialoghi, privi della necessaria introspezione analitica. Due personalità, apparentemente ben strutturate mentalmente, ma che ancora risentono di pregiudizi e luoghi comuni tanto da ridimensionare fortemente le due donne, facendo, intanto, apparire tutta la modernità superficiale. Quasi come se non potesse esserci una religiosità decisamente laica, capace di vivere una sua vita autonoma dalle istituzioni di fede. Una visione troppo religiosa, quale quella contemplata dalla badessa, è messa in contrasto con una visione troppo superficiale apparentemente moderna dell’architetto, poco abituata a guardarsi bene dentro, per cui scambia il benessere interiore, il riuscire a stare sempre sul pezzo, dimenticandosi della sua interiorità. Troppo facile per la badessa metterla sulla presunta retta via ed assistere così a quella sorta di redenzione che tutti le augurano e che le consentirà, in uno slancio di amore per se stessa, di mandare all’aria i suoi amati progetti professionali. E’ la morte della badessa a dare l’input scatenante all’architetta di strappare il compromesso, riducendolo a carta straccia, quello stesso ottenutolo prima del suo ricovero, quando ha mostrato alla badessa- amica la sua fragilità.
 La scena si presenta come una sorta di anticamera di un convento di clausura, con tanto di ruota girevole e grate verticali a stabilire i limiti di invalicabilità, più volte abbattuti. I canti religiosi dei i vespri serali, si diffondono misticamente nel convento, scandendo i tempi monacali, al contrario delle musiche pop e rock emanate dal cellulare dell’architetta ad ogni chiamata esterna, stanno ad indicare tutta la lontananza esistente tra le due realtà. Tra battute facete e comportamenti non sempre riguardosi nei confronti del contesto, da parte della nevrotica e irrequieta professionista, assistiamo ai vari tentativi della stessa di abbindolare, senza mai riuscirci peraltro, la serena benevolenza della badessa, che fino alla fine proverà ad indicare alla sua interlocutrice un più salutare lavorio sulla propria serenità mentale. Risultato? La professionista vedrà realizzato il suo obiettivo di una firma della badessa sul compromesso e la badessa può morire tranquilla perché l’architetta ha seguito alla lettera i suoi suggerimenti, avvicinandosi alla fede e acquisendo alla fine il coraggio di dire basta alle vessazione che i tempi moderni scaricano su di lei, strappando il compromesso firmato nel momento stesso che il suo capo è insensibile alla notizia del triste evento.
Splendide le principali protagoniste per aver interpretato due personaggi creati su misura per loro (badessa ed architetto), senza, però, trascurare la personalità sicura e forte della postulante: Anna Cofano, Angela De Bellis, Vanessa Camponio. Autorevole e senza sbavature la regia di Aldo L’Imperio e adatte le musiche.

Maria Serritiello
www.lapilli.eu





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