Fonte: www.lapilli.eu
di Maria Serritiello
Proprio uno spettacolo bello, al Piccolo Teatro del Giullare di Salerno, sabato 6 e domenica 7 gennaio. Il pezzo presentato, dal titolo “Vita Quotidiana dei Bastardi di Pizzofalcone è un adattamento teatrale della bravissima regista-attrice e scrittrice Brunella Caputo, tratto dall’omonimo libro, scritto da Maurizio de Giovanni, una gloria nazionale conosciuto in tutto il mondo. Come riescono ad intendersi, Brunella e Maurizio, è cosa risaputa e non solo a Salerno, tant’è che la prima dello spettacolo, in novembre è andata in scena nella Capitale, ottenendo uno strepito successo. Anche questa volta, l’empatia tra i due si è rinnovata e richiesto da ogni parte, lo spettacolo ha replicato, al Teatro del Giullare di Salerno. Del resto Brunella ci ha abituati a spettacoli precisi e puntuali, amorosa nel fare uscire dalle pagine dei libri, i personaggi anche i più biechi. Da brava regista si contorna di valenti attori che come in questo spettacolo, rispondono al nome di: Claudio Lardo, Andrea Blois, Teresa Di Florio, Cinzia Ugatti ed Augusto Landi per interpretare i 7 bastardi: Luigi Palma, Giorgio Pisanelli, Giuseppe Loiacono, Francesco Romano, Ottavia Calabrese, Alessandra Di Nardo e Marco Aragona. Ma in scena c’è un ottavo personaggio che raccorda tutti gli altri ed è Napoli, bozzetti elegantemente porti da Brunella Caputo, questa volta dirigendo se stessa. Va citata, inoltre, la bravura di Virna Prescenzo, per le luci e la scelta delle musiche, un sound mediterraneo, molto efficace, che all’inizio, a sipario chiuso, ha fatto scandire il ritmo ai 7 personaggi, facendoli battere le mani sulle loro gambe.
E parliamone del Redding teatrale di Brunella Caputo, a fronte dell’opera di Maurizio de Giovanni, che ha fatto e fa della sua Napoli la sua musa ispiratrice, sia come teatro/palcoscenico delle sue storie, sia come crogiolo e creatrice di personaggi che la felice vena del Nostro, porta in scena riducendole in altrettante maschere, che poco o niente hanno da invidiare a bautte di altro teatro. La pièce teatrale allestita da Brunella Caputo è relativa alla vita tutta mentale dei protagonisti, del più sperduto degli avamposti ufficiali dello stato, nel tentativo di porre un freno alla dilagante criminalità imperante nella splendida città e nello stesso tempo ridimensionare le intemperanze comportamentali di certi suoi figli arruolati in Polizia, confinandoli nel suddetto distretto di Pizzofalcone. Poche ma dettagliate e precise caratterizzazioni dell’autore, rese con estrema bravura da Claudio Lardo, Andrea Blois, Teresa Di Florio, Cinzia Ugatti ed Augusto Landi, intagliano/ritagliano/stagliano sul palcoscenico altrettanti personaggi/sculture che la Caputo fa emergere dal buio della scena e fa loro raccontare la propria storia, con i propri disagi esistenziali, le proprie angosce, le loro originarie matrici. Ecco così della stessa misura ritratti espressionisti, con tratti di alcuni appena abbozzati, altri delineati con dovizia di particolari, a testimoniare la capacità dell’autore di empatizzare con i suoi personaggi e di leggerne i risvolti psichici più sottili. Trait d’union di queste raffigurazioni o il fil rouge che lega l’attività dei nostri protagonisti è il personaggio principe, Napoli, alfa e omega di tutto, la bella Napoli, la “femmena” a varie ore del giorno, nelle sue strade, nella sua nobiltà d’animo, nella sua sanguinità, nel suo mare sia che placido “connolea” i suoi giovani amanti, sia che, cavalli infuriati e scalpitanti schiaffeggiano violenti i suoi profili. La Napoli della Sastri, del Pino per sempre, dei Carosone e di Eduardo.
Maria Serritiello
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