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venerdì 8 marzo 2013

A Camera Chiara di Salerno Enzo Sellerio "Dialoghi sulla Fotografia

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Fonte: www.lapilli.eu
di Maria Serritiello

A "Camera Chiara", galleria Sala Posa, situata in via Giovanni da Procida 9, in pieno centro storico di Salerno, proprietario Armando Cerzosimo, il 21 febbraio, ad un anno di distanza ed un giorno prima della morte di Enzo Sellerio, uno dei più grandi fotografi italiani, si è parlato di Lui con "Dialoghi sulla Fotografia", un progetto ideato interamente da Brunella Caputo. L'evento, quasi un anniversario, nasce per approfondire la conoscenza del "Dottore", così chiamato, Enzo Sellerio, rispettosamente da tutti, percorrendo una parte della sua vita, in cui Armando Cerzosimo e Marcello Napoli, gli sono stati amichevolmente accanto. E così, attraverso le fotografie di Armando Cerzosimo, i video di Pietro e Nicola Cerzosimo e gli scritti di Marcello Napoli, giornalista del Mattino, recitati da Brunella Caputo e Davide Curzio, la serata  si è inserita nel progetto immagini, scrittura, video e recitazione, in un unico percorso audio/visivo che Camera Chiara e Brunella Caputo intendono portare avanti.
Enzo Sellerio, per chi lo conosce bene, non è il diminutivo di Vincenzo, bensì di Lorenzo, figlio di un geniale siciliano, ordinario di fisica tecnica e di Olga Andes, una ricca ebrea della Bielorussia, dopo essersi laureato in giurisprudenza nel 1944, diviene assistente di Istituzioni di Diritto Pubblico alla Facoltà di Economia e Commercio di Palermo. Dopo esperienze nel giornalismo inizia nel 1952 a dedicarsi alla fotografia e solo nel 1969 con la moglie fondò la casa editrice "Sellerio", divisa in due aspetti: fotografici Lui, letterari la moglie.
Di Sellerio dissero " In ogni immagine di Sellerio, vi è uno struggimento infinito" (Carlo Robertelli). "Sellerio viene a palarci d'amore, quando siamo delusi e traditi, ci riconduce all'infanzia della fotografia" (Leonardo Sinisgalli). "Le sue fotografie vanno diritto alle cose, senza compiacimenti estetizzanti" (Elio Vittorini). "Queste fotografie raccontano e significano un modo di vita con un'abilità e una fantasia, poiché non c'è verità senza fantasia" (Leonardo Sciascia).
La grande arte di Sellerio,  entra a Salerno, proprio grazie ad Armando Cerzosimo e Marcello Napoli, gli unici a frequentare la sua casa in Sicilia, anzi dice Sofri, che lui non ne ospitasse più di cinque. Da ciò si deduce la grande amicizia che li teneva uniti.
Ed eccolo Enzo Sellerio, nel video girato da Pietro e Nicola Cerzosimo, materializzarsi nell'oscurità precisa dell'elegante Camera Chiara, così chiamata dal libro cult del 1980 di Roland Barthes e  della cui lettura Armando Cerzosimo era rimasto impressionato. Capelli folti, bianchi e non precisamente apposto, un viso aperto su cui spiccano due occhi di cielo, vivaci e teneri e la sua figura che s'intuisce statuaria, riempire lo schermo. Di Lui si ascoltano parole, incrociate con quelle dei suoi due amici:Armando e Marcello, risate piene e complicità, quella della semplice condivisione. Sbianca lo schermo, si attenuano le dolci note musicali e sfumano le voci per cedere alle carezzevoli sonorità affascinanti di Brunella Caputo  e Davide Curzio.
 "Penso" diceva Sellerio "che un fotografo che sia realmente tale non può essere che uno scrittore che si esprime per immagini". E sono le immagini a proiettare lui, in un affresco, ora pensoso, ora sorridente mentre mette spazio tra le parole. Scatta foto e con lui Cerzosimo, imprimendo nel digitale la Sicilia selvaggia, di rupi arse e di natura incontaminata ma oltre, presente il mare. E quando nell'ultimo fotogramma si allontana lento, nella via inondata di sole, trascinandosi dietro  il trolley, è già parte del mistero della morte.
Backstage
M'incontro  con Armando Cerzosimo e Brunella Caputo, allo 089 di Salerno (n.d.r), nella saletta colorata del primo piano, dove,  da una larga vetrata sulla città, si riesce a vedere una parte dello splendido lungomare, l'affollato corso e finanche il Palazzo della Provincia con l'alto orologio. I "Dialoghi sulla fotografia" di Camera Chiara mi hanno incuriosito molto, tanto da volerne sapere di più su Armando Cerzosimo che della fotografia ne ha fatto uno stile di vita. Armando è schivo, meditativo,  mi è di fronte in silenzio, quasi in un dialogo muto con se stesso e ad ogni mia domanda pone indugio ma s'intuisce che ha voglia di esprimersi, di aprirsi, anche se parlare di sé non è facile con chi si conosce appena. L'aiuto e gli pongo una serie di domande a cui lui con lentezza mi risponde. Vengo a sapere, così, che a dodici anni  presso un fotografo amico del suo paese, scopre la fotografia e il fascino della camera oscura, che a sedici di anni è già fotografo di matrimonio, fotografia verso la quale nutre grande rispetto, tanto che anche Sellerio, magari forse solo una volta, ne ha scattata una e gliel'ha inviata in maniera complice. Ha viaggiato molto, Armando, Africa, Asia, Medio Oriente e nord Europa, con la sua compagna di vita, la macchina fotografica, ma non è alla fotografia di reportage che punta, nel cuore ha tre fotografie, già scattate, di quelle che ti cambiano la vita, ma il suo desiderio è arrivarne a cinque. Un sognatore, lo sguardo che inquadra, il cuore che sceglie e i figli Pietro e Nicola a completare il suo genio.

Maria Serritiello 
www.lapilli.eu
                                    




   
































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