Pagine

lunedì 26 marzo 2012

''Sexy sul web per farsi notare''


Fonte:Repubblica.it
intervista di Valeria Teodonio

ADOLESCENZA BRUCIATA E' la generazione degli anni zero. Ragazzini che si confrontano sempre prima con i disagi degli adulti. Da un lato l'alcol, un problema per 400 mila minori. Dall'altro internet che li espone a nuovi pericoli: sono in molti a rischiare di cadere nelle rete della pedopornografia

Adolescenti che si spogliano in webcam cadendo nelle trappole di ricattatori esperti, ragazzine che per farsi notare dagli amici di scuola mostrano foto ammiccanti sul web. Sono fenomeni che - secondo l'Eurispes - arrivano a toccare anche il 10% dei giovanissimi. Intanto aumenta la percentuale di chi consuma vino e birra, passata dal 14,5 al 16,9%. E loro raccontano: "Bevo perchè mi serve, sono stressato


Il fenomeno del "sexting" - l’invio di foto e video a sfondo sessuale - è in aumento in tutta Europa. Il 6,7% degli adolescenti italiani – dice l’ultimo rapporto Eurispes - ha mandato foto o video di questo tipo e il 10,2% li ha ricevuti. Nel video, il racconto di un'adolescente romana: "Mettiamo su Facebook immagini provocanti per attirare l'attenzione. A volte mi scrivono persone più grandi, che cercano di incontrarmi. Qualcuno offre dei soldi. E ci sono alcune ragazze che ci cascano. Su Facebook mettono foto in reggiseno e mutande. Lo fanno perché hanno un bel fisico e sentono di doverlo mettere in mostra. E quando persone più grandi chiedono di incontrale, accettano. Sono ingenue, pensano di ottenere soldi senza fare nulla in cambio”. L'alcol? Bevo quasi tutti i sabati. So che mi fa male, ma sono giovane e devo divertirmi"


Ascoltateli, cercate di capire il loro mondo
Solo così potrete essere autorevoli"

Parla lo psicoterapeuta Gustavo Pietropolli Charmet. "La responsabilità di questi comportamenti non va cercata solo nella famiglia. Per gli adolescenti gli esempi vengono più dai gruppi sociali (amici, scuola) in cui vivono. I genitori devono sapere, essere competenti per poter intervenire"ROMA - Ascoltare i ragazzi. Entrare nel loro mondo. Questa la ricetta dello psicoterapeuta Gustavo Pietropolli Charmet per aiutare i nostri figli a evitare comportamenti "a rischio". Per diventare competenti, credibili e autorevoli ai loro occhi. Per guidarli in un mondo bombardato dalle informazioni, in cui la famiglia tradizionale viene spesso sostituita da una nuova "famiglia sociale": il gruppo.

Professore,"sexting" e "binge drinking": perché questi comportamenti? Di chi è la responsabilità?

"La responsabilità non va cercata solo nella famiglia tradizionale. E' anacronistico. Sono i coetanei a dettare le regole di comportamento. Succede sia per i maschi, che per le femmine. Il gruppo degli amici è diventato una sorta di "famiglia sociale" per gli adolescenti. Svolge funzioni di consolazione, di appoggio, sostituisce la famiglia. Ed è ricercato dai ragazzi fin dalle elementari. Il gruppo assorbe modelli e valori dalla tv e della sottocultura delle pubblicità. Non sono certo i genitori ad aver inventato il piercing, i tatuaggi o gli spinelli. E' il gruppo. Il contesto sociale istiga al successo, alla visibilità, alla bellezza. Obiettivi difficili da realizzare: per questo gli adolescenti cercano di "sostenersi" in qualche modo. Per esempio con l'alcol o con le "canne". Le responsabilità dei comportamenti rischiosi dei ragazzi vanno divise tra le varie "famiglie": il gruppo, la famiglia tradizionale, la scuola".

Cosa può fare una madre o un padre di fronte a un disagio o a un comportamento che sembra rischioso?

"Stare vicino al ragazzo come faceva durante l'infanzia. Certo, è diffcile essere i genitori degli adolescenti attuali, precoci sia dal punto di vista sessuale che sentimentale. Perché questa precocità rende complicato per un genitore il confronto con la propria adolescenza. Quello che si può fare è cercare di capire senza avere la presunzione di sapere già. Anche io da psicoterapeuta degli adolescenti in crisi ho visto che i miei ricordi di infanzia e dell'adolescenza non servivano più a comprendere il ragazzino che avevo di fronte. Quindi gli chiedo: "Perché bevi? A che ora inizi? Chi c'è con te?". Bisogna informarsi, fare domande: "Perché ti fai il tatuaggio? Perché ti fai il piercing?". Bisogna dire a nostro figlio: "Siediti qua, fammi capire"".

Come fa un genitore ad accorgersi di un comportamento "a rischio"?

"Si deve cercare di mantenere un contatto con i ragazzi. Il che non vuol dire essere buonista, sottomesso, amico dei figli. Anzi, significa essere molto autorevole e competente. Perché se gli adolescenti hanno la sensazione di parlare con un adulto competente, allora si aprono. I genitori oggi sono preoccupatissimi. E non sanno come intervenire. Considerano l'adolescenza un pericolo, qualcosa che rovina i bambini. Ma così facendo, rischiano di perdersi un evento meraviglioso: l'adolescenza".

Dunque meno preoccupazione e più disposizione all'ascolto da parte dei genitori: questa può essere la ricetta per aiutare i figli a non cadere in comportamenti rischiosi?

"Sì. Ma che sia ascolto vero. Quando 20 anni fa hanno cominciato ad arrivare da me ragazzini di liceo classico con piercing o tatuaggi, ho trasecolato. Pensavo che fosse roba da galeotti o da mozzi delle navi. Invece ho scoperto che era solo moda. Ecco: bisogna essere curiosi. Dobbiamo avere la curiosità di interpretare l'adolescenza. Ai genitori dico: "cercate di dimenticare la vostra adolescenza e identificatevi con questi ragazzi. Cercate di capire le loro ragioni. Questo non vuol dire dargli ragione, ma recuperare la nostra autorevolezza. Se dimostriamo di non sapere nulla della realtà in cui vivono, non potremo mai essere credibili ai loro occhi. Se invece ci facciamo spiegare bene il loro mondo, allora diventiamo competenti". E a quel punto si può aprire un dibattito, un discorso educativo e culturale".

Perché le ragazze mettono foto provocanti su internet?

Su internet si instaurano delle relazioni anche intime, a volte spudorate, ma senza corpo. Questo permette alle ragazze di testare la loro capacità seduttiva: possono verificare se sanno attirare l'attenzione del maschio senza avere una relazione concreta. Certo, c'è da allarmarsi, ma non da criminalizzare. Ricordiamoci che la tv e internet mettono continuamente i ragazzi a contatto con l'osceno, con il pedofilo, con il porno. Basta schiacciare un bottoncino. In passato erano cose molto lontane, e la famiglia poteva tentare di costruire una censura positiva. Adesso è impossibile filtrare le informazioni. Oggi già a sei sette anni i bambini sono bombardati. Sta a noi aiutare i ragazzi a usare internet e a metterli in guardia sui rischi che corrono. E per fare questo dobbiamo diventare competenti: se parliamo di internet come di un luogo frequentato solo da criminali e di pedofili, loro ci risponderanno che "siamo fuori di testa". Insomma: se siamo "analfabeti" su certe cose, non saremo mai convincenti. Bisogna trovare un'altra pista. Altrimenti non ci daranno mai retta quando daremo un consiglio sensato.

Nessun commento:

Posta un commento