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martedì 13 marzo 2012

Distruzione della pineta che il 1° Presidente della Repubblica aveva destinato ai bambini


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« Ricordatevi, giovanotto, che noi napoletani non siamo dei lazzari scostumati ma uomini di carattere. Così è stato vostro nonno, così è vostro padre, così siate voi! »
(Enrico De Nicola a Gianalfonso D'Avossa)

Enrico de Nicola (Napoli, 9 novembre 1877 – Torre del Greco, 1º ottobre 1959) è stato un politico e avvocato italiano, primo Presidente della Repubblica Italiana. Fu eletto Capo provvisorio dello Stato dall'Assemblea Costituente e dal 1º gennaio 1948, a norma della prima disposizione transitoria della Costituzione, assunse titolo ed attribuzioni del Presidente della Repubblica. Precedentemente era stato Presidente della Camera dei deputati dal 26 giugno 1920 al 25 gennaio 1924.

De Nicola, inoltre, è l'unico ad aver ricoperto sia la carica di Presidente del Senato sia quella di Presidente della Camera dei deputati. Nella sua vita ricoprì anche la carica di Presidente della Corte Costituzionale, trovandosi così ad esser stato a capo di quattro delle cinque maggiori cariche dello Stato.

Lo stile
Era particolarmente stimato per l'onestà, l'umiltà e l'austerità dei costumi.
Enrico De Nicola, giunto discretamente a bordo della sua auto privata a Roma dalla sua Torre del Greco, per assumere la carica (ponendo in subbuglio il mondo della politica e la polizia fino al suo arrivo), rifiutò lo stipendio previsto per il capo dello stato (12 milioni di lire) ed anzi spese preferibilmente sempre di tasca propria. Divenne famoso il suo cappotto rivoltato, dignitosissimo co-protagonista di numerosissime occasioni ufficiali; fu riparato gratuitamente da un sarto napoletano, anche contro la volontà dell'ex-presidente.

Considerando la provvisorietà della sua carica, ritenne improprio stabilirsi al Quirinale, optando per Palazzo Giustiniani; durante la sua presidenza, ostentava un'agendina nella quale, asseriva, andava prendendo appunti sul corretto modo di esercitare la funzione presidenziale, quasi una sorta di codice deontologico per capi di stato. Il suo successore, Luigi Einaudi, fra le prime cose che fece da presidente volle dunque ricercare quest'agendina ma, sostiene Andreotti, la trovò incredibilmente vuota, senza che De Nicola vi avesse scritto alcunché.

Nel video registrato a Torre del Greco nel 1958, che allego a questa nota, si vede il primo presidente della Repubblica Italiana, avv. Enrico De Nicola, passeggiare lungo il viale della sua villa "Inveni Portum" sita in via Tironi alle falde del Vesuvio. Il presidente siede all'ombra della lussureggiante pineta della sua residenza privata e più volte nel video si fa cenno alla volontà del De Nicola di lasciarla in eredità ai piccoli cittadini di Torre del Greco. Il cronista legge infatti quanto segue: "La pineta è un rifugio destinato un giorno ai giochi ed alle piccole gioie puerili dei bambini di Torre del Greco. Il presidente lascerà questa sua sola eredità ai piccoli amici della città che lo ospita."
Ma mentre la villa del presidente, dopo anni di incuria, è stata salvata dall'associazione forense che ne ha fatto la sua sede, diverso è stato il destino della pineta. Infatti quest'ultima, nel recente passato sede del comitato "Torre Nord" ha in effetti ospitato per anni i giochi dei bambini e tante altre attività di pubblica utilità organizzate da cittadini associati in quel comitato di quartiere, almeno per i dieci anni di presidenza di Francesco Fontanarosa. Ma finita la presidenza di quest ultimo e dopo anni in cui il comitato "non operava più come prima", la Provincia ha avocato a se il suolo e lo ha destinato ad uso deposito degli automezzi della protezione civile, impedendo nei fatti l'utilizzo della struttura ai bambini, secondo quella che era l'originaria destinazione del luogo.
Ma il vero scempio si sta consumando in questi giorni. Dopo aver rimosso una siepe ed altre piante e tutti i giochi che erano stati comprati a spese degli associati del comitato "Torre Nord" per i bambini del quartiere (parliamo di migliaia di euro), si sta procedendo alla creazione di un massetto di cemento di vaste dimensioni che occupa metà del suolo ancora libero, in quanto la pineta di De Nicola, una volta distrutta dalla colata di calcestruzzo, diventerà un'isola ecologica.
Il presidente si starà rivoltando nella tomba in quanto mai avrebbe immaginato che la sua splendida pineta si sarebbe trasformata da dono ai fanciulli in luogo di raccolta della monnezza dei torresi!!!
Non si poteva creare l'isola altrove? Non si poteva utilizzare l'ex area terremotati di via Montedoro ad esempio?
L'amministrazione ha dimostrato ancora una volta di non conoscere la storia di Torre del Greco e di continuare a SFREGIARE il nostro territorio senza dimostrare neanche rispetto per le ultime volontà di un morto, neanche se si tratta del PRIMO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA


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