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martedì 16 aprile 2013

Torna l'incubo dell'11 settembre alla maratona di Boston

                             Terrore alla maratona su home page Boston Globe 


Fonte: Ansa.it


Allerta nelle principali città Usa. E' caccia all'uomo. Tra le vittime anche un bambino di 8 anni. Gambe amputate a molte persone



Almeno 140 i feriti, nessun italiano. La Farnesina attiva due numeri d'emergenza: 001-617-780-4955 o 001-617-416-7419

Boston: citta' blindata, scena crimine sigillata

Silenzio surreale attorno al luogo dell'attentato

(dell'inviato Stefano de Paolis)

Il governatore del Massachusetts Deval Patrick lo ha detto chiaramente: "Boston resta una città aperta, ma blindata". E le strade della città nelle prime ore della notte rispecchiano perfettamente la definizione. In giro ci sono molte auto della polizia e ben pochi passanti, che si guardano con sospetto mentre camminano veloci, mentre nel cielo ronzano continuamente degli elicotteri. Un cielo dichiarato 'no fly zone' dalla Agenzia federale per l'aviazione civile, che ha anche disposto la chiusura dell'aeroporto internazionale di Logan mentre la pista di atterraggio e decollo viene riconfigurata. Alla stazione ferroviaria i viaggiatori sono ben pochi, e un messaggio diffuso dagli altoparlanti continua a sollecitare chiunque veda un pacco "sospetto" di segnalarlo al più vicino agente di polizia. Solo attorno alla Copley Square, dove sono esplose le bombe che hanno gettato nel terrore la città e il Paese, c'é un po' di gente, in gran parte giornalisti, tenuti a distanza da un fitto cordone di agenti. Tutto intorno c'é un silenzio innaturale. Rotto solo dalle sirene di auto della polizia e dai generatori dei furgoni di appoggio delle grandi emittenti tv, con le antenne satellitari sul tetto. E in lontananza, si vede 'la scena del crimine'. Si estende su un raggio di almeno tre isolati ed è illuminata a giorno dalle luci della polizia e dell'Fbi, che stanno setacciando palmo a palmo tutta la zona alla ricerca della 'firma' degli attentatori. Ed è sigillata da una rete di nastro giallo e dalle transenne che erano state disposte per tenere a distanza il pubblico che normalmente si assiepa sulle strade per vedere il passaggio dei maratoneti. Ad ogni angolo di strada c'é un agente, e ad ogni incrocio almeno una macchina della polizia. Ma oltre che sul posto le ricerche si allargano anche ad eventuali testimoni. L'Fbi sta visionando le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona e ha aperto aperto un numero verde precisando che "nessuna informazione o dettaglio é troppo piccolo", nessuna foto sarà trascurata, tutto sarà considerato, "ogni pietra sarà rovesciata" alla ricerca di una pista che porti ai responsabili dell'attentato, come ha detto Richard DesLauriers, capo dell'Fbi di Boston.

              Boston: citta' blindata, scena crimine sigillata

La testimonianza di un italiano 

Intervista realizzata poco dopo le esplosioni

di Michela Suglia
Salvatore Giansiracusa, atleta romano e veterano delle maratone, era a quella di Boston, a 100 metri dal traguardo quando ha sentito la prima esplosione: "Essendo di Roma, ho pensato al colpo di cannone di Castel Sant'Angelo di mezzogiorno e mi sono detto: 'Ma che fanno, festeggiano cosi'?' Il tempo di fare questo pensiero e ho sentito un altro botto. E' stata una cosa incredibile". Giansiracusa lo racconta all'ANSA e la voce si incrina per l'emozione. E' andato negli Stati Uniti assieme a una cinquantina di maratoneti italiani dell'agenzia 'Born to run'. Dopo la seconda bomba ricorda di essersi girato e di aver visto "persone che uscivano da un angolo, un cassonetto aperto, una ragazza caduta a terra. A quel punto sono andato via aiutando altre persone a scappare - continua - e ho capito quello che stava succedendo". Fin qui il racconto lucido, poi la commozione e la rabbia: "Boston è una città che non lo merita. Questa è una maratona stupenda, io ne ho fatte tante di maratone, c'erano tanti bambini, tanta gente. Boston non lo merita, né gli americani e nemmeno noi". Nei frammenti di ricordi che cita c'é l'immagine di "un signore orientale con un ginocchio aperto, lo portavano via i soccorsi su una sedia a rotelle". Dopo aver recuperato il cellulare che aveva lasciato in un camion-deposito, ha chiamato la sua famiglia. "Per fortuna noi stiamo tutti bene, ma non emotivamente...".






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