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domenica 1 dicembre 2013

Al Teatro Delle Arti, il 23 novembre scorso si è rivissuta l’Operazione Avalanche dell’ultima guerra


Fonte:www.lapilli.eu
di Maria Serritiello
Raccogliendo spunti e testimonianze, inseriti nel libro del prof. re Antonio Palo, “I ragazzi del ‘43”, Gaetano Stella, con la sua assoluta sensibilità e grande capacità di uomo di spettacolo, ha messo in scena una toccante drammatizzazione di ciò che fu per Salerno e per i salernitani l’Operazione Avalanche. 70 anni fa, precisamente il 9 settembre del 1943, nel golfo di Salerno e tra le coste di  Maiori fino ad Agropoli, ci fu una delle più grosse operazioni anfibie della storia, decisiva per la liberazione del territorio italiano dai nazifascisti. La denominazione data allo sbarco fu “Operazione Avalanche”,  Valanga, per intendere il dispiegamento massiccio di uomini e mezzi messi in atto e come  infatti, ad essere impiegati furono 500 navi ed oltre 160 mila uomini, tra inglesi ed americani, guidati dal generale Mark Clark, comandante della quinta armata.

 Questo è il clima che da subito si respira in teatro, nel quale la guerra  s’inserisce con delicatezza, appuntandosi su di un velario di trasparenza, effetto memoria, quasi un sogno irreale, se non fosse per le testimonianze che si susseguono toccanti, melanconiche a descrivere quei giorni caduti rovinosi sui salernitani. Ed è la crudeltà dei bombardamenti a fare da sfondo alle testimonianze di Maria Gallo, di Angela, di quelle inserite nella lettera di un soldato inglese, a quelle di Michele e Peter, l’uno italiano, l’altro britannico. Sotto gli occhi degli attenti e commossi spettatori viene  rappresentato il valore di Ferrante Gonzaga, caduto ad Eboli, medaglia d’oro al valor militare, per aver preferito morire più che consegnare le armi al nemico, ma anche la storia infelice  e dimenticata del treno 8017, viene raccontata con drammaticità. Il convoglio partito da Napoli per  Potenza, a Balvano, nella galleria delle Armi si bloccò, provocando 521 morti, il più grave incidente ferroviario per numero di vittime della storia d'Italia.

Bellissime ed originali sono le immagini d’epoca, scelte ed inserite nello spettacolo, per appoggiarsi impalpabili, prive di colore, come lo sono quei giorni, sul velario di trasparenza, producendo un sorprendente effetto filmico. Dietro, intanto, di volta in volta, gli attori si muovono, recitano, danzano, cantano ed incarnano la disperazione delle madri, delle sorelle, delle spose per i loro morti. I lai delle prefiche echeggiano spettrali e sebbene i lamenti siano tratti dai Persiani di Eschilo, hanno un’universalità inconfutabile. Vera perla, all’interno della rappresentazione, è la testimonianza di Mario Calabrese,  recitata in maniera toccante dall’attore Matteo Salzano, voce roca, rotta dall’emozione, spalle incassate, il capo coperto da una coppola ed occhiali, oltre i quali il ricordo si ammassa fino alle lacrime. 

L’Operazione Valanga, che Gaetano Stella, regista e scrittore, egli stesso, della drammatizzazione, ha messo in campo con 15 artisti, tra attori, cantanti e ballerini, è un insieme di episodi, nei quali la grande storia s’intreccia con la micro, per la maggior parte, fatta di testimonianze orali. Nel raccontare quei giorni, Gaetano Stella, che ancora una volta conferma il suo talento, la competenza e la sensibilità adatta, dirigendo in punta di piedi e quasi discosto dal gruppo degli artisti, ha mantenuto, nel raccontare, la fedeltà storica, inserendo due sole contaminazioni, il coro del pianto  ed il cantastorie per introdurre il racconto, due inserimenti che hanno levigato ancor più la drammaticità dell’argomento.

La musica scelta, le luci e le sonorità hanno contribuito a creare uno spettacolo assolutamente perfetto, perfino nel monito finale “Quando due elefanti combattono è l’erba ad essere calpestata”. 

Maria Serritiello
www.lapilli.eu







  





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