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giovedì 12 dicembre 2013

La Rizzoli di New York e una tenera storia d’amore anni ’80


Angelo Rizzoli, "Angelone" Rizzoli era un imprenditore, produttore televisivo, produttore cinematografico ed ex editore italiano. Figlio di Andrea Rizzoli, presidente dell'omonima casa editrice, negli anni settanta il primo gruppo editoriale italiano.Da tempo malato è morto ogg a l'età di 70 anni.

Angelo Rizzoli era anche la Libreria Rizzoli a NewYork ( rigorosamente da me  visitata )

Sono passati quasi 30 anni (non pochi), ma qualcuno ancora si aspetta di trovare la libreria Rizzoli sulla Fifth Avenue. Quello era un  luogo consegnato alla mitologia perché tra i suoi scaffali ha avuto  inizio e (lieto) fine una delle storie romantiche più belle degli anni ’80, “Falling in Love”, o in italiano “Innamorarsi”, film interpretato magistralmente da Robert de Niro e Meryl Streep.
  La storia di Frank e Molly è un classico. Alla vigilia di Natale, i due  si incontrano casualmente proprio alla Rizzoli, e poi rivedono per qualche mattina sul treno che dai sobborghi del New Jersey li trasporta nella grande metropoli. Alle spalle hanno una famiglia apparentemente tranquilla, lui con moglie e due figli, lei è sola con il marito. Alla fine si innamorano, arrivano fino alla camera da letto, ma lei si pente e torna indietro. I rapporti nelle rispettive famiglie comunque si guastano, lui rompe la situazione accogliendo la proposta di un lavoro fuori città. Ma l’anno dopo, casualmente, alla vigilia di Natale, si ritrovano sempre nella libreria Rizzoli un’altra volta: si salutano da “vecchi” e cari amici, ma poi sul solito treno che avrebbe dovuto separarli definitivamente, si incontrano ancora e questa volta per non lasciarsi più.
 Purtroppo quella libreriacon tanto di insegna luminosa che oggi sarebbe Vintage, non esiste più da tempo, o comunque non nello stesso luogo.  L’anno successivo all’uscita del film, nel 1985,  ha cambiato location, e si trova al 31 West 57th Street (tra 5th e 6th Avenue). I libri che vende in italiano sono sempre meno, solamente l’1% del fatturato, ma continua a rappresentare un punto di ritrovo (e irradiazione) dell’Italia in America. 


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